Provincia di Verona: Piano degli Obiettivi 2019. Allarmanti le criticità dell’Area Ambiente

 
 

“Per questo è doveroso ribadire che le attività considerate in questo strumento di programmazione risultano essere quelle strettamente indispensabili in quanto assolutamente e indifferibilmente necessarie alla salvaguardia del primario interesse della tutela dell’ambiente, (…) anche in relazione alle particolarmente gravi conseguenze, termini di responsabilità penali, civili ed erariali, connesse ad eventuali carenze nello svolgimento di dette funzioni.”

In data 28 marzo 2018 il Consiglio provinciale di Verona ha provveduto all’approvazione del piano di riassetto organizzativo della Provincia. Con tale delibera il consiglio ha dato atto del nuovo percorso che si sta cercando di percorrere per un ripensamento a livello nazionale circa le la funzione della province, considerato  il percorso iniziato con la cosiddetta “legge Delrio” fino alla mancata conferma referendaria della riforma costituzionale.

In questo contesto fino all’attuazione delle procedure di legge l’assunzione di nuovo personale, e l’assegnazione dello stesso agli uffici, le strutture provinciali di riferimento per l’esercizio delle funzioni in materia ambientale si trovano ad operare in una situazione che, rispetto allo scorso anno, ha registrato una ulteriore riduzione di personale.

Conseguentemente la Provincia ribadisce che le attività considerate nello strumento di programmazione per l’anno 2019 (PDO) risultano essere quelle strettamente indispensabili in quanto assolutamente e indifferibilmente necessarie alla salvaguardia del primario interesse della tutela dell’ambiente e, nelle sue diverse componenti, che fonda l’attribuzione delle funzioni, proprie o delegate di cui dette attività sono espressione anche in relazione alle particolarmente gravi conseguenze, termini di responsabilità penali, civili ed erariali, connesse ad eventuali carenze nello svolgimento di dette funzioni.

In sintesi: facciamo quello che possiamo con quello che abbiamo dando priorità all’esecuzione di quelle attività che qualora non svolte esporrebbe la Provincia, o il Dirigente, a responsabilità penali, civili ed erariali.  

E’ da evidenziare che la materia ambiente, nelle sue differenti declinazioni costituisce l’esempio tipico della presenza di una molteplicità di livelli di potestà normativa (Europea, Stato, Regioni). Ad oggi infatti, con ruoli diversi, esistono ben 5 livelli di governo ( Unione Europea, Stato, Regioni, Province, Comuni) che hanno titolo di intervento differente, in tema di ambiente. A questa complessa “frammentazione verticale” dei poteri si aggiungono i numerosi soggetti privati, associazioni e comitati in primo luogo, che svolgono anche funzioni pubbliche sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale costituzionale.

Giova inoltre ricordare che, come ha ampiamente affermato la giurisprudenza costituzionale italiana, l’ambiente costituisce un valore, uno scopo e quindi è esso stesso e, a sua volta un obiettivo da perseguire in modo trasversale su tutti gli altri ambiti umani oggetto di intervento da parte dei dei pubblici poteri.

Un breve e sintetico quadro conoscitivo della situazione provinciale veronese, ci potrà guidare a capire meglio l’universo delle funzioni proprie e delegate campo ambientale che ancora afferiscono alla provincia. In particolare:

Funzioni in materia di difesa del suolo: relativamente alle attività estrattive sul territorio provinciale ci sono 211 cave autorizzate e 4 concessioni minerarie, tutte inattive. Con riferimento alla cosiddetta “direttiva nitrati” nel territorio Provinciale vi sono circa 2.500 imprese agricole che si sono avvalse e di comunicazione per l’utilizzo degli effluenti di allevamento a scopo agronomico. Data la drastica riduzione di personale potrebbe non essere più possibile garantire i livelli di puntuale verifica precedentemente assicurati. Sul territorio insistono 82 allevamenti intensivi a regime di AIA che costituiscono più della metà di quelli complessivamente presenti nel territorio regionale. Gli impianti intensivi soggetti all’obbligo di riesame sono attualmente 256. Con riferimento agli scarichi di acque reflue in provincia esistono 89 chiarificatori Imhoff a servizio di Pubbliche fognature e 88 altri impianti di depurazione pubblici. Per quel che riguarda i reflui industriali si segnalano 545 scarichi di attività produttive non collegate alla pubblica fognatura.

Funzioni in materia di tutela dell’aria: nel territorio della provincia sono presenti, con competenza provinciale, 4.000 impianti soggetti ad autorizzazione ordinaria di cui 110 con piano solventi e circa 750 impianti industriali e 300 allevamenti. Il territorio Provinciale annovera 69 impianti industriali soggetti al regime AIA di cui 8 appartenenti al comparto chimica.

Funzioni in materia di gestione rifiuti: nel territorio della provincia sono presenti 181 impianti di gestione rifiuti speciali operanti in regime ordinario di competenza provinciale, 38 discariche, 134 impianti di gestione operanti in regime semplificato, 2 impianti di gestione RSU e 19 aree attrezzate al ricevimento di rifiuti urbani. Per quanto riguarda i procedimenti di bonifica nel territorio della Provincia sono presenti 222 siti soggetti a tali procedimenti a cui si aggiungono circa  780 situazioni di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti. Sono situazioni rispetto alle quali la Provincia è chiamata ad esercitare, in proprio o per delega, poteri di supporto dei comuni. Inoltre la Provincia è obbligata ad attivarsi per l’individuazione del responsabile dell’inquinamento nonché per ogni attività istruttoria connessa la procedura di bonifica.

