Perché il passato è (ancora) il nostro miglior futuro possibile; Giovanni Lindo Ferretti al Rumors Festival!

 
 

“Se l’obbedienza è dignità, fortezza
La libertà una forma di disciplina
Assomiglia all’ingenuità la saggezza”
[da “Depressione Caspica” – Epica Etica Etnica Pathos (CCCP, 1990)]

 

Più del COVID-19 poté il Destino.
Va ben detto, purtroppo per voi (o, più ottimisticamente, “te“) lettori è iniziata la parte dell’articolo dove a scrivere sono le mie banali dita e non più il sottile ma poderoso “Cuor Contento” di uno degli Artisti più importanti di questo nostro malandato Paese.

Parlavo prima di “Destino” perché voglio farmi subito dei nemici importanti; in quel di Berlino, il 9 novembre del’89, cadeva l’ultimo simbolo del ‘Secolo Breve‘. Cambiarono, per sempre, le nostre percezioni del mondo inteso nella sua sfumatura di caotico aggregato sociale di persone, nazioni e capitalismo in lattine di Coca Cola.

Quasi 32 anni più tardi, ad essere ridotte in fin di vita sotto i colpi di un ospite mondialmente indesiderato, sono state di nuovo quelle nuove configurazioni. Cose che, purtroppo, stiamo ancora percepéndo sulla nostra pelle e sui nostri cuori, affatto contenti.

Locandina (e copertina) del disco e omonimo tour di Giovanni Lindo Ferretti, “A Cuor Contento”, uscito nel 2012.

Però il Destino, per chiudere, è stato più incisivo del COVID19; quasi 3 anni di quarantena culturale, di bassezze d’ogni tipo e di artisti mai all’altezza neanche della loro stessa statura fisica. Parlo al passato e del passato, fortunatamente; martedì prossimo, 29 giugno, lasciatevi nuovamente sgretolare da una delle storie più belle e dense di significato che ci siano rimaste.

Giovanni Lindo Ferretti è pater familiae del Punk Italiano, dunque cantautore, scrittore.
Sì, ditelo insieme a me: poeta (senza che si offenda qualche modernissimo sepolcro imbiancato). Persona e personalità libera, con la “L” maiuscola, politicamente soprattutto. In grado di ritrovare forme di lotta e di libertà in un mondo che scade preferibilmente ogni giorno.

Giovanni Lindo Ferretti

Punk a parte (ma lo è stato, a suo modo), possiamo trasferire gli stessi meriti e la stessa devozione per un’altra delle colonne culturali della nostra Italia, sempre più pericolosamente scricchiolante da quando ci ha lasciati, poco più di un mese fa: Franco Battiato. A lui è stata dedicata, nella sua interezza, l’edizione di quest’anno del Festival.

Il Maestro (anche se non gradiva molto esser chiamato con quell’appellativo) Franco Battiato e Giovanni Lindo Ferretti.

Martedì prossimo, ripeto, 29 giugno. La forma-cornice del Teatro Romano, la sostanza e l’idea (vincente e di grande qualità) dell’edizione 2021 del Rumors Festival.
Ferretti sarà accompagnato da Ezio Bonicelli e Luca Rossi degli Ustmamò e dalle sonorità del ritrovato tour di “A Cuor Contento“, album del 2012 contenente riletture di altri lavori usciti negli anni gloriosi del punk italiano sotto le sigle degli storici CCCP e, sgretolàti, CSI.

Ferretti ai tempi del suo primo, storico, gruppo. I CCCP.

Mi dicono dalla Regia che sono rimasti davvero pochi posti, soprattutto perché quel gran bastardo del COVID19 se ne è pappàti un bel po’. Correte qui.

“Spenta ogni luce indulgente
S′allertano i sensi, si restringe lo sguardo,
S’affina penetrante.
Quello che non mi sono concesso
Quello che non mi sono permesso
Quello che chiude il conto adesso”

[da “Neukölln” – Co.Dex (Giovanni Lindo Ferretti, 2000)]

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

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