Regione Veneto, inquinamento PM10: ritorna lo stop ai diesel Euro 4, ma non solo

 
 

La Giunta regionale del Veneto, con la DGR n. 238 del 2 marzo 2021ha approvato ed adottato un pacchetto di misure straordinarie per la qualità dell’aria in esecuzione della sentenza del 10 novembre 2020 della Corte di Giustizia europea. Stretta sui veicoli Euro4 diesel, blocco dal 1 aprile per un mese.


Con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 238 del 2 marzo 2021 (BUR n. 36del 12 marzo 2021) sono state approvate le misure straordinarie per la qualità dell’aria da estendere al territorio regionale, anche in attuazione degli impegni presi con lo Stato nell’ambito dell’Accordo di Bacino Padano,  in esecuzione della sentenza del 10 novembre 2020 della Corte di Giustizia europea di condanna dello Stato Italiano per la violazione sistematica e continuata delle disposizioni della direttiva 2008/50/ce.

Ricorderete che la Corte di giustizia dell’Unione europea con sentenza del 10 novembre 2020 ha dichiarato che l’Italia, con specifico riferimento al materiale particolato PM10, è venuta meno all’obbligo sancito dal combinato disposto dell’articolo 13 e dell’allegato XI della direttiva 2008/50 nonché all’obbligo previsto all’articolo 23, paragrafo 1, secondo comma, di detta direttiva, di far sì che i piani per la qualità dell’aria prevedano misure appropriate affinché il periodo di superamento dei valori limite sia il più breve possibile.

Giova ricordare che l’obiettivo della direttiva 2008/50/CE è di mantenere e migliorare  lo stato della qualità dell’aria per salvaguardare la salute della popolazione, della vegetazione e degli ecosistemi nel loro complesso. Pertanto, nel rispetto delle finalità della direttiva medesima risulta fondamentale  l’individuazione e l’attuazione di misure efficaci per la riduzione delle emissioni.

Per quanto riguarda la Regione del Veneto, le zone interessate dalla procedura di infrazione sono le seguenti : IT0508 “Agglomerato Venezia”, IT0509 “Agglomerato Treviso”, IT0510 “Agglomerato Padova”, IT0511 “Agglomerato Vicenza”, IT0512 “Agglomerato Verona”, IT0513 “Pianura e Capoluogo Bassa Pianura”, IT0514 “Bassa Pianura e Colli”.

Con la sentenza la Corte  ha accertato che la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi imposti:

  • dal combinato disposto dell’articolo 13 e dell’allegato XI della direttiva 2008/50, avendo superato, nelle zone interessate dal ricorso, in maniera sistematica e continuata, dal 2008 al 2017 incluso, i valori limite  giornaliero e annuale fissati per le particelle PM10, superamento che è tuttora in corso;
  • dall’articolo 23, paragrafo 1, della direttiva 2008/50, letto da solo e in combinato disposto con l’allegato XV, parte A, di tale direttiva, non avendo adottato, a partire dall’11 giugno 2010, misure appropriate per garantire il rispetto dei valori limite fissati per il PM10 in tutte tali zone, e, in particolare, piani per la qualità dell’aria che  prevedano misure appropriate affinché il periodo di superamento dei valori limite sia il più breve possibile.

E’ opportuno rilevare che nel dispositivo della sentenza emessa la Corte ha accertato che dal 2008 al 2017, l’Italia  ha superato in maniera sistematica e continua i valori limite fissati per il PM10 e che il superamento è tuttora in corso  e ciò consentirà alla Commissione  di avviare un costante monitoraggio  sulla capacità dell’Italia di dare puntuale attuazione alla sentenza in parola accordando di regola  due mesi di tempo, a partire dalla data della sentenza e se del caso aggravare il procedimento con una messa in mora.

Le Regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, nelle quali ricadano le aree di maggiore superamento degli inquinanti atmosferici determinato dalle particolari condizioni orografiche e meteo climatiche, da anni hanno posto in atto misure e Piani della qualità dell’aria di rilevante impegno economico e sociale con l’obbiettivo di rientrare nei limiti nel più breve tempo possibile. 

Nel corso degli anni, le suddette Regioni  hanno definito e coordinato un insieme di azioni comuni attraverso le sottoscrizioni di numerosi Accordi con Amministrazioni statali (sottoscritti negli anni 2005, 2007, 2013, 2017) e portato anche all’attenzione della Presidenza del Consiglio il tema del miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano attraverso  specifiche  richieste dei Presidenti delle Regioni medesime. Inoltre,  il 4 giugno 2019  il Governo ha sottoscritto il Protocollo di Intesa che istituisce “Il Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’ariache ad oggi non ha trovato attuazione.

Le Regioni nel confermare la volontà di proseguire e rafforzare lo sviluppo di iniziative omogenee nel bacino padano hanno individuato un ulteriore Piano straordinario per la qualità dell’aria (Allegato A) al fine di ridurre, in esecuzione della sentenza, nel più breve tempo possibile  i livelli di inquinamento  da materiale di particolato al di sotto dei valori limite.

Detto Piano considera prioritario intervenire sui fattori che determinano il superamento dei valori limite giornalieri del PM10 oggetto della sentenza ed in particolare nei settori  delle combustioni di biomassa legnosa degli apparecchi di riscaldamento domestico, dei trasporti pubblici, dei veicoli diesel, delle attività  zootecniche e degli spandimenti di reflui zootecnici per l’emissione di ammoniaca (precursore della formazione di polveri sottili cosiddette secondarie). Al fine di conseguire il raggiungimento dei valori stabiliti dalla direttiva secondo i dati rilevati nell’ambito del  Progetto “Prepair” (Po Regions Engaged to Policies of AIR) è necessario ridurre le emissioni di PM10 primario derivante dalla combustione di biomasse del 38%, degli ossidi di azoto derivanti dai trasporti del 39% e di ammoniaca derivante dalle attività agricole del 22%. 

