Pnrr, Verona presenta progetti adeguati non finanziati per vulnerabilità sociale

 
 

Dopo le polemiche sollevate dai consiglieri di minoranza, arriva la replica della maggioranza.

Il Pnrr- Piano nazionale di ripresa e resilienza assegna quasi la metà dei fondi per la rigenerazione urbana a 4 regioni del sud. Dei 3,4 miliardi complessivi, 451 milioni sono stati destinati alla Campania, 408 alla Sicilia, 387 alla Puglia e 328 al Lazio. Mentre il Veneto è fanalino di coda con soli 30 milioni. Seguono solo Valle D’Aosta, Friuli, Trentino e Basilicata.
A fare da ago della bilancia nell’assegnazione dei fondi, fra i vari parametri, è l’indice Istat di vulnerabilità sociale e materiale, che valuta fattori quali alfabetizzazione, percentuale di disoccupazione, inattività giovanile e percentuale di famiglie con disagio economico. Motivo per cui Verona, nonostante i due progetti ammessi, in quanto perfettamente adeguati e in linea con il bando, al momento non vede finanziata nè la riqualificazione di parte dell’Arsenale nè la realizzazione del Parco della Cultura Urbana. Troppo basso l’indice scaligero, in quanto elevata la qualità della vita.

Verona e i progetti ammessi.

Il bando prevedeva che ogni Comune presentasse interventi per un massimo di 20 milioni di euro. Da qua la scelta dell’Amministrazione comunale di chiedere finanziamenti per due importanti opere: Arsenale e Parco della Cultura urbana. Interventi in grado di rispondere a tutti i requisiti del bando, tra cui l’essere già inseriti nel Piano Triennale delle opere pubbliche e realizzabili nei tempi stretti previsti dal Pnrr, entro il 2023 aggiudicazione lavori ed entro il 2026 fine cantieri. Parametri stringenti per cui tanti Comuni potrebbero, invece, rinunciare alle sovvenzioni.

La prima opera è la riqualificazione del cuore dell’Arsenale, destinata a diventare ‘ARS District’, per un totale di circa 18 milioni di euro. L’intervento prevede la ristrutturazione della Palazzina di Comando, per potenziare il sistema museale del Comune (biblioteche museali integrate, depositi visitabili del Museo di Storia Naturale dotati di laboratori, aule per studio e didattica, sale riunioni, servizi di accoglienza per il pubblico), così come l’ufficio marketing territoriale. E la Corte Centrale, dove sono previsti spazi per i giovani e le famiglie, uffici di co-working, incubatore di start-up, laboratori d’arte tecnologici e creativi, sale per riunioni e incontri, spazi dedicati al gioco. Infine il parco pubblico urbano all’esterno destinato al tempo libero, allo svago, allo sport e alle attività ricreative. Secondo progetto è la realizzazione del Parco della Cultura urbana con lo skate park su viale Galliano, all’interno delle Mura Magistrali, per circa 1 milione di euro. Un impianto sportivo per le discipline di ‘strada’, dallo skateboard al bouldering, ma anche parkour e slackline. Compresi spazi per la street art e l’esibizione di artisti. Entrambi con funzioni di rigenerazione, socializzazione, aggregazione. Esclusa dalla graduatoria la ristrutturazione delle scuole Fedeli per ulteriori 600 mila euro, già finanziata attraverso un altro bando.

Classifica.

La graduatoria definitiva, che posiziona Verona al 69° e al 70° posto tra gli ammessi non finanziati, vede il comune di Sant’Antimo, Napoli, al primo posto tra gli ammessi finanziati con un indice di vulnerabilità di 119,64. Bergamo, ultimo Comune con progetti sovvenzionati, registra ‘vulnerabilità e degrado’ pari a 98,94. Verona arriva solo dopo, con un indice di 98,22. E quindi esclusa dai fondi, almeno per il momento. Il Governo con l’ultima Finanziaria avrebbe già destinato ulteriori 300 milioni per coprire i progetti esclusi. Ne mancherebbero altri 600 per finanziare tutti gli ammessi. Da qua l’appello ai parlamentari scaligeri, affinchè vengano stanziati ulteriori somme, rispetto a quelle attuali che coprono la realizzazione di 1784 opere.

Ieri mattina, in diretta streaming, l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala ha spiegato il perché dei mancati finanziamenti a Verona, così come in quasi tutto il Veneto. E ha rinnovato l’appello affinchè tutti i progetti siano coperti dai fondi nel più breve tempo possibile.

E’ l’applicazione di questo indice che ci ha fortemente penalizzati – ha detto Segala -, e nient’altro. Sono parole al vento quelle delle minoranze, aggrappate a mille cavilli tutti inventati. I nostri non erano progetti raffazzonati, infatti sono stati promossi dalla severa selezione, ma abbiamo presentato una parte della visione complessiva per l’Arsenale, emersa dalla grande concertazione con i cittadini. Strano che stavolta alla sinistra non piaccia il processo partecipativo. Servivano progetti di recupero pronti e cantierabili e così sono i nostri, non era una gara al progetto più bello, ma interventi in linea con i requisiti anche di realizzazione. Infatti, i nostri sono stati ammessi con un ottimo punteggio, qualsiasi altra cosa detta è solo da parte di chi parla senza sapere. Il problema di Verona sta nell’indice di vulnerabilità, che danneggia tutto il Veneto, mentre le vicine città di Bergamo e Brescia hanno evidentemente un degrado sociale maggiore, accertato dall’indicatore. Speriamo che il Governo aumenti il budget e che la graduatoria rimanga valida. Sia per l’Arsenale, di cui è pronto il progetto definitivo, che per il Parco della Cultura urbana saremmo in grado di rispettare le tempistiche del bando, a differenza di tanti altri Comuni che potrebbero ritirarsi visti i parametri stingenti. Era difficile coinvolgere prima i parlamentari perché come tutti i bandi, con parametri decisi non certo territorialmente, bisogna aspettare l’esito della gara per sapere cosa succede, non si poteva certo intervenire sulla commissione giudicatrice”.

 
 

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