Prendiamo un caffè? I dati Fipe sui consumi al bar

 
 

Al bar, caffè espresso e cappuccino rimangono i prodotti di più ampio consumo: questa una delle (non sconcertanti) conclusioni che emergono dal Rapporto Ristorazione della Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi,  presentato martedì 29 gennaio in conferenza stampa a Roma, durante la quale sono state esposti anche dati da un’indagine Fipe sulla relazione tra cibo, salute e benessere, alla presenza dei vertici della Federazione e con la ministra Giulia Grillo come ospite d’onore.

I numeri – Il rapporto offre un giro d’orizzonte sul pianeta dei pubblici esercizi: una realtà ampiamente diffusa in ogni regione, in particolare nel mezzogiorno: a dicembre 2017 negli archivi delle Camere di Commercio italiane risultavano attive 333.647 imprese appartenenti al codice di attività 56, con il quale vengono classificati i servizi di ristorazione. Nel comparto bar si contano 149.154 imprese appartenenti al codice di attività 56.3 (bar e altri esercizi simili senza cucina). In sei regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania) si concentrano i due terzi delle imprese del settore. Le ditte individuali contano per il 54,2% delle imprese, con notevole variabilità regionale: dal valore minimo dell’Umbria (43,1%) a quello massimo della Calabria (77,3%).

I prezzi – Un caffè? Dai 78 centesimi a Catanzaro, a un euro e 11 centesimi a Bolzano e Modena. Un cappuccino? Si va da un minimo di 1 euro e 5 centesimi a Benevento a un massimo di 1 euro e 56 centesimi ancora a Bolzano; il secondo prezzo più basso è stato rilevato nella capitale (1,07 euro).

Dove mangiamo? Il 65,7% degli intervistati consuma la colazione fuori casa almeno una o due volte al mese, l’11,2% dichiara di consumarla tutti i giorni. Il bar/caffè si conferma il luogo principe per tutti e tre i profili di consumatori (heavy consumer, average consumer e low consumer), senza distinzione di genere, età o area geografica. Il bar pasticceria è il secondo luogo preferito dagli italiani per fare colazione, in prevalenza dalle donne (65,7% vs 60,3% degli uomini) e nel Nord Est (66,1%). Il negozio al dettaglio alimentare ha subito, rispetto all’anno scorso, una lieve diminuzione (nel 2017 raccoglieva il 10,1% delle preferenze, quest’anno il 9,7%) frequentato in prevalenza dai low consumer.

Il 66,7% degli intervistati consuma il pranzo fuori casa almeno una o due volte al mese, l’11,3% pranza fuori casa tutti i giorni. Oltre il 25% degli intervistati afferma che, rispetto al 2017, il consumo fuori casa in occasione del pranzo è aumentato, mentre nel 59,4% dei casi è rimasto invariato. Il luogo preferito per pranzare fuori casa durante la settimana è il bar: la pensa così il 39%. Il 36,7% sceglie, invece, la trattoria/osteria/ristorante.

Siamo in forma? In tutto ciò, il 97,1%, quasi la totalità degli intervistati, dichiara che salute e benessere dipendono da ciò che si mangia, ma il 36% della popolazione è sovrappeso e l’11% è obesa.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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