SAVE – Era il socio giusto per gli Aeroporti di Verona e Brescia?

 
 

Cosa sta perdendo Verona con una gestione SAVE volta al ridimensionamento?

L’evoluzione del settore del trasporto aereo, considerando fattori come la crescita demografica ed economica, il trend di crescita del turismo, i prezzi del petrolio, lo sviluppo di nuove destinazioni, sta mostrando una crescita sana e importante in Italia ed a livello mondiale.
Gli aeroporti sono dei caposaldi indispensabili dell’industria, generando crescita e ricchezza sui territori di appartenenza.

L’International Air Transport Association (IATA) prevede che il numero dei passeggeri raddoppierà e raggiungerà i 7 miliardi entro il 2035, con una crescita media annua del 3,8% della domanda rispetto all’anno base del 2015 considerato (3,3 miliardi di passeggeri). Secondo la IATA il numero dei passeggeri al mondo si raddoppia in media ogni quindici anni, e questa crescita sta passando gradualmente dall’Europa e dall’America settentrionale, all’Asia ed ai paesi emergenti e quindi manifesta una inversione dei flussi. L’Asia rimane la regione con la crescita più spinta, con l’8,4%, contro il 4,7% dell’Europa e il 3,9% degli Stati Uniti. Il flusso più grande sarà tra l’Europa e l’Asia.
Appare molto chiaro come l’effetto della globalizzazione sull’industria del turismo sia fonte di ricchezza per il sistema paese Italia e, soprattutto, per quelle Regioni, come il Veneto, tra le più visitate d’Italia.

Non avere un aeroporto all’altezza significherebbe per il territorio del Garda essere escluso da questi flussi ricchi ed importanti. Pianificare oggi le necessarie infrastrutture, per poi essere in grado di gestire la domanda di traffico, diventa una prerogativa indispensabile per cogliere la crescita che verrà. In caso contrario Verona, con un aeroporto piccolo e non sviluppato adeguatamente, sarebbe fuori dai circuiti internazionali degli scali che possono attingere a questo traffico turistico di livello.

Nel 2016 in Italia sono arrivati quasi 56 milioni di visitatori stranieri, cioè l’1% in più dell’anno prima. Il dato si scontra comunque con due elementi negativi:

1) Il calo dei turisti italiani (-2%);

2) rispetto al passato, gli stranieri si fermano meno tempo, e quindi spendono meno (3.6 gg nel 2016 rispetto a 4,1 gg del 2001).

Il Veneto, per esempio, è tra le Regioni più visitate con 17.856.567 turisti e 65.392.328 presenze. La spesa media è stata di 184 euro per giorno di presenza nel 2016.
La perdita di presenze turistiche in Italia negli ultimi 18 anni ha varie ragioni, nello Studio di Settore per il Turismo fatto da CdP viene evidenziato il limite del settore in Italia. L’analisi è composta da 14 indicatori, ciascuno dei quali individua uno dei pilastri fondamentali per lo sviluppo turistico di un Paese. Tra questi indicatori c’è “l’infrastruttura aeroportuale”. Confrontando i primi 8 paesi su questo specifico indicatore si può notare come l’Italia abbia la valutazione più bassa.

Nell’ultimo decennio gli arrivi internazionali in Italia sono cresciuti a ritmi molto più lenti rispetto al resto del mondo. Questo è dovuto in gran parte alla crisi Alitalia, ed in gran parte all’inadeguatezza del sistema aeroportuale italiano, e mancanza di appropriate infrastrutture aeroportuali. Questa sinergia di eventi negativi ha avuto l’effetto di limitare gli arrivi con voli diretti, e costringere il passeggero ad arrivare utilizzando altri aeroporti europei come ingresso sul territori del Garda, rendendo molto più complessa la gestione di una vacanza di piacere, ma soprattutto di incidere sul periodo di presenza del turista in Italia. Studi del settore dimostrano che, se il turista arriva con volo diretto tende a soggiornare tutto il periodo nel territorio o nella città da dove deve prendere il volo di ritorno, mentre se arriva via un altro aeroporto lo stesso turista rimane mediamente 1,4 gg in meno come periodo di presenza in Italia.

