‘Ndrangheta a Verona, condanne esemplari

 
 

Durissima la sentenza emessa dal Tribunale di Verona nel processo ‘Isola Scaligera’, culminata in 16 condanne, con pene che sommate arrivano quasi a 150 anni di reclusione.

I Condannati

30 anni di carcere al 54enne Antonio Giardino, ritenuto il capo dell’organizzazione mafiosa operante in provincia di Verona;

30 anni al fratello Alfredo;

23 anni a Michele Pugliese;

15 anni a Francesco Vallone, titolare del Centro Studi “Fermi”, in cui gli operatori di Amia avrebbero dovuto seguire dei finti corsi di aggiornamento;

9 anni ad Arcangelo Iedà, 8 anni e 6 mesi per Antonio Lo Prete, 5 anni e 6 mesi per Brunello Marchio, 4 anni e 9 mesi per Agostino Durante, 2 anni e 3 anni per Francesca Durante, 4 anni e 8 mesi per Francesco Giardino, 10 mesi per Giovanni Giardino, 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Mercurio, 4 anni e 9 mesi per Silvano Sartori, 2 anni e 6 mesi per Francesco Caruso, 2 anni e 6 mesi per Luigi Caruso e 3 anni a Francesco Scino;

in aggiunta alla condanna mediante rito abbreviato di Andrea Miglioranzi ex presidente di Amia;

Il sindaco Damiano Tommasi all’indomani della sentenza sottolinea come “non ci abbia colto di sorpresa ma abbia indubbiamente un valore eccezionale perché ufficializza quello che prima era solo un sospetto, una sensazione, ovverosia la presenza strutturata della ‘Ndrangheta a Verona. Sappiamo che le infiltrazioni e il radicamento nell’economia dei territori può attestarsi solo in presenza di supporto da parte di alcuni o assenza di contrasto da parte di altri. Questo va detto e ribadito. Da parte nostra sottolineo che la mia Amministrazione si è impegnata fin dall’inizio nel mettere a sistema presidi interni di prevenzione e nel promuovere anche all’esterno la cultura della legalità. Cito solo la collaborazione avviata con la Guardia di Finanza e il dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona per la formazione ai nostri dipendenti in materia di antiriciclaggio, estesa anche ai quelli delle nostre società partecipate e ai dipendenti dei Comuni della Provincia. Ma anche la partecipazione, attraverso la nostra Assessora alla Legalità, alla Consulta della Legalità presso la Camera di Commercio e al Consiglio Direttivo di Avviso Pubblico, il supporto alle iniziative culturali di Libera, e molto altro ancora. Verona è la città più popolosa del Veneto, siamo consapevoli dell’attrattività dei nostri territori e della loro ricchezza. Qui si incrociano persone e merci da tutto il mondo grazie ad una posizione strategica a livello europeo. Multinazionali, importanti aziende e imprese, grandi cantieri già aperti e altri che partiranno a breve rendono la nostra provincia terreno fertile per le mafie. Alla luce di questi elementi confidiamo che la politica nazionale si impegni a dotare la città di strumenti forti di contrasto e a portare, come abbiamo chiesto, in continuità con la precedente amministrazione, la DIA e la DDA a Verona.

“Infine – conclude il sindaco Tommasi-, osservo che nella lista dei soggetti che, nell’ambito del procedimento giudiziario, si sono costituiti parte civile, Regione e AMIA in primis, il Comune di Verona non figura: vorrei precisare che da parte nostra non trascureremo di valutare, in casi analoghi e al ricorrere dei presupposti, l’esercizio di tale facoltà”.

 
 

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