A tu per tu con gli Egizi, venerdì 26 gennaio (ore 17) al museo di Storia Naturale (lungadige Porta Vittoria, 9), grazie all’incontro “Il senso dell’immortalità nella civiltà egiziana” a cura dell’egittologo Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino. L’evento è organizzato dalla Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – FIDAPA BPW, con il patrocinio del Comune di Verona.
Durante l’incontro sarà illustrata l’opera di ammodernamento che ha recentemente coinvolto il museo di Torino e, al contempo, le collezioni presenti. La partecipazione alla conferenza è libera e gratuita.
Il museo Egizio è, come quello del Cairo, dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura dell’Egitto antico. Molti studiosi di fama internazionale, a partire dal decifratore dei geroglifici egizi, Jean-François Champollion, che giunse a Torino nel 1824, si dedicano da allora allo studio delle sue collezioni, confermando così quanto scrisse Champollion stesso: «La strada per Menfi e Tebe passa da Torino».
Il primo oggetto giunto a Torino è la mensa Isiaca, una tavola d’altare in stile egizittizzante, realizzata probabilmente a Roma nel I secolo d.C. per un tempio di Iside e acquistata da Carlo Emanuele I di Savoia nel 1630. Nel 1724 Vittorio Amedeo II di Savoia fonda il Museo della Regia Università di Torino, cui dona una piccola collezione di antichità provenienti dal Piemonte. Nel 1757, Carlo Emanuele III di Savoia, per arricchire il Museo dell’Università, incarica Vitaliano Donati, professore di botanica, di compiere un viaggio in Oriente e di acquistare in Egitto oggetti antichi, mummie e manoscritti che potessero illustrare il significato della tavola stessa. Gli oggetti raccolti dal Donati, tra cui tre grandi statue, giungono a Torino nel 1759 e sono esposti nel Museo della Regia Università, dove dal 1755 è collocata anche la mensa Isiaca. Il Regio Museo delle Antichità Egizie è formalmente fondato nel 1824, con l’acquisizione da parte di Carlo Felice di Savoia di un’ampia collezione di opere riunita in Egitto da Bernardino Drovett.