Revocata l’autorizzazione commerciale al “Lady Tina African Store”

 
 

Il sindaco ha revocato l’autorizzazione commerciale al locale etnico Lady Tina African Store di via Gaspare del Carretto, alle Golosine. Il provvedimento, l’ultimo di una lunga serie, mette la parola fine alla situazione di microcriminalità e illegalità che da tempo faceva capo al locale e ai suoi titolari. L’ordinanza di oggi è stata possibile perché il negozio è “incontrovertibilmente divenuto luogo di spaccio”.

La proprietaria è stata infatti arrestata pochi giorni fa nell’ambito di una maxi operazione delle Questure di Trento e Verona che ha permesso di sgominare un’ organizzazione di spacciatori nigeriani con base nella città scaligera.

La titolare del locale è tutt’ora detenuta presso la Casa Circondariale di Montorio in base ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trento; a ciò si aggiunge la gravità della situazione illustrata dalla Questura, per la quale l’esercizio in via Gaspare del Carretto n. 13/A è divenuto, per quanto emerso dalle indagini di polizia, un punto di riferimento per l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti ed una base logistica per numerose attività criminali, tanto da costituire una fonte di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica.

I sigilli al locale questa volta sono definitivi. Con la revoca si pone fine alle numerose problematiche che il Lady Tina African Store e aveva provocato al quartiere, e per i quali i residenti chiedevano interventi risolutivi.

Il Lady Tina African Store era attenzionato da diverso tempo, oggetto di ripetuti controlli e sanzioni da parte della Polizia locale, intervenuta anche su segnalazioni di cittadini e residenti. Non era molto che il negozio aveva riaperto, dopo l’ennesima ordinanza di chiusura.

L’ultimo provvedimento a carico della titolare era scattato infatti il 19 novembre con la chiusura per un mese e la multa di 800 euro per il mancato rispetto delle misure anti Covid. Ma i primi provvedimenti del 2020 erano stati presi già a marzo, quando l’attività etnica aveva dovuto chiudere 5 giorni. Nel pieno dell’emergenza sanitaria sia dentro che fuori dal locale di generi alimentari non veniva garantito il rispetto delle misure anti Covid. A luglio altre sanzioni al titolare e ai clienti per mancato utilizzo della mascherina, ad agosto altro 5 giorni di chiusura e altri clienti multati, per circa una ventina di sanzioni emesse in pochi mesi.

Aperto nel 2013, il locale era stato chiuso per la prima volta nell’ottobre 2017 dal Questore, che aveva disposto la sospensione dell’attività per un mese. Nel 2018, il sindaco, con un’ordinanza, ne aveva ridotto l’orario di apertura per ben 120 giorni. E altri 2 mesi di chiusura erano scattati nel 2019.

 
 

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