Presunti molestatori sessuali in Arena – precisazione di Fondazione

 
 

Contattati dall’Ufficio della comunicazione di Fondazione Arena, relativamente alla pubblicazione della Lettera alla Redazione del Consigliere Comunale Pentastellato Alessandro Gennari dello scorso 15 luglio,

7 agosto, Arena di Verona, il maestro Gustav Kuhn dirigerà l’orchestra per un omaggio a Wagner. Tutto bene se non fosse un altro esponente di quella che definirei “categoria degli orchi”.

Il Maestro è infatti stato allontanato da Erl in sudtirolo, per molestie e mobbing reiterate fino al 2017, almeno secondo le 5 testimoni.

Ora io mi chiedo: “ma tutti qua vengono”? Dopo Domingo e Kuhn all’Arena e Levine al Maggio Fiorentino insieme al già citato Domingo e a Daniele Gatti, altro presunto molestatore, mi chiedo se sia possibile avere dei festival liberi da presenze con reati sessuali veri o presunti alle spalle. È umiliante, vergognoso ed indecente.

Kuhn che viene chiamato a dirigere un omaggio a Wagner spiega il perché delle vendite decisamente sotto ritmo. L’Arena gode di un pubblico proveniente da paesi del nord Europa da sempre. Chi viene in Arena ama godersi Verdi, Puccini, insomma il repertorio Italiano. Se l’offerta cambia con il loro Wagner, che possono sentire dietro casa, in pochi sono interessati. Soprattutto con quei prezzi e in tempi di post pandemia. Una proposta fallimentare in partenza.

Ulteriore aggravio, la negativa e iperbolica percezione che l’estero appiccica sui presunti colpevoli di condotte morali sotto la lente per reati sessuali.

Diametralmente opposto ai vezzi dei nostri governanti, che invece di essere sentinelle ed evitare accuratamente di conferire incarichi a professionisti di dubbia moralità, si assiepano sulle gradinate de l’Arena e applaudono fragorosamente.

Alessandro Gennari

Consigliere Comunale Movimento 5 Stelle

ci viene evidenziato, con preghiera di esplicitazione, che nessun artista citato dal consigliere comunale è mai stato condannato e nemmeno finito a processo.

 
 

1 COMMENTO

  1. mi pare che la domanda che l’opinione pubblica si può fare sia circa l’opportunità di inserire nel cartellone artisti che certamente non godono in questo momento di una fama favorevole. Se tutto ciò faccia bene all’immagine della Fondazione e se tutto ciò alla fine valga la pena di averlo rischiato, economicamente parlando, lo sapremo tutti solo in fondo se la trasparenza della Fondazione si rivelerà certa e veritiera.
    Certo forse con i molti nomi di direttori “specialisti” si sarebbe potuto trovare alternative diverse.

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