Regione Veneto: RSA e Covid-19, introvabile la figura del Direttore Sanitario. Delibere regionali prive di programmazione

 
 

La Regione Veneto ha istituito la figura istituzionale con profilo sanitario, denominata Direttore Sanitario del Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti con l’obiettivo di meglio gestire l’emergenza pandemica da Covid-19. A sei mesi di distanza dalla DGR istitutiva la nomina obbligatoria è stata prorogata al 31 dicembre 2021 a causa della difficoltà per le RSA ad assumere i medici.


L’idea era buona, anzi ottima. La perfetta applicazione, in chiave politica, del principio del “mutatis mutandis”. L’obiezione che verrebbe da porsi è: perché la figura del direttore Sanitario non era stata prevista prima dell’insorgenza del Covid.

Una migliore e preventiva analisi però avrebbe accertato che sarebbe stata difficilmente realizzabile con gli attuali numeri dei medici a disposizione. Come ne usciamo adesso che è noto ai più che la figura istituzionale con profilo sanitario, denominata Direttore Sanitario del Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti è non solo necessaria ma strategica nella gestione dell’emergenza Covid-19 nelle RSA?

Andiamo con ordine, quindi dal principio.

Il Presidente Luca Zaia nella conferenza stampa del 24 giugno 2020 ha dichiarato: «Oggi c’è una delibera, che definirei importante, perché strategica, programmatoria e mi permetto di dire di visione e che in un certo qual modo va a confermare quanto già fatto. Si tratta della riorganizzazione della rete ospedaliera e che parte da un presupposto: un centinaio di milioni di euro per fare delle attività. Dai Pronti soccorso che non avranno più tende ma manufatti per creare percorsi differenziati, alle terapie intensive e semi-intensive che si sono rivelate strategiche in questa emergenza, potenziamento del Suem. Nelle RSA introduciamo una figura nuova, quella del Direttore Sanitario, che si aggiunge al medico coordinatore e a quello curante. Una delibera epocale per il Veneto che si è potuto realizzare per l’esperienza che abbiamo: quando avrà attuazione, con gradualità, sappiamo che se il Covid dovesse tornare noi saremmo ancora più performanti. (…).». [qui link collegamento conferenza stampa]

Con la DGRV n. 782 del 16 giugno 2020 è stata istituita la “figura istituzionale con profilo sanitario, denominata Direttore Sanitario del Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti [che]… assume la responsabilità[di] ogni aspetto igienico organizzativo in ambito sanitario… L’individuazione di tale figura è di competenza del legale rappresentante del Centro di Servizi. Azione indispensabile sarà il controllo dell’adempimento delle indicazioni fornite ad ogni singolo Centro dei Servizi [dal Direttore dei Servizi Socio Sanitari della AULSS competente] nell’ambito del “Piano di Sanità Pubblica”. Il controllo si svolge nelle condizioni di I° livello, Sorveglianza ordinaria; II° livello, Sorveglianza con epidemia in atto; III° livello, Sorveglianza in situazione di particolare criticità dell’epidemia, comportante la nomina di un “Sovrintendente Sanitario provinciale” scelto tra uno dei Direttori Sanitari dal Direttore dell’Area Sanità e Sociale della AULSS competente. Conseguentemente, saranno individuate “le strutture residenziali da destinare esclusivamente all’accoglimento ed all’ assistenza ai pazienti affetti da Covid-19, vincolandole a tale destinazione per un periodo di sei mesi eventualmente prorogabile… In via del tutto eccezionale… [è prevista] la requisizione in uso di strutture alberghiere”, (Allegato C alla DGRV). Si tratta, ancorché sia un singolare, ma non troppo in Italia, caso di “controllore controllato”, di una figura strategica nell’ambito prettamente sanitario; peraltro, il rapporto con il Direttore dei Servizi Socio Sanitari della AULSS e, quindi, con il corrispettivo della Regione, pone i presupposti per allargare compito e controlli al sociale: sarà questo il motivo del rinvio della nomina nel 2021?.

A seguire con la DGRV n. 1243 del 09 settembre 2020, sembrava si desse attuazione all’attivazione del “Direttore Sanitario”  il cui costo, suddiviso in classi dimensionate da 30 a 601 posti letti (PL), con impegno variabile da 3 a 34 ore settimanali, è posto a carico del SSN (al massimo, circa 8.000,00 €/mese). Senonché, ecco la doccia fredda, la nomina, deve avvenire “entro 180 giorni dalla pubblicazione del presente atto” (BUR del 15/09/2020) con scadenza quindi al 15/03/2021. Termine decisamente tardivo probabilmente ad emergenza sanitaria superata o comunque con picco in discesa.

A destare le speranze di una modifica dei termini incredibilmente lunghi (ma non per gli addetti ai lavori evidentemente) introdotta dalla DGRV 1243/2020 è intervenuta la Nota n. 474.691 del 6 novembre 2020 del Direttore dei Servizi Socio Sanitari della Regione, dr. Fabrizio Garbin, indirizzata ai rispettivi Direttori della AULSS, la quale, con riferimento all’Allegato C della DGRV 782/2020 ed ai “fogli di rilevazione” predisposti dalla Regione – che includono  i dati degli ospiti deceduti con Covid-19 del 20/02/2020 sia in struttura che in ospedale – viene prescritto per ogni struttura di “fornire in riscontro alla presente, entro e non oltre il giorno 12/11/2020: 1) il nominativo del Direttore Sanitario(…); 2) il numero dei posti letto isolabili (…); 3 ) qualora già individuate, la indicazione delle strutture da destinare temporaneamente in via esclusiva (…) a Covid positivi”.