Con la Deliberazione n. 29 del 11/04/2019 la Provincia di Verona ha approvato il piano esecutivo di gestione (PEG) 2019-2021 e il Piano dettagliato degli obiettivi (PDO) per l’anno 2019.

Dalla lettura del documento l’analisi effettuata dalla Provincia relativa all‘obiettivo Ambiente è a dir poco drammatica oltre che allarmante. L’esatta copia della situazione in cui versano le Province italiane, personale ridotto e rimesse finanziarie indecorose rispetto alle competenze che ancora ricadono sotto la loro responsabilità. L’ex presidente Pastorello in tal senso lo aveva sempre denunciato per tutta la durata del suo mandato, in particolare modo la grave situazione della manutenzione delle scuole di competenza provinciale (che permane, ndr). Inutilmente.

Dopo aver letto, più o meno attentamente, le 740 pagine che compongono il documento, suddiviso in volumi, ho deciso di concentrarmi sul Volume 4, quello dedicato all’Area funzionale servizi in campo ambientale. Sono molte le criticità ivi contenute così descritte tra le “Avvertenze e considerazioni generali”.

La prima tra tutte, ripetuta con ridondate cantilena, è quella che evidenzia la necessità di fondi per servizi di monitoraggio e valutazione tecnico-scientifica in in campo ambientale.

Per la Provincia nell’attuale situazione di grave carenza di ogni tipo di risorse, sono da considerare attività prioritarie le attività nelle quali si esprime la funzione di “controllo successivo” a salvaguardia del bene ambiente e solo successivamente ogni altra attività di carattere autorizzatorio, preventivo un ulteriore, inevitabile, rallentamento dei tempi di adozione dei provvedimenti abilitativi.

Per quel che riguarda gli esami delle AIA, nel tempo residuo rispetto ai “controlli successivi”, in attesa di un riscontro regionale sulla delega in materia la Provincia fornisce l’indirizzo di privilegiare i riesami per i quali siano scaduti o stiano scadendo i termini europei. Mentre per  le AUA, nel tempo residuo rispetto ai “controlli successivi”, la Provincia proverà a tentare di assicurare le attività a rischio di fermo o non inizio.

In tema di controlli degli impianti termici, viene impartito l’indirizzo di svolgere esclusivamente l’attività di segnalare ai comuni territorialmente interessati i nominativi dei gestori degli impianti non conformi che il sistema regionale CIRCE segnala alla Provincia in automatico.

Nell’attuale situazione di grave carenza di ogni tipo di risorse, per quel che riguarda le AUA, nel tempo residuo rispetto ai “controlli successivi”, si fornisce l’indirizzo di tentare di assicurare le attività a rischio di fermo o non inizio.

Nell’attuale situazione di grave carenza di ogni tipo di risorse, viene impartito l’indirizzo di svolgere solo l’assolutamente necessario per quanto riguarda l’esercizio dei poteri in tema di inquinamento atmosferico, nell’ambito del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Aria (PRTRA) e del nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di risanamento per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino Padano, in attesa dei richiesti chiarimenti regionali.

L’esercizio dell’attività sostitutiva in materia di bonifica dei siti contaminati non verrà attuata se non a seguito degli indirizzi che l’Amministrazione provinciale vorrà adottare, fornendo gli strumenti e le risorse umane necessari. Relativamente alla mancanza del criterio dell’ordine di priorità tra i diversi siti contaminati vanno evidenziate le novità intervenute e le connesse criticità. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, adottato dalla Regione Veneto con D.C.R. n.30 del 29 aprile 2015, include, quale parte integrante del Piano stesso, il Piano Regionale per la Bonifica delle Aree Inquinate (PRBAI). Tale piano contiene un elenco dei siti di interesse pubblico cioè quelli in cui il soggetto pubblico è il responsabile dell’inquinamento o è proprietario dell’area interessata dall’inquinamento oppure interviene in sostituzione del responsabile inadempiente o non rintracciabile nella situazione delle procedure previste per la messa in sicurezza e ripristino individuati per la Provincia di Verona in numero di 16 che risulta non aggiornato. Inoltre dallo stesso PRBAI non risulta ancora definito dalla Regione l’ordine di priorità tra siti previsto dalla norma nazionale.

La Provincia inoltre, si legge nel documento, in carenza di personale aggiuntivo, considerato che le osservazioni ed i pareri nell’ambito delle procedure VIA di altri Enti non sono obbligatorie, la Provincia non esprimerà più pareri nelle procedure di VIA di altri Enti, (Regione o Stato), ad eccezione dei seguenti casi:

  • quando espressamente richiesto dal Presidente della Provincia (o del Comitato) per l’importanza o rilevanza del progetto in esame;
  • quando la competenza sia assunta dalla Regione per l’applicazione del principio dell’“attività principale” ma riguardi anche interventi di competenza provinciale.

Inoltre, tenuto conto della situazione di estrema carenza di risorse umane da dedicare per quel che attiene il “controllo successivo” in materia di VIA, si rende necessario concentrare l’attenzione su esposti e segnalazioni provenienti sia da altri Uffici Provinciali sia provenienti dall’esterno.

Un’ultima osservazione. Poiché nella Legge di bilancio 2018 è venuto meno il divieto per le province di conferire incarichi di studio consulenza, nella programmazione per l’anno 2019 potranno essere affidati gli incarichi nel rispetto dei limiti stabiliti dal D.L. 78/2010, art. 6, c.7, ovvero il 20% di quanto speso nell’anno 2009.

La Provincia di Verona potrà pertanto impegnare fondi nel 2019 per conferire incarichi di studio e consulenza per la somma di totali 22.903,91 euro (!!!). E’ questo il prezzo per la difesa dell’Ambiente?

Alberto Speciale

 

 

 

 

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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