Regione Veneto: dopo tre mesi non sono stati ancora nominati i Direttori Sanitari delle RSA. A quando i decreti attuativi?

 
 

Con Deliberazione n. 782 del 16 giugno 2020 la Giunta regionale del Veneto ha programmato le azioni regionali attuative delle misure in materia sanitaria connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 previste dal D.L. n. 34/2020. A che punto è l’effettiva realizzazione di quanto previsto?. Perché ad oggi mancano ancora i decreti attuativi per la nomina del “Direttore sanitario di Centro di servizi per persone anziane non autosufficienti”?.


 

La Fase 2, contraddistinta da un progressivo allentamento delle misure di distanziamento sociale, è stata impostata alla progressiva normalizzazione degli interventi e coincide con la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria e programmata. Caratteristiche di questa fase sono, oltre il progressivo riassorbimento della capacità produttiva attivata, il potenziamento degli screening sulla popolazione e la sorveglianza attiva, il mantenimento di sistemi di protezione individuale e collettiva. Parallelamente, sono adottate misure di rafforzamento strutturale delle strutture sanitarie operanti sul territorio al fine di rendere i servizi di prevenzione e di assistenza pronti ad individuare, circoscrivere e gestire eventuali recrudescenze epidemiche, nonché misure di implementazione dell’assistenza domiciliare.

Per regolamentare la nuova fase è stato emanato il D.L. 19 maggio 2020, n. 34 Disposizioni urgenti in materia di assistenza territoriale” con il quale, sempre per quanto riguarda la materia della salute – comprensiva quindi della prevenzione, dell’assistenza, della cura dei cittadini siano essi minori o adulti, portatori di una o più patologie, persone/anziani non autosufficienti, portatori di disabilità psichica, ed altro – sono state dettate le disposizioni il cui ambito di applicazione soggettivo sono i ministeri interessati, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti del servizio sanitario nazionale.

Infatti l’art. 1, c.1, del D.L. 34/20 “così recita: “(….) Le regioni e le province autonome organizzano inoltre le attività di sorveglianza attiva e di monitoraggio presso le residenze sanitarie assistite e le altre strutture residenziali, anche  garantendo la collaborazione e la consulenza di medici specialisti in relazione alle esigenze di salute delle persone assistite, con le risorse umane strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.”

Pertanto, al fine di rafforzare l’offerta sanitaria e socio-sanitaria territoriale, necessaria a fronteggiare l’emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus SARS-CoV-2, per l’anno 2020 le Regioni e le Province autonome sono chiamate ad adottare piani di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale. L’obiettivo è quello di implementare e rafforzare un solido sistema di accertamento diagnostico, di monitoraggio e sorveglianza della circolazione del virus, oltre ad assicurare una presa in carico precoce dei pazienti contagiati, dei pazienti in isolamento domiciliare obbligatorio, dimessi o paucisintomatici non ricoverati e dei pazienti in isolamento fiduciario.

Le Regioni devono inoltre organizzare le attività di sorveglianza attiva e di monitoraggio presso le Residenze Sanitarie Assistite (RSA) e le altre strutture residenziali.

Con la Deliberazione 782/2020 la Giunta ha quindi approvato, quali adempimenti previsti dal D.L. n. 34/2020 in materia sanitaria, i seguenti documenti:

  • Piano di potenziamento dell’assistenza territoriale, di cui all’Allegato A;
  • Piano di potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione di cui all’Allegato B;
  • Sorveglianza strutture residenziali per non autosufficienti di cui all’Allegato C;
  • Determinazione del fabbisogno, acquisizione di risorse umane e incentivi al personale  di cui all’Allegato D;
  • Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid-19 di cui all’Allegato E;
  • Misure urgenti per l’avvio di specifiche funzioni assistenziali per l’emergenza Covid-19 di cui all’Allegato F;
  • Assistenza Farmaceutica di cui all’Allegato G;
  • Attuazione degli articoli 11, 12 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 di cui all’Allegato H;
  • Sistema informativo Covid-19 di cui all’Allegato I.

In particolare, mi soffermo oggi sulla Sorveglianza Strutture Residenziali per non autosufficienti di cui allAllegato C, visto e considerato che le RSA, o Centri Servizi, , specialmente a Verona e provincia, sono state, purtroppo, coinvolte in molti casi di decessi di anziani (“stragi di nonni” come definito dal Presidente della Regione Luca Zaia), a causa di Covid-19.

L’attività di attività di sorveglianza attiva e di monitoraggio presso le residenze sanitarie assistite e le altre strutture residenziali vengono articolate in tre livelli: 1° Livello – Sorveglianza ordinaria; 2° Livello – Sorveglianza con epidemia in atto; 3° Livello – Sorveglianza in situazione di particolare criticità dell’epidemia. 

Elemento innovativo – chissà perché prima mancava – è l’istituzione del “Direttore sanitario di Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti”, tuttavia tale funzione non è stata ancora attivata a causa della mancata pubblicazione dei Decreti attuativi a quasi tre mesi dalla DGR istituiva datata 16 giugno 2020.

lnfatti il livello di prevenzione e protezione in favore dei residenti e degli operatori delle strutture residenziali per non autosufficienti, ivi comprese le condizioni organizzative e il coordinamento delle funzioni cliniche, è previsto tra i requisiti organizzativi specifici prescritti per l’accreditamento delle unità di offerta dei “Centri di Servizi per persone anziane non autosufficienti”, con la presenza di una figura direzionale con profilo sanitario, denominata “Direttore sanitario di Centro di servizi per persone anziane non autosufficienti”.

