“Praedicate Evangelium”, la nuova Costituzione sulla Curia. “Ogni cristiano è un discepolo missionario”

 
 

Promulgato dal Papa, il testo sistematizza molte riforme già attuate in questi anni. Entrerà in vigore il 5 giugno 2022, Solennità di Pentecoste. La nuova Costituzione conferisce una struttura più missionaria alla Curia perché sia sempre più al servizio delle Chiese particolari e dell’evangelizzazione. Unificate Propaganda Fide e Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione, il prefetto sarà il Papa


E’ stata promulgata il 19 marzo, nella Solennità di San Giuseppe, la nuova Costituzione apostolica sulla Curia romana e il suo servizio alla Chiesa e al mondo “Praedicate evangelium” ed entrerà in vigore il prossimo 5 giugno, Solennità di Pentecoste. Il testo è frutto di un lungo lavoro collegiale, che ha preso spunto dagli incontri del pre-conclave 2013, ha coinvolto il Consiglio dei Cardinali, con riunioni dall’ottobre 2013 al febbraio scorso, ed è continuato sotto la guida del Papa con vari contributi dalle Chiese di tutto il mondo.

La nuova Costituzione, che sostituisce la “Pastor bonus” di Giovanni Paolo II promulgata il 28 giugno 1988 e in vigore dal primo marzo 1989, è costituita da 250 articoli.

Lo scorso lunedì 21 marzo alle 11.30 il testo è stato presentato nella Sala Stampa della Santa Sede dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, da monsignor Marco Mellino, segretario del Consiglio di Cardinali, e dal padre gesuita Gianfranco Ghirlanda, canonista, professore emerito della Pontificia Università Gregoriana.

La nuova Costituzione sancisce un percorso di riforma già quasi interamente attuato negli ultimi nove anni, tramite gli accorpamenti e gli aggiustamenti avvenuti, che hanno portato alla nascita di nuovi Dicasteri. Nel testo si sottolinea che “la Curia romana è composta dalla Segreteria di Stato, dai Dicasteri e dagli Organismi, tutti giuridicamente pari tra loro”.

Tra le novità più significative al riguardo contenute nel documento c’è l’accorpamento del Dicastero per l’Evangelizzazione della precedente Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli e del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione: i due capi dicastero diventano entrambi pro-prefetti, perché la prefettura di questo nuovo Dicastero è riservata al Papa. Si legge infatti nella Costituzione: “Il Dicastero per l’Evangelizzazione è presieduto direttamente dal Romano Pontefice”.

Viene poi istituito il Dicastero per il Servizio della Carità, rappresentato dall’Elemosineria, che assume così un ruolo più significativo nella Curia. Un altro accorpamento riguarda la Commissione per la tutela dei minori, che entra a far parte del Dicastero per la Dottrina della Fede, continuando ad operare con norme proprie e avendo un presidente e un segretario proprio.

Una parte fondamentale del documento è quella che riguarda i principi generali. Nel preambolo si ricorda che ogni cristiano è un discepolo missionario. Fondamentale, tra i principi generali, la specificazione che tutti – e dunque anche fedeli laici e laichepossono essere nominati in ruoli di governo della Curia romana, in forza della potestà vicaria del Successore di Pietro: “Ogni cristiano, in virtù del Battesimo, è un discepolo- missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù. Non si può non tenerne conto nell’aggiornamento della Curia, la cui riforma, pertanto, deve prevedere il coinvolgimento di laiche e laici, anche in ruoli di governo e di responsabilità”.

Il testo sottolinea inoltre che la Curia è uno strumento al servizio del Vescovo di Roma anche a utilità della Chiesa universale e dunque degli episcopati e delle Chiese locali. Un altro punto significativo riguarda la spiritualità: anche i membri della Curia romana sono “discepoli missionari”. Evidenziata in particolare la sinodalità, come modalità di lavoro usuale per la Curia romana, un percorso già in atto, da sviluppare sempre di più.

Altri aspetti contenuti nel documento sono la sottolineatura della definizione della Segreteria di Stato come “segreteria papale”, il passaggio dell’Ufficio del personale della Curia alla Segreteria per l’Economia (Spe), l’indicazione che l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) deve agire tramite l’attività strumentale dell’Istituto per le Opere di Religione.

Ancora, viene stabilito che per i chierici e i religiosi in servizio nella Curia romana il mandato è quinquennale e può essere rinnovato per un secondo quinquennio, concluso il quale essi tornano alle diocesi e alle comunità di riferimento. Qualora i Superiori della Curia romana lo ritengano opportuno il servizio può essere prorogato per un altro periodo di cinque anni.

Il documento indica chiaramente che quanti prestano servizio nella Curia sono scelti tra Vescovi, presbiteri, diaconi, membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica e laici che si distinguono per vita spirituale, buona esperienza pastorale, sobrietà di vita e amore ai poveri, spirito di comunione e di servizio, competenza nelle materie loro affidate, capacità di discernimento dei segni dei tempi. Per questo si rende necessario dedicare attenta cura alla scelta e alla formazione del personale, così come all’organizzazione del lavoro e alla crescita personale e professionale di ciascuno.

Le nuove “indicazioni curiali”, ci scommetto, non tarderanno a trovare applicazione anche all’interno delle 227 diocesi italiane (in attesa della riduzione come richiesto dal Papa), soprattutto all’interno delle 25.555 parrochie con i ripettivi parroci.

Alberto Speciale

(Fonte notizia ed immagine da Vatican News)

 

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa e studiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

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