Salemi: “Occorre un nuovo modello di assistenza ma la regione continua a rimandare”

 
 

“Anche questi sono gli effetti della riforma delle Ipab che la Regione continua ad annunciare come imminente, ma che poi non arriva mai. Un vuoto grave soprattutto di fronte all’evidente necessità di avere un nuovo modello di assistenza in grado di rispondere con qualità ed efficienza alle nuove esigenze della popolazione e degli operatori della sanità”.

Così la vicecapogruppo del PD in Consiglio regionale Orietta Salemi interviene sulla protesta sindacale in atto in due centri dell’Istituto Assistenza Anziani a Verona.

“Negli anni le esigenze dell’assistenza sono cambiate ed è aumentato significativamente il carico assistenziale sul personale, eppure in Veneto siamo ancora fermi al 2000 e restiamo l’unica regione in Italia a non avere fatto la riforma delle Ipab – sottolinea Salemi -. L’urgenza della riforma non è motivata solo per andare incontro alle migliaia di famiglie che oggi pagano la quota intera a causa della differenza tra posti letto autorizzati e accreditati – circa 27mila – e le impegnative – circa 24 mila. Una riforma è indispensabile per creare un nuovo modello che tenga conto dei cambiamenti avvenuti nelle esigenze di assistenza: oggi i Centri Servizi per anziani ospitano quasi esclusivamente persone non autosufficienti, almeno il 95%, e sono paragonabili di fatto a strutture per lungodegenti. Hanno quindi dovuto modificare sostanzialmente le modalità di erogazione dell’assistenza, ma gli standard del personale sono gli stessi da più di vent’anni”.

“Per i nostri anziani e per gli operatori della sanità la riforma delle Ipab è un passaggio che non può più attendere – conclude Salemi -. La Regione la finisca quindi di rimandare e di fare promesse cui poi non tiene fede. Nello stallo normativo, alle Ipab conviene trasformarsi in fondazioni di diritto privato. E questo sta già avvenendo, col rischio che l’assistenza diventi un privilegio per pochi. Questa riforma s’ha da fare”.

 
 

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