In considerazione dell’ampia trasversalità delle azioni da porre in essere e del coinvolgimento di diverse articolazioni organizzative la Regione Veneto  ha provveduto a predisporre un primo  pacchetto di misure straordinarie da estendere a tutto il territorio regionale nel triennio 2021-2023, descritte dettagliatamente nell’Allegato B i cui interventi riguardano sostanzialmente i seguenti settori: 

  • Agricoltura.
  • Trasporti.
  • Energia – Ambiente .

Per quanto riguarda l’Agricoltura la misura riguarda la gestione degli interventi volti a ridurre le emissioni di ammoniaca, in quanto fonte di PM10 secondario, derivanti dalle pratiche agricole e zootecniche, in particolare è prevista: a) l’estensione del divieto di spandimento di liquami zootecnici in condizioni di allerta arancio e/o rossa per inquinamento atmosferico a quasi tutto il territorio regionale,  fatti salvi gli spandimenti mediante iniezione o con interramento immediato; b) la conferma del divieto di combustione all’aperto di residui vegetali e potenziamento dei controlli sul territorio del rispetto del divieto.

Relativamente all’Energia-Ambiente la misura prevede interventi volti a ridurre le emissioni di  PM10 primario derivanti dalla combustione  di biomasse e riguardano:

  1. il rafforzamento della limitazione alla circolazione veicolare previste dall’Accordo di Bacino Padano nei comuni con popolazione maggiore a 30.000 abitanti e nei comuni ricadenti nelle zone Agglomerato: divieto della circolazione dei veicoli privati fino a Euro 4 diesel compresi nei giorni feriali dalle 8:30 alle 18:30 in allerta verde; estensione del divieto alle auto private  Euro 5 diesel in allerta arancio e ulteriore estensione ai veicoli commerciali leggeri in allerta rossa;
  2. l’incentivazione per la rottamazione dei veicoli fino a Euro 4;
  3. l’estensione su tutto il territorio regionale – esclusa la zona “Alpi e Prealpi”, del divieto di combustione di biomasse per stufe inferiori alla categoria ambientale “3 stelle” in allerta verde  e inferiore a “4 stelle“ in condizioni di allerta arancio e rosso  in presenza di sistemi di riscaldamento alternativi;
  4. l’incentivazione su tutto il territorio regionale  della rottamazione delle stufe obsolete con classificazione inferiore “3 stelle”;
  5. l’organizzazione di campagne informative sui temi  della pulizia delle canne fumarie  e sui divieti di combustione di biomasse per le stufe inquinanti;
  6. la riduzione della temperatura nelle abitazioni e negli edifici pubblici di un ulteriore grado centigrado in condizioni di allerta arancio e rossa su tutto il territorio regionale, eccetto la zona “Alpi e Prealpi”.

Infine per quanto attiene ai Trasporti la misura prevede interventi volti a ridurre gli ossidi di azoto  e il PM10 primario derivanti dall’utilizzo di mezzi inquinanti e riguardano:

  1. il rinnovo del parco mezzi adibiti al trasporto pubblico locale (TPL) su gomma;
  2.  l’acquisto di natanti del TPL per la navigazione interna a emissioni basse o nulle. 

E’ inoltre previsto che l’attuale modalità di redazione del bollettino di previsione della qualità dell’aria sarà modificata per tener conto della previsione meteorologica e modellistica di condizioni atmosferiche critiche in cui saranno poste in atto limitazioni della circolazione veicolare, di utilizzo di apparecchi domestici a biomassa e di divieto di spandimenti di  liquami zootecnici, integrando il bollettino PM10 con il bollettino Nitrati.  

La Giunta, come si legge nella DGR,  in ottemperanza dell’esecuzione alla sentenza  della Corte di giustizia europea del 10 novembre 2020 e del conseguimento, in tempi rapidi del rispetto del valore limite giornaliero di PM10 posto dalla normativa comunitaria, ha adottato misure straordinarie per la tutela della qualità dell’aria sintetizzate in un pacchetto di interventi rappresentati all’Allegato B  da trasmettere al Ministero  della Transizione Ecologica

Da ultimo, come richiesto dal Ministero dell’Ambiente è stata predisposta la relazione, di cui all’Allegato C, inerente le informazioni sullo stato della qualità dell’aria del triennio 2018-2020, le azioni poste in essere nello stesso triennio e i risultati ottenuti nonché le azioni programmate come descritte nell’Allegato B.

Per quanto concerne la Regione Veneto la situazione della qualità dell’aria rilevata nelle zone di infrazione (IT0508, IT0509, IT0510, IT0511, IT0512, IT0513, IT0514), tra il 2018 e il 2020, relativamente alla valutazione dei livelli di PM10 nelle zone in infrazione, con riferimento al valore limite (VL) giornaliero e al valore limite annuale, come indicato all’Allegato C, è la seguente (Verona è IT0512):

Il blocco, che decorrerà dal 1 aprile e durerà (forse) per un mese doveva partire dal 1° ottobre 2020, ma una deroga a questa misura era avanzata ed ottenuta dai Comuni capoluogo delle province venete, almeno fino al 31 marzo 2021.

Alberto Speciale

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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