Non ci sono dubbi sulla necessità di sviluppare adeguatamente l’aeroporto di Verona per essere pronti ad accogliere questi flussi di traffico. Purtroppo la strategia messa in atto da SAVE di ridimensionare il Catullo ad aeroporto low cost a servizio più per i passeggeri locali, che per un traffico “incoming” (turisti che arrivano a Verona) di tipo turistico è molto chiara a tutti. Così’ come sta operando SAVE la componente “outgoing” (locali che volano e che usano aeroporto di Verona) è diventata predominante ed i primi effetti si sono visti questa estate che, come evidenziato nelle dichiarazioni del Presidente di Eurasia, Prof. Fallico, il turismo di provenienza Russa è diminuito del 17%. I dati di traffico vanno letti attentamente, e i risultati complessivi del 2017 per l’aeroporto di Verona non sono sostanzialmente in linea con il mercato che sta crescendo con volumi da record, è importante evidenziare che gli altri aeroporti del nord Italia crescono molto di più di Verona.

Verona è una città d’arte, leader nel campo agro-alimentare, e le presenze turistiche incidono molto sulla crescita del territorio in termini economici ed occupazionali. Il vasto territorio del Garda, con le sue strutture ricettive, ha bisogno di un aeroporto all’altezza pena una lenta perdita di competivita’ dell’area a tutto vantaggio dei territori limitrofi.

Gli interventi previsti nel Piano Industriale, per intendersi quello del 2.12.2016 che a tutt’oggi non sappiamo se esista o se sia una mera chimera, non tengono conto delle esigenze del territorio e si basa su una visione di breve termine, lasciando poi ai posteri il problema dello sviluppo aeroportuale. Nelle numerose interviste rilasciate da Marchi, Riello ed Arena, non è mai stata fissata una data, o un programma di sviluppo temporale, una visione strategica per l’aeroporto di Verona e dati dimensionali reali per cui si starebbe sviluppando: 4, 5 o 6 milioni di passeggeri? E’ molto chiaro che il Progetto Romeo non sia sufficiente per gestire la domanda di traffico né di breve, né tantomeno di lungo termine. I ben informati dicono che sarà pronto per il 2025 con la conseguenza che lo stesso terminal ristrutturato sarà già saturo considerando un tasso di crescita di appena il 3.8% come indicato da IATA.

Inoltre, molti non sanno o fanno finta di non capire, come il CdA del Catullo, che il piano di sviluppo presentato alla commissione ambiente aeroportuale prevede una riduzione di quasi il 50% dei movimenti annui previsti per il lungo termine (2030), passando dai precedenti 80 mila movimenti l’anno a circa 45 mila. Di fatto il piano presentato da SAVE impone un contingentamento del traffico per il 2030 a circa 4.5 milioni di passeggeri considerando 100 passeggeri per movimento. Ci si domanda se il territorio, la politica locale ed il settore del turismo e produttivo del Garda siano al corrente che nei prossimi decenni il traffico sarà contingentato con risvolti negativi per tutti, per la gioia dei comuni limitrofi all’aeroporto di Verona che potranno rivisitare i propri piani regolatori edificando insediamenti abitativi molto più vicini al perimetro aeroportuale secondo le nuove indicazioni. Allo stato attuale Verona è tra i pochi aeroporti che non ha problemi di natura ambientale, si potrebbe arrivare ad 8 milioni di passeggeri l’anno costituendo una grossa ricchezza per le attività turistiche e produttive. C’è da chiedersi: perché questa strategia di SAVE rivolta al ridimensionamento del Catullo, e perché viene permesso dai soci?

L’aeroporto di Verona Villafranca è un bene ed un pilastro fondante dell’economia Veronese e del suo ricco territorio, assistere impotenti a quello che sta realizzando SAVE, che punta ad acquisire l’80% della società, fa arrabbiare. Dire che è tutta colpa della politica locale è troppo facile e riduttivo, ma vedere che i Veronesi stanno a guardare in silenzio senza reagire è fuori da qualsiasi logica.

 
 

1 COMMENTO

  1. Non c’è qualche Giornalista che sia curioso ed interessato ad approfondire la questione dell’Accertamento della Conformità Urbanistica del Master Plan dell’Aeroporto Catullo, il cui iter procedurale è iniziato il 17 Novembre 2017 e il cui termine per presentare le Osservazioni… è scaduto il 17 Dicembre 2017.
    Io sto scrivendo al Comune di Sommacampagna… http://www.vivicaselle.eu/LOTTAalloSMOG-17.pdf ma qui nessuno mi risponde mai.

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