Per Confartigianato la lotta all’evasione è a senso unico nei confronti delle piccole imprese

 
 

“Non si può considerare espansiva una manovra che fa pari e patta sotto il peso della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia Iva”.

Questa la posizione di Confartigianato Imprese in merito alla manovra economica varata dal Governo.

Sarà difficile – afferma Andrea Bissoli, Presidente di Confartigianato Imprese Verona – allontanarsi dalla crescita ‘zerovirgola’ puntando soltanto sulla lotta all’evasione, grande e condivisibile battaglia che appare però molto circoscritta e mirata a senso unico nei confronti delle piccole imprese. In questa lotta senza quartiere sembra invece non esserci quasi nulla in tema di tassazione dei giganti del web, né per contrastare i paradisi fiscali nell’Unione europea. Quante delle grandi imprese del nostro Paese hanno una sede legale e/o fiscale non made in Italy?”.

Secondo una stima della Confederazione artigiana, gran parte delle risorse della manovra – si tratta di 0,4 punti di PIL pari ad oltre 7 miliardi – deriva da interventi di lotta all’evasione. Su questo fronte emergono preoccupazioni, per tutti i contribuenti. Negli anni passati gli interventi per colpire gli evasori sono stati frequentemente attuati introducendo complessità burocratiche nella gestione amministrativa di tutte le imprese, con effetti negativi su produttività e crescita.

“Solo alcuni esempi – illustra Bissoli –: introduzione dello split payment, estensione del reverse charge nel settore immobiliare, introduzione delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche IVA e comunicazioni dati fatture estere, il cosiddetto Esterometro. La misurazione realizzata dalla nostra Direzione Politiche Fiscali  ha rilevato che nell’arco di sei anni su 752 norme fiscali approvate, ben 468 norme (62,2% del totale) presentavano un impatto burocratico sulle imprese mentre solo 98 semplificavano. A titolo puramente esemplificativo, se le norme “anti-evasione” determinassero maggiori complessità tali da impegnare ciascuna azienda per 2 ore al mese, sulle micro e piccole imprese si scaricherebbe un maggiore costo di 2,5 miliardi di euro”.

In generale, sul fronte fiscale, Confartigianato rileva passi indietro in tema di semplificazioni e agevolazioni introdotte negli ultimi anni, e l’imposizione di nuovo obblighi, con il risultato che 3,5 miliardi di euro, nel prossimo triennio verranno sottratti ai piccoli imprenditori e al lavoro autonomo, dirottando le risorse che erano destinate alla tassa del 20% per le imprese tra 65.000 e 100.000 euro di ricavi.

“Dopo aver chiesto alle imprese – conclude il Presidente di Confartigianato Imprese Verona – di obbligarsi all’emissione di fatture soltanto elettroniche (primo Paese al mondo con 60 milioni di abitanti) dal gennaio 2019; dopo che dal gennaio 2020 tutti gli scontrini e le ricevute emesse saranno immediatamente rese disponibili all’Amministrazione finanziaria; dopo tutto ciò, che cosa si può ancora chiedere alle piccole imprese come obblighi fiscali?”.

 
 

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