Il Direttore sanitario assume la responsabilità e il compito di curare ogni attività di indirizzo, gestione e vigilanza ritenuta necessaria al governo del sistema igienico sanitario e di tutela della salute e igiene pubblica all’interno del “Centro di servizi per persone anziane non autosufficienti”, in autonomia e avvalendosi delle risorse necessarie, in coerenza con gli indirizzi della Regione, dell’Azienda ULSS e con le più recenti indicazioni tecnico scientifiche dettate dagli organismi preposti nei settori di intervento.

L’individuazione di tale figura è di competenza del legale rappresentante del “Centro di servizi per persone anziane non autosufficienti” e la nomina deve essere conferita a soggetto che sia in possesso dei seguenti requisiti:

  • laurea in medicina e chirurgia,
  • iscrizione all’Albo dell’Ordine dei medici chirurghi,
  • una specializzazione tra le seguenti: Igiene e Medicina Preventiva, Medicina del Lavoro,
    Medicina Legale, Statistica sanitaria e Biometria, Medicina di comunità e delle cure primarie o nelle altre aree di prevenzione e sanità pubblica, oppure (in alternativa alla specializzazione) 10 anni di esperienza in una delle seguenti discipline dell’area della prevenzione e sanità pubblica: Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, Medicina del Lavoro e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, Direzione Medica di Presidio Ospedaliero, Organizzazione dei Servizi Sanitari di base.

Il Direttore sanitario del Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti è in rapporto di servizio con il Centro di servizi e tale rapporto è regolato sulla base di accordi o contratti che devono essere trasmesso dal Centro di Servizi all’Azienda ULSS competente. Per tale ruolo si prevede uno standard orario minimo settimanale che può variare a seconda delle classi dimensionali, con un minimo di 3 ore a 34 ore settimanali, da svolgersi presso uno o più “Centri di Servizi per persone anziane non autosufficienti”.

Ricordo che la proposta di introduzione del requisito organizzativo specifico di accreditamento che prevede la presenza della figura del “Direttore Sanitario del Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti”, è stata oggetto di parere favorevole espresso dall’Organismo tecnico consultivo regionale nella seduta del 6 maggio 2020.

Ad oggi tutto tace dalla Regione mentre le visite agli ospiti delle RSA continuano a permanere “cristallizzate” senza alcun cambiamento: un solo incontro alla settimana per non più di mezz’ora, senza alcun contatto fisico tra i familiari. Addirittura al Familiare/Congiunto che  non ha firmato il “Patto di Responsabilità reciproca tra Ente gestore della Struttura Residenziale e Familiari/Congiunti dell’Ospite”, di cui all’Ordinanza del Presidente Zaia n. 61 del 22 giugno 2020, è tuttora precluso l’incontro.

Tale comportamento è in totale spregio rispetto al documento  “Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS e socioassistenziali”,  pubblicato il 3 settembre nei Rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità dedicati all’emergenza Covid, che interviene su come riprendere in sicurezza le attività a regime delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali e creare le condizioni per rivedere in sicurezza parenti e amici. Si tratta di un aggiornamento di un precedente documento in cui erano contenute le istruzioni per frenare i contagi in queste comunità nel periodo di alta circolazione del virus e tiene conto invece della situazione epidemiologica attuale.

Oltre alla riapertura degli incontri con i pazienti nel documento sono contenute indicazioni aggiornate per riprendere attività di gruppo, per riprendere in sicurezza le attività a regime delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali nel rispetto del distanziamento fisico e le regole con le quali garantire nuovamente l’accesso alle strutture tramite i ricoveri finora bloccati e garantire procedure sicure nei reingressi dagli ospedali.

Come spiegato da Paolo D’Ancona, ricercatore dell’ISS e coordinatore del gruppo di lavoro multidisciplinare che ha realizzato il Rapporto, «Il benessere degli anziani e delle persone fragili, di coloro che vivono lontani dai nuclei familiari per motivi di non autosufficienza, è intimamente collegato anche alla loro sfera emotiva. La possibilità di poter incontrare i propri cari e di alimentare la loro vita relazionale non è ininfluente sul loro stato di salute e perciò, oggi che la situazione epidemiologica lo permette, dopo gli sforzi fatti per frenare i contagi, è necessario imboccare una strada che riporti gradualmente alla normalità».

Resta ora da capire fino a quando durerà il “congelamento” da parte della Regione Veneto dei decreti attuativi propedeutici alla nomina del “Direttore sanitario di Centro di servizi per persone anziane non autosufficienti”. La scusa delle prossime elezioni regionali non può essere la spiegazione, c’è dell’altro. I Familiari hanno il diritto di sapere il perché di tale lungaggine, che peraltro mal si concilia con il dirigismo e pragmatismo Zaiano, soprattutto coloro i quali hanno perso i propri cari a causa del contagio da Covid-19 all’interno delle Residenze.

Alberto Speciale

(Foto di copertina ph. Alberto Speciale, diritti riservati)

 

 

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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