Rissa tra ultras Hellas e Roma: denunciati 26 tifosi gialloblu

 
 

Si è definitivamente conclusa l’indagine avviata dalla Digos di Verona a seguito della violentissima rissa scoppiata tra opposte fazioni ultras lo scorso 4 febbraio nei pressi dello stadio “Bentegodi” diverse ore prima dell’incontro calcistico.

Grazie al pronto intervento dei reparti, 21 tifosi romanisti venivano immediatamente arrestati con l’accusa di rissa aggravata, possesso, utilizzo e lancio di bastoni, mazze ed oggetti atti ad offendere e travisamento.

Il giorno successivo, tutte le misure venivano convalidate dal Giudice; nella circostanza, veniva confermato quanto accertato dalla Digos: i tifosi romanisti erano giunti a Verona non solo per assistere alla partita, ma anche per “confrontarsi” con gli acerrimi rivali dell’Hellas Verona. Avevano lasciato le autovetture con il motore acceso in Viale San Marco, ovvero in una strada vicino allo stadio, ma fuori dal consueto percorso che i tifosi ospiti intraprendono per giungere al “Bentegodi”.

Non avevano segni distintivi perché avevano timore di essere intercettati dai servizi preventivi che il Questore di Verona aveva predisposto per creare percorsi protetti affinché i circa 1800 tifosi romanisti non entrassero in contatto con gli ultras dell’Hellas Verona.

Sin dalle prime ore della mattina, infatti, le forze di polizia vigilavano la stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova, i caselli autostradali e le arterie principali che conducono al capoluogo scaligero. Dalla Questura di Roma erano giunte notizie che i romanisti avrebbero viaggiato in treno, su pullman organizzati, ma anche su numerosissimi veicoli privati.

Il gruppo ultrà, invece, era riuscito ad avvicinarsi allo stadio in forma anonima, forse, utilizzando itinerari alternativi. Gli ultras locali, come di consueto, erano arrivati allo stadio sin dalle prime ore del mattino con il preciso compito di presidiare il “loro” territorio e si erano radunati in alcuni bar della zona abitualmente adoperati come luoghi di ritrovo.

Improvvisamente, circa 50 ultras veronesi si spostavano in modo compatto lungo la strada che costeggia la Tribuna Est. Dopo aver prelevato pesanti tubi camuffati da aste da bandiera da un’autovettura fatta giungere al momento sul posto, si travisavano con sciarpe e cappucci e avanzavano lungo Via Pirandello in direzione Viale San Marco, dove ad attenderli si era già schierato il gruppo romanista di cui sopra, a sua volta travisato e armato di aste da bandiera.

Già nel corso della stessa nottata, dopo aver esaminato le immagini registrate nel corso degli scontri, si tentava di arrestare (in c.d. “flagranza differita”) gli ultras dell’Hellas Verona resisi responsabili delle medesime condotte violente già contestate ai “colleghi” romani. Costoro, come prevedibile, si rendevano irreperibili.

Pur avendo evitato l’arresto di polizia, a conclusione delle indagini avviate dalla Digos, 26 di loro, di età compresa tra i 17 ed i 45 anni, dovranno rispondere dinanzi all’A.G. di rissa aggravata, possesso, utilizzo e lancio di bastoni, mazze ed oggetti atti ad offendere. Tra questi, 6 sono stati denunciati anche per travisamento in luogo pubblico.

Come avvenuto in passato, anche in questa occasione si è avuta la riprova della presenza sul teatro degli scontri, al fianco degli ultras gialloblu, di elementi francesi (due, di cui uno con precedenti specifici e già sottoposto a D.A.Spo) e di ultras laziali (tre, tutti già gravati da precedenti specifici e destinatari di D.A.Spo.). Per quanto riguarda i 21 ultras nostrani, 12 di loro sono già stati sottoposti a provvedimenti di D.A.Spo. per aver commesso in passato reati in occasione di manifestazioni sportive.

Tra loro, cinque hanno già scontato per ben due volte il provvedimento amministrativo; uno di loro, addirittura, è già stato gravato da 3 D.A.Spo.

Nei confronti di tutti i responsabili dei reati contestati, il Questore di Verona Ivana Petricca ha emesso 47 provvedimenti di divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, della durata variabile da uno a cinque anni (per alcuni è stato previsto anche l’obbligo di firma).

 
 
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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