Perché a Verona nessuno vuole dare un posto a Tosi?

 
 

“Al vecio sindaco ghe farali far almanco el Papà del Gnoco?…”

I tre grandi partiti del centrodestra hanno stipulato un accordo di programma ed uno che prevede l’alleanza allargata al quarto polo. Tra i veneti che ancora si interessano di politica, nonostante la disaffezione degli ultimi anni, appare naturale che Forza Italia, Fratelli d’Italia, come erede di Alleanza Nazionale e la Lega si mettano insieme per cercare di vincere le politiche del 4 Marzo 2018. A dire il vero, questi veneti sono abituati da tempo a vedere il simbolo dello scudo crociato accanto agli altri. La Democrazia Cristiana, nel bene o nel male, fa parte della storia della terra più bianca d’Italia.

Il veneto, generalmente, non stava a casa alle elezioni. Da anni, però, l’astensionismo è aumentato vertiginosamente, alimentato non solo dalla ventata di anti-politica, fatta programma di governo declinato a sinistra dal duo Grillo-Di Maio, ma anche dal trasformismo di troppi politici. Il veneto non utilizza mai parole troppo complicate e non ama che le si utilizzino, perché la sua proverbiale generosità si abbina con un’altrettanto classica diffidenza verso i sapientoni, professionisti della politica, che da anni lo riempiono di promesse, ma al lato pratico fanno di tutto, solo, per garantirsi la cosiddetta carega. 

Per cui, in questa terra ove è forte il senso identitario e di appartenenza, il cambio di casacca viene percepito come un tradimento da condannare. A fronte di due pasdaran del trasformista, ci sono almeno quattro elettori che storcono il naso e, tra un’imprecazione e l’altra, finiscono per concludere che “te pol andar in mona”, se gli proponi di dare la preferenza a chi ha passato più partiti e movimenti personali che mutande. Soprattutto se qualcuno di questi personaggi in cerca di collocazione, come ad esempio l’ex leghista, ex Lista Tosi, ex Fondazione Ricostruiamo il Paese, ex Fare!, ex Pri, oggi forse “UDC – Uniti per l’Italia” Flavio Tosi si è, persino, avventurato in una liason con il centrosinistra renziano (fallito), pur di vincere il ballottaggio alle amministrative del giugno scorso e, prima ancora, ne ha sostenuto le proposte, come il referendum costituzionale, gettato nella spazzatura dagli italiani, nel dicembre 2016.  Chi conosce il Veneto, in particolare i veronesi, sa che i più manco considerano le proposte della sinistra, per motivi endemici e perché il Pd più le varie scissioni si occupano di tutto, tranne di quelle che questa Regione considera le vere priorità: casa, famiglia, lavoro, impresa, tutela del risparmio. 

Il laborioso elettore veneto rifiuta gli auto-riciclati, perché non di sola politica vive l’uomo… Se hai fatto il tuo tempo, l’ alternativa è il lavoro, non il disperato tentativo di un posto in lista, nonostante tutto e tutti. Non sarà certo la letterina di supplica a Salvini, attaccato fino a oggi, pubblicata su Libero di ieri, a cambiare la sostanza della situazione.

Il giorno dell’Epifania, il neo-eletto sindaco di Verona Federico Sboarina ha tagliato il nastro di apertura del Carnevale ed è stato fotografato con un’ “ombra” dietro di sé, costituita dal predecessore e duro oppositore politico Flavio Tosi, che pareva tirare il collo per emergere tra la gente e risultare anch’egli immortalato sul giornale locale, vicino all’ inaugurata statua di Papà del Gnoco. (cosa, peraltro, successa. Si veda L’Arena del 7/01/2018)

Ecco, i veneti, in questo caso i veronesi, oltre al trasformismo, non comprendono questo tipo di atteggiamenti, tra cui l’opposizione al centrodestra locale ma non a quello nazionale, la ricerca assillante di visibilità mediatica e la palpabile mancanza di rassegnazione alle sconfitte. I più sanno che gli esponenti del vincente centrodestra scaligero (che stanno tutti, logicamente, anche col centrodestra nazionale) dal coordinatore di Forza Italia Davide Bendinelli al leader della civica Verona Domani Stefano Casali (Idea), all’Assessore al Sociale Stefano Bertacco (FdI) dichiarano fermamente incompatibile la presenza del consigliere comunale di minoranza Flavio Tosi nel centrodestra nazionale, con tanto di plauso al veto leghista, come riporta il quotidiano on-line Verona Sera, già dal 14 e 15 Novembre scorso. L’abbandono del Sindaco di Valeggio sul Mincio, per approdare a Fratelli d’Italia è un ulteriore segnale, non certo positivo per l’ex sindaco. Come interpretare, poi, l’assenza di chi si dichiara tra i fondatori, alla presentazione del nuovo simbolo del quarto polo, giovedì scorso a Roma? Forse che neanche Cesa e Fitto sono così convinti sul suo nome?

Alcuni dei veronesi presenti in piazza San Zeno, il giorno dell’Epifania, l’hanno buttata sul ridere. Ma, pure loro hanno dato un segnale indicativo di un certo sentore, probabilmente più diffuso: “Messo mal el vecio sindaco…el sarà qua par vedar se i ghe dà da far almanco el Papà del Gnoco…” (messo male l’ex sindaco…sarà qui per vedere se gli fanno fare almeno il Papà del Gnocco…). Emerge, così, il veronese più profondo e schietto, restio a subire giochetti di potere, concreto, buono ma non mona, che osserva e critica, che spesso se la ride e dissacra, che promuove e giustamente pretende di essere ascoltato, ma anche che boccia senza appello, pretendendo la stessa cosa.

Da quella che fu la Serenissima si leva forte la richiesta di autonomia, di meno tasse, meno Stato, meno burocrazia, controllo dell’immigrazione sul modello austriaco.

 
 
Nato in Val di Fassa nel 1976, ma Veronese "de soca" da generazioni, si è diplomato al Liceo Classico "Alle Stimate". Dopo aver studiato per due anni Giurisprudenza, prima a Ferrara e poi a Verona, ritiene opportuno entrare nel mondo del lavoro. E' sposato dal 2001 e lavora da 15 anni per un Ente pubblico economico. Eredita dalla famiglia la passione per la lettura, per la politica e per il giornalismo, mentre è alle elementari che nasce quella indissolubile per l'Hellas Verona e per il calcio in second'ordine. Ama Dio da Cattolico tradizionalista militante, la Patria e la Famiglia, stare con gli amici, pochi ma buoni, l'allegria e il realismo, l'onestà e la trasparenza. Se qualcuno lo addita come persona all'estrema destra del Padre, diciamo che non si offende.

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