Stato e Regioni: é ora di fare chiarezza

 
 

La sentenza della Corte Costituzionale che giudica illegittimo il meccanismo della Riforma Madia per cui l’attuazione passa dal semplice parere della Conferenza Stato-Regioni all’intesa dimostra quanto è difficile riformare il Paese ed in questo caso le Pubbliche Amministrazioni. Per tale motivo occorre votare SI al referendum costituzionale affinché l’Italia possa dotarsi di un sistema normativo che gli consenta di adattarsi ai tempi ed ai cambiamenti intervenuti nel pianeta.

Rimanere fermi con l’attuale sistema costituzionale ed istituzionale permette alle autonomie locali di continuare a gestire la macchina pubblica senza controlli ed in assenza di un sistema di valutazione dell’efficacia dell’azione politica ed amministrativa. Al contrario occorre introdurre la misurazione e la valutazione della performance anche nelle autonomie locali al fine di eliminare gli sprechi ed elevare gli indicatori di performance che dovranno essere valutati nell’attribuzione del salario variabile o accessorio.                                                   Nel caso specifico le materie soggette alla sentenza della Corte Costituzionale sono: dai dirigenti della sanità alle partecipate e ai servizi locali come trasporti, rifiuti, illuminazione. In definitiva quelle materie che presentano in gran parte una gestione inefficiente ed inefficace.

Ma il Governo avrebbe potuto prevedere l’intesa con Le Regioni? A questo interrogativo risponde Marianna Madia, la quale ha dichiarato in una intervista “Rispettiamo le sentenze, ma la Corte ne ha fatta una evolutiva, cioè ha cambiato orientamento. Quando abbiamo scritto la delega la giurisprudenza era un’altra: prevedeva il coinvolgimento delle Regioni a valle. Non a monte, con l’obbligo di intesa con le Regioni prima del varo dei decreti attuativi. Tanto più che l’intesa formale richiede l’unanimità e quindi basta che una Regione non sia d’accordo e la riforma non si può attuare”
“Dobbiamo essere chiari: quando è stata scritta la delega non c’era alcun rischio di incostituzionalità. E abbiamo avuto sempre pareri favorevoli dalla Conferenza Unificata dove sono presenti le Regioni e nel varo dei decreti attuativi abbiamo comunque tenuto conto delle osservazioni contenute negli stessi pareri”.                                                                        Ritengo che per eliminare tali inconvenienti ed attuare la riforma della PA occorre oggi più di ieri votare SI al referendum costituzionale. In caso contrario le partecipate, i dirigenti, i furbetti del cartellino ed i servizi pubblici locali rimarranno bloccati senza alcuna prospettiva di miglioramento. Il Governatore Zaia non avrebbe niente da esultare in quanto la sanità veneta presenta dei tempi di attesa per le visite troppo lunghi che non sempre risultano dalla misurazione. Zaia non tiene conto che la sanità veneta presenta dei tempi di attesa troppo lunghi che non sempre risultano dalla misurazione. I limiti di tale misurazione sono rappresentati dai dati di coloro che:

Si rivolgono al privato in quanto i tempi di attesa della sanità veneta sono inaccettabili;

  • Evitano di farsi curare a causa del loro reddito insufficiente;
  • Aspettano per lungo tempo per essere sottoposti a visita per il riconoscimento dell’invalidità civile. Infatti per sopperire alle inefficienze sono state attribuite all’Inps le funzioni inerenti all’accertamento dei requisiti sanitari in materia di invalidità civile relativamente alle Aziende ULSS nn. 10, 12, 14, 20, 21 e 22.

Inoltre, in ciascuna ASL non sono indicati i criteri di calcolo dei tempi medi di attesa delle visite.

Rimanere fermi con l’attuale sistema costituzionale ed istituzionale permette alle autonomie locali di continuare a gestire la macchina pubblica senza controlli ed in assenza di un sistema di valutazione dell’efficacia dell’azione politica ed amministrativa. Al contrario occorre introdurre la misurazione e la valutazione della performance anche nelle autonomie locali al fine di eliminare gli sprechi ed elevare gli indicatori di performance che dovranno essere valutati nell’attribuzione del salario variabile o accessorio.

Pietro Ichino nel suo sito ha scritto “con la riforma costituzionale verrà meno tutta l’area delle competenze concorrenti dello Stato e delle Regioni: verrà dunque eliminato l’oggetto stesso al quale questa sentenza della Consulta si applica. In conclusione: questa sentenza non fa che sottolineare l’utilità e l’urgenza della riforma. Resta però una domanda: perché la Corte, che ha molto opportunamente rinviato a dopo il referendum il proprio giudizio sulla legge elettorale, non ha fatto altrettanto per la legge Madia? Dopo il referendum, nel caso in cui avesse vinto il Sì, la Corte avrebbe potuto riconoscere la validità della soluzione adottata con questa legge sulla base dello ius superveniens; nel caso di vittoria del No, il ritardo di dieci giorni non avrebbe tolto nulla alla sentenza pronunciata”.

La vittoria di Zaia è la vittoria di Pirro poiché nulla cambia e niente si muove tutto a scapito delle autonomie Locali. E’ necessario ed urgente eliminare le competenze concorrenti tra Stato e Regioni votando SI al referendum e continuare nelle politiche di riforme che ha iniziato il Governo Renzi.

Antonino Leone

 

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here