Manutenzione ordinaria, bonifica dall’amianto, mancanza di fondi; nonostante le diverse casistiche ché li rendono ancora non disponibili il lavoro di AGEC sugli alloggi sfitti c’è e si vede.
È stato presentato infatti il ‘Piano Riatti 2025‘ con la ricognizione aggiornata.
Previsti 200 interventi di varia entità; una corsa anche per dare risposta alla domanda di ‘casa’, un’esigenza dai numeri importanti per Verona.
L’accelerazione impressa da Agec ai Piani riatti degli ultimi anni 3-4 anni e la possibilità offerta ad enti e associazioni veronesi di assumere la gestione di una parte dello sfitto aziendale sembra stia dando buoni frutti: dal bilancio consuntivo aziendale 2024, da poco chiuso, gli sfitti di Agec risultano infatti essere scesi a 497 unità al 31 dicembre 2024 e le prospettive per il 2025 sono ancora piuttosto buone, seppure con qualche difficoltà emergente.
Assegnazioni ad enti e associazioni
Si ricorderà che a fine 2024 erano stati assegnati 5 alloggi alla cooperativa La Casa per il Immigrati e altri 2 alla Pia Opera Ciccarelli. Queste due realtà si sono impegnate a riattare gli immobili ricevuti in cambio della possibilità di destinarli alla propria utenza di riferimento (rispettivamente: persone senza casa e personale sanitario) fino a completa copertura delle spese sostenute.
In questi primi mesi del 2025 l’azienda sta concludendo un altro accordo per 27 appartamenti con alcuni enti cittadini, primo tra tutti Atv, alla ricerca di soluzioni abitative per i propri autisti. Negli ultimi giorni ha conosciuto una significativo avanzamento la trattativa con il cartello di associazioni del terzo settore veronesi che si erano proposte di assumere la gestione di una cinquantina di alloggi.
Piano riatti 2025
Sul fronte dell’operatività aziendale è partito il piano riatti 2025 per complessivi 200 interventi (suddivisi in 60 riatti veloci, 48 ordinari, 65 straordinari e 33 finanziati) che permetterà, tra l’altro, di mettere a terra lo stanziamento straordinario di 1,5 milioni di euro destinato dal Comune di Verona alla sistemazione delle unità immobiliari in condizioni più critiche.
Analisi degli sfitti
Dal momento che non tutti i riatti sono uguali e che la pianificazione annuale viene influenzata da numerosi fattori che possono influire in modo sensibile anche sul numero di alloggi sfitti in dato momento, i tecnici della funzione Patrimonio di Agec hanno condotto una radiografia della composizione del patrimonio residenziale aziendale non utilizzato mettendone a disposizione i risultati con la massima trasparenza confidando che ciò possa contribuire a chiarire la reale natura della situazione.
Tolti i 200 riatti programmati per il 2025, in parte già avviati, sono stati censiti 359 alloggi sfitti.
Sfitti non processabili
Su una parte considerevole di questi, pari a 162 alloggi, non sarebbe possibile né opportuno operare: 8 alloggi sono infatti destinati alla vendita nell’ambito dell’alienazione del complesso di Corte Spagnola; 3 sono destinati ad essere restituiti al Comune in base ad accordi vigenti con l’Amministrazione Comunale; 6 sono ruderi inservibili; 27 sono destinati ad Atv e altre realtà cittadine; 9 sono oggetto di progettazione che richiede tempo per l’acquisizione dei titoli edilizi necessari al riatto; 21 sono fermi per problematiche interferenziali con altri cantieri finanziati, è il caso degli alloggi sfitti del complesso Azzolini in borgo Roma finanziati con il Pinqua – Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare; 41 alloggi verranno riattati e riqualificati nei prossimi 2 anni all’interno del complesso di via Nicola Mazza oggetto di un intervento finanziato con il Fondo europeo di sviluppo regionale Pr-Fesr. Non da ultimo, ci sono altri 47 alloggi sui quali non è possibile intervenire perché per alcuni di questi (24 alloggi) non è stato ancora possibile ultimare le procedure di ritiro delle chiavi, per altri ci sono all’interno mobili da sgomberare (15 alloggi) oppure utenze ancora aperte (8 alloggi). Si tratta in quest’ultimi casi di lungaggini certamente tediose, tuttavia perfettamente fisiologiche.
Va comunque sottolineato che nelle case Agec non c’è alcuna occupazione abusiva.
