Papa Luciani morì d’infarto. La “certezza” dopo 39 anni?

 
 

33: numero importante. Gli anni di Cristo. Ma anche per la cabala e la Massoneria ci sono significati particolari. 33 furono i giorni in cui Albino Luciani rimase seduto sul Soglio di San Pietro, prima di morire. Poi, decenni di teorie collegate agli anni opachi del potere di Paul Marcinkus, dei presunti intrecci tra affari, malavita e una parte, non molto santa del Vaticano. Nessuno ha mai creduto veramente alla morte accidentale. Modernista dal volto moderato, Luciani in un solo mese abolì la seggiola gestatoria e il plurale maiestatis, proseguendo la tendenza “buonista” inaugurata già da Roncalli, che venne poi ereditata e personalizzata da tutti i suoi successori. Già quando sedeva come Patriarca di Venezia fu acerrimo nemico della Messa more antiquo, tanto da vietarla all’eroico e battagliero don Siro Cisillino, che non si piegò.

Luciani desiderava far chiarezza nei conti dello Ior e, secondo alcune fonti, trasferire il potentissimo prelato che gli negò alcuni finanziamenti, quand’era in Laguna. Poi, improvvisamente, la morte e una sequela di disparate teorie del complotto. Il cardinale brasiliano Aloisio Lorscheider  ammise: «Lo dico con dolore, il sospetto rimane nel cuore, è come un’ombra amara, un interrogativo a cui non si è data piena risposta».

Oggi, il giallo trova una risposta definitiva, con la desecretazione dei referti medici relativi al suo stato di salute. Il veneto, che rimase vestito di bianco dal 26 agosto al 28 settembre 1978 non fu avvelenato da nessuno. Morì improvvisamente di infarto. Per la prima volta vedono la luce i documenti sanitari, grazie alla pubblicazione di un libro, curato dalla vice postulatrice della causa di beatificazione, Stefania Falasca (“Papa Luciani”, edizioni Piemme) inclusi nella Positio super virtutibus. Nel testo si trovano dalle cartelle cliniche alle ricette dei farmaci prescritti dai suoi medici di fiducia, fino agli atti dell’ora estrema, con la constatazione del decesso.

La pubblicazione integrale dei documenti medici dissipano ogni ombra, secondo Falasca. Il dottor Renato Buzzonetti, medico vaticano assieme al dottor Da Ros, medico curante a Venezia di Luciani, certificarono la morte «rappresentata da malattia cardiovascolare. Cardiopatia ischemica da aterosclerosi coronarica».

A noi, comuni mortali e curiosi giornalisti resta un solo, ultimo interrogativo: se la verità è sempre stata così semplice e limpida, perché ci sono voluti ben 39 anni di coltre scandalistica per tirar fuori un paio di cartelle cliniche e metter tutti a tacere?

 
 
Nato in Val di Fassa nel 1976, ma Veronese "de soca" da generazioni, si è diplomato al Liceo Classico "Alle Stimate". Dopo aver studiato per due anni Giurisprudenza, prima a Ferrara e poi a Verona, ritiene opportuno entrare nel mondo del lavoro. E' sposato dal 2001 e lavora da 15 anni per un Ente pubblico economico. Eredita dalla famiglia la passione per la lettura, per la politica e per il giornalismo, mentre è alle elementari che nasce quella indissolubile per l'Hellas Verona e per il calcio in second'ordine. Ama Dio da Cattolico tradizionalista militante, la Patria e la Famiglia, stare con gli amici, pochi ma buoni, l'allegria e il realismo, l'onestà e la trasparenza. Se qualcuno lo addita come persona all'estrema destra del Padre, diciamo che non si offende.

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