Referendum Cittadinanza, Traguardi invita a votare sì?

 
 

“Cittadinanza: se ce l’hai, usala bene” è il titolo che il Movimento Civico Traguardi ha deciso di dare a un incontro pubblico, organizzato in piazza Corrubio lo scorso 4 giugno insieme a Verona Radicale e al Comitato referendum cittadinanza Verona, per promuovere il “SÌ” al quesito referendario sulla cittadinanza in vista del voto dell’8 e 9 giugno.

Ospiti del movimento civico e della Presidente Beatrice Verzè, che ha moderato l’incontro, Giacomo Melotti, avvocato del Foro di Verona, e Veronica Atitsogbe, vicepresidente del Consiglio Comunale e rappresentante del Comitato referendum cittadinanza Verona.

“Come rappresentanti delle istituzioni, siamo chiamati a invitare tutte le cittadine e tutti i cittadini ad esprimere il loro diritto democratico al voto, a prescindere dalla posizione che vorranno prendere. E nel caso del quesito specifico, che mira a portare da 10 a 5 anni il termine di residenza in Italia per ottenere la cittadinanza, aderire a questa istanza dovrebbe essere considerata una questione di buon senso e di civiltà. Noi, consigliere e consiglieri, che ogni settimana prestiamo servizio come ufficiali di stato civile per la concessione delle nuove cittadinanze misuriamo questa urgenza quotidianamente negli occhi e nelle parole delle persone che vengono a giurare. Persone che fanno parte da tempo delle nostre comunità, che vivono e lavorano in Italia e a Verona da quindici o vent’anni, perché le procedure e i requisiti richiedono tempi molto più lunghi rispetto ai 10 anni previsti dalla legge, e che sempre più spesso sono addirittura nate o cresciute qui. Persone che hanno frequentato le nostre scuole, che lavorano e contribuiscono, con tasse consumi e contributi, alla nostra economia, che arricchiscono la nostra cultura e nutrono la nostra vita sociale, che spesso non conoscono altra patria e che, ciò nonostante, ancora non hanno la possibilità di godere di quello che non dovrebbe essere considerato un privilegio concesso dall’alto, ma un diritto sacrosanto, caro a chiunque si riconosca in una cultura politica liberale. Anche dopo l’auspicabile vittoria del “sì”, le norme che regolano l’ottenimento della cittadinanza italiana rimarranno non soltanto tutt’altro che generose, ma anche in larga parte intricate e bizantine. Una riforma resta, dunque, è urgente, in un’ottica di razionalizzazione normativa oltre che in nome di un senso elementare di giustizia. Ma il referendum può essere un primo passo importante: per questo invitiamo tutte e tutti coloro che la cittadinanza italiana ce l’hanno già ad usarla al meglio: andato andare a votare, e a votare sì!”