Sfitti processabili
Questo significa che qualora, per pura ipotesi, Agec da domani potesse disporre di risorse illimitate, potrebbe mettere le mani soltanto sui restanti 197 alloggi, a cui si aggiungono i circa 200 appartamenti che normalmente si liberano nel corso dell’anno. A loro volta, i 197 alloggi processabili sono composti da 42 appartamenti in attesa di riatto, rimasti fuori dal piano riatti 2025 per carenza di risorse; 25 alloggi che dovranno essere oggetto di progettazione con l’acquisizione dei titoli edilizi necessari al riatto; 130 in cui è stata rilevata la presenza di pavimenti in vinil amianto, retaggio dei metodi costruttivi degli anni Settanta. Va precisato che lasciare i pavimenti intatti non viola alcuna norma ed è perfettamente sicuro sul piano sanitario, tuttavia si preferisce rimuovere il materiale ovunque sia presente onde evitare maggiori complicazioni in prospettiva, ad esempio in caso di riparazioni che richiedessero la rottura del pavimento, nel qual caso si dovrebbe spostare l’inquilino per tutto il tempo necessario alle operazioni di sostituzione e ripristino. Ciò ovviamente comporta un aggravio di tempi e di costi sui riatti nell’ordine dei 5-20 mila euro per ogni alloggio. Tali lavorazioni saranno oggetto di una specifica linea di intervento aziendale. Si parte quest’anno con la rimozione di tre pavimentazioni in alloggi di grandi dimensioni destinati ad ospitare altrettante famiglie numerose.

Tira le somme la presidente Agec Anita Viviani: “Lo sfitto è dunque il risultato di un equilibrio dinamico tra rilasci, assegnazioni e capacità aziendale di far fronte finanziariamente ed operativamente ai riatti, tenendo conto dei tempi tecnici necessari a rientrare in possesso degli alloggi, predisporre ed eseguire le lavorazioni prima dell’assegnazione. Da parte di Agec la capacità finanziaria è sicuramente sottodimensionata rispetto al bisogno effettivo (dal piano riatti 2025 sono rimasti fuori, come detto in precedenza, 42 alloggi in attesa di riatto), ma anche l’attuale capacità operativa del personale che lavora alla funzione Patrimonio trova un limite, che difficilmente riesce a superare i 200-250 riatti all’anno (il record è di 253 raggiunto nel 2023). D’altra parte stiamo assistendo ad una significativa riduzione degli alloggi a canone convenzionato, non soggetti a programmazione aziendale, che rimangono inutilizzati, il cui numero è già passato in questi primi mesi del 2025 da 187 unità a circa 130”.
I tecnici della funzione Patrimonio di Agec precisano che: “Oltre ai riatti è necessario seguire anche i progetti finanziati, come Pinqua e Piani regionali, acquisiti e da acquisire; le riqualificazioni strutturali ed energetiche degli edifici, a partire dalle coperture, da anni oggetto di un piano di ripristino; le manutenzioni ordinarie con i circa oltre 5 mila interventi all’anno, attività che devono essere garantite senza alcuna interruzione, e che sono svolte dall’ufficio tecnico con l’ausilio di imprese affidatarie che superano una procedura di selezione ad evidenza pubblica; le amministrazioni dirette di fabbricati con la gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni (centrali termiche, ascensori, impianti elettrici, verde, spurghi, ecc..); le manutenzioni del patrimonio aziendale come le sedi istituzionali, farmacie, cimiteri, mense. Si tratta di un lavoro certosino che deve rispondere a precisi requisiti di qualità, legalità e sicurezza, dovendo rispettare le normative tecniche e quelle dei Lavori Pubblici”.
Per l’assessora al Sociale e Politiche abitative del Comune di Verona Luisa Ceni “quella che continuiamo a chiamare emergenza abitativa è in realtà una condizione strutturale molto diffusa, che travalica le soglie di reddito investendo anche chi un lavoro ce l’ha ma non riesce a trovare una sistemazione nel mercato privato degli affitti bloccato a causa di una serie di fenomeni tra cui le locazioni brevi. Ben vengano, dunque, queste iniziative, ma dobbiamo essere consapevoli che la tensione abitativa che attanaglia le nostre città si può risolvere soltanto attraverso uno sforzo congiunto delle istituzioni a tutti i livelli, una riforma del settore con nuove regole e nuove risorse in grado di rilanciare la questione sociale dell’abitare. Un Piano Nazionale per l’Abitare come abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere congiuntamente ad altre città italiane come Bologna, Firenze, Lecco, Lodi, Milano, Napoli, Padova, Parma, Roma, Torino”.
L’assessore all’Edilizia Popolare Federico Benini sottolinea che il regolamento Agec fornisce la possibilità di riatto anche ai singoli cittadini, che in questa maniera possono avere accesso ad una casa pubblica, purché siano in condizione di effettiva emergenza abitativa e qualora abbiano il sostegno di una associazione o ente non a scopo di lucro che si faccia carico della realizzazione degli interventi edilizi garantendone la qualità e la regolarità. In tal caso Agec tratterrà dall’affitto mensile dell’inquilino una quota che andrà a rimborsare l’investimento dell’associazione o dell’ente che si è esposto.
L’assessore al Bilancio Michele Bertucco ha valutato positivamente l’impiego del contributo straordinario stanziato nel 2024 dal Comune di Verona e ha annunciato che “valuterà la possibilità di replicare la misura anche per il 2025. Inoltre porterà all’attenzione degli assessori competenti le necessità dell’azienda che comincia a soffrire della mancanza di alloggi di più larga metratura nei quali sistemare famiglie numerose”.