Regione Veneto: assegnate e ripartite le risorse per prevenzione e cura patologie connesse al gioco d’azzardo

 
 

Con Deliberazione n. 1749 del 29 novembre 2019 (BUR n. 144 del 17/12/19) la Giunta della regione Veneto ha assegnato alle aziende ULSS e all’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona le risorse finalizzate alla erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in ambito di prevenzione e cura delle patologie connesse al gioco d’azzardo per l’esercizio 2019, nonché il riparto per l’esercizio 2020.

La DGR n. 333 del 26/3/2019 prevedeva la programmazione e destinazione di risorse finanziarie, destinate ai fini degli interventi di prevenzione e cura delle patologie connesse al gioco d’azzardo, per una somma di € 4.055.703,00, in via provvisoria, per ciascuna annualità del biennio 2019-2020 alla produzione ed erogazione dei LEA per gli anni 2019 e 2020. Importo successivamente aggiornato, dalla Conferenza Stato-Regioni del 6 giugno 2019, in € 4.062.147,00.

Con il provvedimento n. 1749/2019  la Giunta regionale del Veneto ha deliberato pertanto la ripartizione alle aziende sanitarie delle risorse previste per ciascuna annualità del biennio 2019-2020 a titolo indistinto per la produzione ed erogazione dei LEA in ambito prevenzione e cura delle patologie connesse al gioco d’azzardo, secondo il criterio pro-capite come indicato nell’Allegato A.

                                   Anno 2019       Anno 2020

1 – Dolomiti                 159.000,00      159.000,00
2 – Marca Trevigiana     688.000,00      688.000,00
3 – Serenissima           495.000,00       495.000,00
4 – Veneto orientale     167.000,00       167.000,00
5 – Polesana                185.000,00       185.000,00
6 – Euganea                724.000,00       724.000,00
7 – Pedemontana         284.000,00       284.000,00
8 – Berica                   384.000,00        384.000,00
9 – Scaligera             715.000,00       715.000,00
AOUI Verona            260.147,00       260.147,00
Totali                     4.062.147,00    4.062.147,00

In tale contesto si inserisce inoltre la Circolare del Ministero dell’Interno, dipartimento della pubblica sicurezza del 6 novembre scorso, emanata per fare chiarezza sui limiti del potere sindacale in materia alla luce della sentenza n. 1460/2019 del TAR Lazio, che aveva annullato l’ordinanza del sindaco di Anzio il quale aveva fissato in undici ore il blocco al funzionamento degli apparecchi da gioco.
Il Viminale ha raccolto tutte le indicazioni dei giudici laziali chiarendo che i limiti delle ordinanze sindacali in materia non possono allontanarsi da quanto previsto dalle indicazioni provenienti dall’intesa Stato, Regioni, enti locali sancite dalla conferenza unificata in data 7 settembre 2017.

Il tema che governa è ancora una volta la necessità di operare un ponderato bilanciamento di interessi contrapposti: da un lato la tutela della salute dagli effetti della ludopatia, in particolar modo per quanto attiene la prevenzione dai rischi per i minori (articolo 32 della Costituzione); dall’altro, la tutela dell’iniziativa economica delle aziende del settore (articolo 41 della Costituzione).
La “giusta sintesi del bilanciamento” è stata pertanto stabilita in ragione di quanto fissato dall’intesa che limita a sei ore la possibile inibizione degli apparecchi da parte dei Sindaci.
Secondo il TAR e il Ministero, nonostante l‘intesa non è stata mai recepita con Decreto del MEF, e dunque non ha valore cogente, tuttavia non può non avere valore conformativo e orientativo per le amministrazioni locali che vogliano fissare una propria disciplina degli orari di funzionamento di questi apparecchi.

Tuttavia ai Comuni potrebbe anche essere consentito di discostarsi dalle indicazioni dell’intesa purché previa motivata e robusta istruttoria, fondata su dati raccolti e oggettivamente dimostrabili, che dia conto della effettiva necessità di elevare il limite massimo orario d’interruzione del funzionamento.

In tal senso inoltre si inserisce la Giunta regionale del Veneto che ha disposto che nelle fasce orarie comprese tra le 7 e le 9, le 13 e le 15 e le 18 e le 20 le sale gioco debbano interrompere l’attività di slot machine e le videolottery posizionate in bar e pubblici esercizi. Il Veneto è la terza regione in Italia per volume delle giocate, con una media di 1244 euro per ogni residente, dai neonati ai centenari. Si tratta di una piaga sociale che nell’ultimo anno ha inghiottito 6,1 miliardi di euro, dei quali tre quarti giocati alle  slot. I limiti orari omogenei, in tutto il territorio regionale, sono un paletto di dissuasione in più per le categorie più a rischio casalinghe, minori, anziani a basso reddito, persone senza lavoro che possono essere attirati dal miraggio della vincita facile.

Chi ha coraggio lo usi, questo è il momento di farlo. I cittadini, ne sono certo, apprezzeranno le scelta preventiva degli Amministratori locali. Meno le aziende legate al gioco d’azzardo che probabilmente se ne ricorderanno alle prossime elezioni.

Mai come in questo ambito vale il suggerimento: “fai scelte come se non dovessi essere rieletto”.

Alberto Speciale

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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