PD e Bertucco contro la revoca della cittadinanza onoraria a Saviano

 
 

“Dopo le prese di posizione contro l’omosessualità, l’interruzione di gravidanza, la dignità e l’autodeterminazione delle donne, è ancora il consigliere comunale Alberto Zelger a dare la linea politica all’amministrazione Sboarina. Lo fa con una proposta di delibera consigliare per la revoca della cittadinanza onoraria a Roberto Saviano, lo scrittore minacciato dalla mafia per il suo impegno civile e letterario, che è un inaccettabile miscuglio di bufale e piaggeria politica nei confronti di Matteo Salvini“.

L’opposizione di Palazzo Barbieri si fa sentire. Il segretario provinciale e cittadino Maurizio Facincani e Luigi Ugoli assieme al gruppo consiliare comunale Pd – Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani – con l’aggiunta di Michele Bertucco, di Verona in Comune e Sinistra in Comune, prendono posizione contro l’offensiva di Zelger al giornalista Saviano.

“La circostanza buffa e surreale – continuano – per cui il conferimento della cittadinanza a Saviano, del dicembre 2008 (prima giunta Tosi), fu approvato all’unanimità del Consiglio comunale di Verona con il voto favorevole dello stesso Zelger, dell’attuale ministro Fontana (allora semplice consigliere tosiano) e dell’attuale presidente del consiglio comunale nonché parlamentare della Repubblica Ciro Maschio. Che ora cambia (cambiano?) idea.

Chi conosce Zelger non si stupirà più di tanto: è stato berlusconiano quando era in auge il Cavaliere; tosiano nel decennio scorso e ora leghista dell’ultima ora devoto appunto a Matteo Salvini. A lui si devono esternazioni contro donne ed omosessuali che hanno attirato sulla città di Verona biasimo e indignazione da tutto il Paese, del tipo: “I gay sono una sciagura per la conservazione della specie”. “Il sesso omosex fa venire malattie di tutti i tipi”. “Le donne hanno un cervello diverso da quello degli uomini, basta leggere gli studi scientifici e guardare come parcheggiano le auto”. “Se la parte sinistra del cervello di un uomo viene colpita lui smette di parlare, mentre la donna continua”.

La proposta di revoca prende le mosse dalla condanna in Cassazione (settembre 2017) all’autore di Gomorra per “l’illecita riproduzione di articoli pubblicati dai quotidiani Cronache di Napoli e Corriere di Caserta”. Si tratta di 3 pezzi per i quali Saviano e il suo editore, la Mondadori, sono stati condannati a risarcire l’editore locale con 6 mila euro. Essi costituiscono lo 0,6% dell’opera e non ne pregiudicano pertanto l’originalità. Una tempesta in un bicchier d’acqua nel quale, a distanza di due anni, vuole tuffarsi anche il consigliere Zelger tirandosi dietro tutta la maggioranza e la città nell’ennesima figuraccia a reti unificate.

Il vero motivo della proposta di revoca è politico, e sta nello scontro con Salvini sul tema dell’immigrazione e della lotta alla criminalità organizzata. Come sull’Europa, sul lavoro, la sicurezza, le infrastrutture, l’istruzione, la sanità, il leader leghista viene accusato di produrre tanto fumo e niente arrosto. Ma siamo nel campo della polemica politica e nessuno, tanto meno uno scrittore, può essere punito o intimidito per le sue idee fintanto che rispettano la Costituzione.

Peraltro, il documento di Zelger non cita tutti gli insulti che Salvini rivolge a Saviano, né la minaccia di revocargli la scorta, irresponsabilmente brandita come pura esibizione di potere. Il vuoto della politica salviniana è evidente anche in questi giorni in cui parla di “prove di contatti tra Ong e trafficanti”. Peccato che tale affermazione non trovi riscontro nelle indagini di nessuna Procura d’Italia.  

La revoca della cittadinanza è pertanto un penoso atto di piaggeria politica nei confronti di Salvini e non meriterebbe neanche di venir preso in considerazione se non ci fosse un’amministrazione come questa”.

 
 

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