Promesse e Contraddizioni, il disallineamento di retorica e azione politica

 
 

La conferma dell’immunità parlamentare per Ilaria Salis al Parlamento Europeo non è solo una questione giudiziaria o di diritti. È anche uno specchio che riflette le contraddizioni di una politica che, sempre più spesso, predica una cosa e ne pratica un’altra.

Il centrodestra italiano – oggi al governo nazionale e in molte Regioni – di fronte alla richiesta di revoca dell’immunità per Salis, detenuta per mesi in condizioni contestate a Budapest, non tiene una linea compatta né tantomeno coerente.

Si è oscillato tra chi chiedeva “pugno duro” e chi, più pragmaticamente, ha preferito non urtare l’alleato europeo del PPE e di alcune destre continentali. Il risultato: dichiarazioni altisonanti sulla difesa della giustizia e dei diritti, ma pochi atti conseguenti.

Lo stesso copione in Veneto

Uno schema che si ripete.Basta guardare al Veneto, dove da anni si attende l’autonomia differenziata promessa dalla Lega e invocata a gran voce dal governatore Luca Zaia.

Da tempo, il centrodestra non ha più alibi: guida la Regione, siede a Palazzo Chigi e ha i numeri in Parlamento. Eppure, l’autonomia resta un titolo da comizio più che un risultato concreto. Gli accordi con lo Stato arrancano, le leggi attuative mancano, e le competenze da trasferire sono ancora terreno di trattativa.

Intanto, le promesse ai cittadini rischiano di logorarsi. Gli elettori del Nord, che avevano creduto nella svolta autonomista come simbolo di efficienza e responsabilità territoriale, vedono oggi rinviato un obiettivo che sembrava a portata di mano.

La distanza tra dire e fare

Il caso Salis e la questione dell’autonomia veneta raccontano, in fondo, la stessa storia: quella di una politica che comunica molto ma realizza poco.

Il linguaggio è spesso roboante – “sovranità”, “giustizia”, “autonomia”, “diritti” – ma alla prova dei fatti prevalgono le tattiche di partito, le alleanze europee da non incrinare, gli equilibri interni da mantenere.

Il rischio è che a forza di parole mancate si consumi anche la fiducia dei cittadini. Perché i voti si conquistano con le promesse, ma si mantengono solo con la coerenza. E ad oggi, la distanza tra il dire e il fare sembra essere tornata il vero spartiacque della politica italiana.

Pippola da Caldier