Pregiati corredi tessili ricamati in esposizione al Museo Diocesano di San Fermo

 
 

“Un’antica coperta in Boutis provenzale e preziosi manufatti tessili religiosi. Capolavori da conoscere e conservare” è il titolo dell’incontro aperto a tutti che si terrà domani alle 16.00 nell’auditorium del Museo Diocesano di San Fermo Maggiore (ingresso dal cancello del chiostro in via Dogana).

Durante l’incontro saranno mostrati i più pregiati corredi tessili ricamati rinvenuti nel monastero di Santa Elisabetta a Verona e donati al Gruppo Giovani di Povegliano. Si tratta di tovaglie, centro tavola, piviali e camici sapientemente ricamati da Maestre dell’arte serica. Sono capolavori unici per le elaborate tecniche utilizzate, purtroppo di difficile imitazione. Tra questi importanti manufatti, che testimoniano di un’arte antica prettamente femminile, vi è anche una coperta realizzata con varie tecniche di ricamo tra cui quella principale: il Boutis provenzale. Grazie alla preziosa collaborazione con le maestre Teresa Zaja e Gabriella Gallio, che operano rispettivamente nell’associazione Punti d’Incontro e nel Museo dell’Arte del Merletto dell’istituto femminile don Nicola Mazza, si cercherà di capirne la provenienza e la particolarità dei ricami. Ad oggi, infatti, tutti questi manufatti aspettano di trovare una giusta collocazione che potrebbe in parte essere nella villa Balladoro a Povegliano. Ma non basta per contenere almeno quelli più importanti. L’incontro ha lo scopo di sensibilizzare riguardo a questa arte poco conosciuta ma molto praticata fino a qualche decennio fa per poter valorizzare correttamente questi prodotti frutto dell’ingegno creativo del genere femminile.


«Si tratta di una singolare opportunità – rivela il direttore del Museo Diocesano, don Maurizio Viviani – per avvicinarsi ad uno straordinario manufatto che ci consegna una triplice ricchezza: di esperienza tramandata di generazione in generazione, di grande abilità manuale e di positivo riscatto personale e sociale».

A Verona esiste già un museo dell’arte del merletto ed è nell’istituto don Nicola Mazza il quale, nell’Ottocento, fu il primo in città ad avviare giovani donne indigenti all’attività del ricamo. Il museo è attualmente visitabile solo su prenotazione in quanto gestito dalla maestra Gabriella Gallio, l’ultima discendente della scuola del Mazza.

Per prenotare la visita si può chiamare il numero 0458032619

 
 

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