Musicista, compositore e pioniere nell’educazione dei bambini un tempo definiti “sordomuti”, Don Antonio Provolo è oggi protagonista di una riscoperta che unisce storia, scienza e arte. Grazie a uno studio storico e fisiognomico condotto da un’équipe di esperti, è stato possibile ricostruire con rigore il suo aspetto originario, andando oltre le immagini tramandate dalle biografie e dai disegni ottocenteschi.
Il risultato di questa indagine è stato svelato il 5 giugno, alla comunità nel corso di una cerimonia aperta alla cittadinanza al Teatro dell’Istituto Gresner. È stato presentato il nuovo ritratto ufficiale del sacerdote veronese, realizzato dall’artista spagnolo Raúl Berzosa, già noto a livello internazionale per le sue opere di arte sacra.
Sono intervenuti Madre Elisa Duarte Cabrera, Superiora Generale delle Suore della Compagnia di Maria, Padre Ángel Ayala Guijarro dei Padri Scolopi, postulatore della causa di beatificazione del Venerabile Provolo e Don Robert Frainer, Superiore Generale della Compagnia di Maria. Presenti autorità religiose e civili. A moderare l’evento aperto alla cittadinanza Elisa Tagliani.
“Questa nuova immagine serve per la causa di canonizzazione, ogni causa infatti è legata ad un’immagine ufficiale. Questo serve per collegare la causa alla persona – afferma il postulatore Padre Ángel Ayala Guijarro –. L’evento di questo pomeriggio è molto importante perché sveleremo il nuovo volto di Don Provolo, una continuità con le tradizioni iconografiche provoliane. Don Provolo è protagonista di questo ritratto a mezzo busto, sullo sfondo la città di Verona e in primo piano un volto nuovo, giovane e sorridente”.
“L’attesa per noi è stata già una festa. Quella di oggi per noi è la conclusione delle giornate di preparazione che ha coinvolto tutto l’istituto – afferma Madre Elisa Duarte Cabrera, Superiora Generale delle Suore della Compagnia di Maria–. Vogliamo presentare questa nuova immagine di Antonio Provolo, che per noi è una perla preziosa, e i valori che ci ha trasmesso. Lui è ancora vivo in mezzo a noi ed il suo carisma si è allargato, perché oggi non ci occupiamo più soltanto delle persone sorde, ma anche di altri tipi di disabilità. Come dice la parola Effatà, la nostra è un’apertura verso le necessità delle realtà in cui ci troviamo. Il messaggio che vorremmo dare è quello di una luce di speranza”.
Un’occasione per riscoprire, quindi, il passato, ma soprattutto per rinnovare, con consapevolezza e gratitudine, l’impegno attivo verso un’educazione fondata sulla dignità della persona, sull’ascolto esull’inclusione: valori che Don Antonio Provolo ha saputo trasformare in azione concreta.
“Quello dello svelamento del vero volto del nostro fondatore è stato un momento di profonda emozione e grande significato – dichiara Carlo Nogara, Direttore Generale dell’Istituto Fortunata Gresner –. Un vero e proprio dono per tutta la comunità educativa e per la città di Verona, che oggi ha potuto riscoprire, attraverso l’arte e la ricerca, la figura di un uomo straordinario non solo per la sua generosità, ma anche per la visione pedagogica innovativa che lo ha reso un pioniere nel campo dell’educazione ai bambini. Don Antonio Provolo ha tracciato un solco profondo, lasciandoci un metodo che, pur nato nell’Ottocento, conserva una sorprendente attualità nei suoi principi educativi. Restituire oggi il suo volto autentico significa rendere onore alla sua memoria, ma anche rinnovare l’impegno a custodire e tramandare il suo insegnamento. Questo ritratto non è solo un’immagine: è un segno tangibile della nostra gratitudine e della responsabilità che sentiamo nel continuare la sua opera”.
Un evento denso di emozioni, dedicato non solo alla restituzione dell’immagine del Venerabile Don Antonio Provolo, ma anche alla celebrazione della sua visione educativa, ancora oggi fonte d’ispirazione. Il programma dell’evento ha visto un prezioso approfondimento musicale a cura del Conservatorio “Evaristo Felice Dall’Abaco” di Verona, con la partecipazione del Maestro Edoardo Maria Strabbioli, Vicedirettore del Conservatorio, che ha impreziosito il momento con l’esecuzione di una selezione raffinata di sonate per pianoforte, spaziando da Mompou a Schumann.
Un pomeriggio immersivo, capace di unire arte pittorica, musica e riflessione, regalando al pubblico presente (tra cittadini, religiosi, educatori e rappresentanti istituzionali) un’esperienza condivisa e coinvolgente, scandita da emozioni autentiche e dal senso profondo di appartenenza a una storia viva.