Raglio d’asino non sale in cielo: la coda di paglia di Galli Righi

 
 

Sulla vicenda del licenziamento di Maria Cristina Motta, interviene l’ex presidente di Agec, Massimo Galli Righi, politicamente ridotto, con qualità amministrative da valutare, perché mosso probabilmente da intenzioni perniciose per la partecipata di via Noris.

A fine maggio, infatti, solo un paio di settimane prima delle votazioni, quando ancora era nei pieni poteri della propria Presidenza, il Righi (non la macchietta di Amici Miei di Monicelli), prolungò il contratto di lavoro alla Motta per ulteriori due anni. Un’operazione passata sotto traccia, ma che si è trascinata fino a ieri, e che in futuro avrà ricadute economiche importanti su Verona e sui veronesi. Per due motivi.

PRIMO: il nuovo Sindaco non ha potuto scegliersi il direttore generale più consono a sviluppare progetti e idee del nuovo corso (perché quel Righi, tutt’altro che lo stupido del Monicelli, aveva fatto prevalere logiche di “cosa sua”, insulse ai più banali canoni di Res Publica).

SECONDO: tranne che per il consigliere di minoranza, la proroga dell’incarico arrivò per alzate di mano di amministratori tosiani (candidati direttamente o con famigliari in appoggio a Patrizia Bisinella), nei confronti di un Legale Rappresentante il cui marito – Claudio Minaldo – figurava pure lui nella Lista Ama Verona di Patrizia Bisinella.

cerchiati, rigorosamente in maglia “Ama Verona” – Lista Bisinella – il marito di Motta, Claudio Minaldo, e la figlia dell’ex Presidente di Agec Massimo Galli Righi, Elena.

Brindisi Lista Bisinella – cerchiati l’ex Direttore Generale Maria Cristina Motta, a fianco del marito Claudio Minaldo, e la figlia dell’ex Presidente di Agec Massimo Galli Righi, Elena.

Conferenza Movimento Ama Verona – ultimo a destra, Massimo Galli Righi, a fianco di Patrizia Bisinella.

Insomma, al Righi è attribuibile non soltanto il peccato originale, ma anche l’inesistente senso del pudore. Una manovra gravissima che la Procura dovrebbe valutare di indagare (l’esposto c’è già), soprattutto ora che pare scontato il ricorso di Motta, con il conseguente sperpero di denari pubblici dalle casse di Agec e del Comune.

Ma non fossero bastati i danni causati (peggio di una gragnola), il Righi fa ancora capolino sulla stampa locale, e spavaldamente straparla sulla legittimità del contratto Motta.

Rileva a L’Arena – il Righi.

Al tempo “ci furono contestazioni, sulla base di un precedente parere legale dell’avvocato Cacciavillani che pure contestava la legittimità dell’incarico, ma dissi che se qualcuno avesse ritenuto illegittima la selezione sarebbe potuto ricorrere al Tar. Ma nessuno lo fece. Ora dunque c’è stata una decisione politica del cda”.

La butta sul Tar, il Signor Righi, e si mette a raccontare bugie.

Righi, Righi, ma se fu proprio un consigliere del CDA che lei presiedeva (Colognato), a richiedere il parere pro veritate dell’Avv. Chiara Cacciavillani, perché mai altri avrebbero dovuto approfondire qualcosa di cui lei medesimo, essendo la massima espressione amministrativa dell’Ente, avrebbe dovuto esaminare?

Agli organi inquirenti la facile sentenza.

Michele Coratto

 
 

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