La segnalazione del nominativo non significa però la nomina, tant’è che, ad oggi, non si è avuto alcun riscontro ufficiale della nomina del Direttore sanitario da parte di numerose RSA. Che nel frattempo attendono, non introducendo alcuna variazione rispetto a quanto esistente ex ante le varie DGRV. Insomma tutto rimane cos’ì come è sempre stato.

Irrompe con forza la (nuova) Nota del 1 dicembre 2020 prot. 511108, sempre a firma del dr. Fabrizio Garbin, che recepisce la DGR n. 1589 del 17 novembre 2020 (non ancora pubblicata mentre scrivo sul BUR). La DGR 1589/2020 cancella di fatto i buoni propositi finora avanzati dalla Regione Veneto per voce del presidente Zaia in tema di “figura istituzionale con profilo sanitario, denominata Direttore Sanitario del Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti”. 

In sintesi la Giunta prende atto che «dalle attività ricognitive compiute ad oggi è stata rilevata una diffusa difficoltà, da parte delle strutture residenziali, ad individuare soggetti idonei a rivestire  il ruolo di “Direttore Sanitario di Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti”. Difficoltà conseguente alla carenza strutturale di laureati in medicina rispetto al reale fabbisogno espresso dal SSN già in relazione all’ordinario turn over ma che si è venuta di recente ad aggravare in modo significativo a seguito degli ulteriori fabbisogni e reclutamenti straordinari di personale medico resisi necessari per far fronte al generale potenziamento del servizio sanitario, sia in ambito ospedaliero che territoriale, finalizzato a contenere gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria in atto le cui curve di contagio e di utilizzo delle strutture ospedaliere mostrano, proprio nell’attuale fase emergenziale, una preoccupante ripresa alla crescita. In tale contesto di carenza strutturale di personale medico unita alle nuove intervenute attività programmate (…) risulta, (…), inevitabilmente ristretto il campo dei possibili candidati al ruolo di “Direttore Sanitario  di Centro di Servizi per persone  anziane non autosufficienti”.»

Conseguentemente, stante l’assoluta necessità di provvedere il più celermente possibile all’attivazione di tale funzione all’interno delle strutture residenziali per non autosufficienti, anche con modalità alternative e in via anticipata rispetto alle iniziali previsioni della DGR n. 1243/2020 con la DGR 1589/2020 viene sospesa l’efficacia della DGR n. 1243/2020 fino al 31/12/2021 e stabilito che:

  • le funzioni previste in capo  al “Direttore Sanitario di Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti”  rimangono nella responsabilità dei Centri di Servizi, che vi provvedono;
  • in questa fase, sia assicurato un rafforzamento delle attività di controllo esterno, già previsto da precedenti disposizioni regionali, avendo riguardo anche alle verifiche circa il “governo igienico sanitario e d i tutela della salute e igiene pubblica” messo in atto in tali strutture e riferito alle indicazioni aziendali impartite a seguito della Valutazione del rischio specifico di struttura e contenute nel Piano di Sanità Pubblica aziendale;
  • detto rafforzamento della funzione di controllo esterno avvenga attraverso il coinvolgimento dei medici coordinatori individuati e incaricati dalle aziende ULSS tra i propri dirigenti medici.

In tale linea i controlli in capo ai medici coordinatori rientrano nel quadro delle attività di sorveglianza attiva circa l’adempimento da parte dei medesimi Centri di Servizi delle indicazioni fornite agli stessi Centri dal team costituito dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, dall’UO Cure Primarie e dai Servizi Sociali nella Valutazione del rischio di struttura ai fini della redazione del Piano di Sanità Pubblica aziendale.

Segnalo, con contezza, che alcuni Centri Servizi/RSA hanno già identificato il proprio Direttore Sanitario ma attendono l’ufficializzazione al fine di permettere anche alle altre strutture residenziali, attualmente in difficoltà di reperimento, di poterlo fare.

No, così non va. Quello delle case di riposo è un dramma che merita un approccio più serio da parte dei livelli istituzionali, anche perché avviene in strutture pubbliche e private che lavorano con accreditamento della Regione, e in cui la quota sanitaria è pagata con fondi pubblici regionali.

Leggendo il monitoraggio sul coronavirus svolto dalla Regione Veneto nelle residenze per anziani del territorio, aggiornato al 10 novembre, si evidenzia che in tutto il Veneto le strutture sono 334, ospitano 30.408 anziani e al loro interno lavorano 30.345 operatori. Gli ospiti contagiati dal virus sono 1.048 (il 3,4% del totale) e 72 di loro sono stati ricoverati in ospedale. Nel report regionale sono anche riportati i deceduti per Covid-19 tra gli anziani delle case di riposo, saliti a 1.120 su un totale di 2.643 (fonte Azienda Zero), il 42,37%. Invece, tra gli operatori delle residente per anziani regionali, i positivi sono 572, l’1,9% del totale.

La situazione della provincia di Verona, i cui numeri sono riferiti alle case di riposo del territorio di riferimento dell’Ulss 9 Scaligera, con 80 strutture che ospitano 5.304 anziani e dove lavorano 5.877 operatori, vede 177 positivi nelle residenze per anziani (il 3,3% del totale) mentre 4 sono i ricoverati in ospedale. I morti per Covid-19 sono diventati più di 700 in provincia di Verona e quasi la metà (303) erano ospiti nelle case di riposo. Infine, sono 90 i lavoratori delle strutture per anziani veronesi positivi al coronavirus, l’1,5% del totale.

Alberto Speciale

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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