Nel primo trimestre dell’anno l’economia veronese cresce più del previsto

 
 

La produzione industriale del nostro territorio prosegue sostenuta da 19 trimestri consecutivi e si assesta a +2.61% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

Anche le previsioni per il prossimo trimestre fanno ben sperare arrivando a un incremento del +1,95%.

L’85% delle aziende intervistate evidenzia una capacità produttiva normale o soddisfacente e il 73% delle aziende riesce a garantire lavoro a medio e lungo termine grazie ad un portafoglio d’ordini che rimane costante.

Crescono le vendite in tutte i mercati, in particolare l’export nei paesi UE ed extra-UE segna un incremento per entrambi di oltre il 3% (rispettivamente del 3.05% e del 3.48%) mentre le vendite domestiche si assestano a +1.47%.

Si registra una lieve riduzione del clima di fiducia che risente dell’andamento dell’economia nazionale e internazionale.

Il comparto dei servizi conferma una situazione di crescita stabile.

“Un altro segno più per la nostra produzione industriale che conferma il suo trend di crescita raggiungendo un ritmo sostenuto che non si registrava da anni.

Anche le previsioni per il prossimo trimestre ci fanno ben sperare sfiorando un incremento del 2%” – Questo il commento di Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona che poi continua:

“Se Verona si conferma un territorio dalle elevate performance purtroppo così non è per il nostro Paese, Il Centro Studi Confindustria ha rivisto al ribasso le stime del PIL di quest’anno (+1,3%) e anche dell’anno prossimo (+1,1%)

La crescita è ancora debole e va perciò sostenuta e stimolata con provvedimenti che possano dare slancio e fiducia alle imprese. Se il piano Industria 4.0 infatti ha ottenuto buoni risultati da un’indagine di Ucimu sulle imprese metalmeccaniche si registra che la metà delle imprese metalmeccanica non ha ancora effettuato alcun investimento e conta di farlo in futuro è necessario perciò che il Governo prosegua con iniziative analoghe.

Inoltre lo scenario internazionale con le incertezze delle politiche commerciali dei diversi stati e dell’UE preoccupa un po’ e il clima di fiducia ne risente. Occorre perciò mantenere i nervi saldi e non lasciarsi prendere la mano da un’escalation dei dazi. L’Italia è un paese trasformatore di materie prime che importa ed è un grandissimo esportatore di prodotti finiti, una politica doganale restrittiva colpirebbero duramente le nostre aziende.

Infine se a Verona la disoccupazione è ferma al 6% sappiamo bene che nel paese è più del doppio. E’ noto infatti che prima che gli effetti della crescita si riversino sull’occupazione occorre tempo ma potrebbe venire accelerato con una riduzione degli oneri a carico delle imprese.

Numerosi sono quindi i dossier aperti e le questioni da affrontare su cui sono convinto il Governo possa intervenire”.

 
 

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