Manette facili, perché?

 
 

di Lorenzo Dalai

La vicenda del sindaco di Lodi sta diventando emblematica di un modo di intendere la Giustizia che porta inevitabilmente a riflettere sulle metodologie di applicazione della Legge da parte della Magistratura. Assistiamo tutti i giorni alle contraddizioni di sentenze che in un grado di giudizio condannano persone con pene pesanti, poi in secondo grado vengono assolte; vengono aperte inchieste accompagnate da titoli roboanti su certa stampa, poi il tutto perde di visibilità e, a distanza di anni, si hanno proscioglimenti e archiviazioni.

I casi che coinvolgono politici e amministratori di vario livello si sprecano, ma le assoluzioni con formula piena di Penati ed Errani dovrebbero significare qualcosa; nel caso di Penati poi si era teorizzato addirittura il cosiddetto “sistema Sesto”, una bolla di sapone, nel frattempo la carriera politica e la vita di due persone sono state irrimediabilmente segnate. Per ritornare ad oggi è opportuno ricordare che della grande inchiesta della Procura di Potenza non si hanno più notizie, evidentemente, spentisi i riflettori referendari, la questione mestamente si avvia all’oblio…

I meno giovani ricordano Tangentopoli ed è forse utile ricordare alcuni numeri di quel periodo: 4.525 persone incarcerate, 25mila avvisi di garanzia, 1.300 condanne e patteggiamenti, 430 assoluzioni in giudizio, migliaia i prosciolti. Viene da chiedersi: i magistrati che hanno condotto quelle indagini erano incapaci, visti i casi finiti con assoluzioni totali, o volevano forzare le situazioni? Oppure avevano una gran voglia di mettersi in mostra per dedicarsi ad altro? Forse c’era una gran voglia di sostituirsi a quella classe politica…E la presunzione di innocenza intanto, dov’è andata a finire?

Sulla questione specifica di Lodi sarebbe opportuna un’ulteriore riflessione, cioè che spesso non si trovano soggetti disponibili a gestire impianti sportivi come le piscine, sono innumerevoli infatti le cooperative fallite per aver vinto appalti, rivelatisi poi fonte di perdite pesanti. A Verona abbiamo avuto vari esempi di questo, tant’è che alcune delle piscine cittadine sono restate a lungo chiuse e non si riusciva a trovare chi volesse prendere in carico la riapertura. Ora l’accusa al sindaco di Lodi sarebbe di “turbativa d’asta”, nessun profitto personale ipotizzato, nessun altro reato ascritto; nel contempo personaggi come Formigoni e Mantovani, che hanno accuse pesantissime a loro carico, visto che avrebbero sottratto milioni e milioni di euro alle casse pubbliche, girano tranquillamente per l’Italia. Addirittura l’ex vicepresidente della Banca Popolare di Vicenza, Marino Breganze, rinviato a giudizio per reati patrimoniali quale Presidente di Banca Nuova, che ha sede a Palermo, viene nominato nel CdA di Verona Fiere…beh a questo punto parrebbe che la famosa bilancia non sia proprio in equilibrio!

Che dire poi dei tantissimi procedimenti fermi nei tribunali, del disagio di persone ripetutamente convocate a testimoniare che perdono giorni di lavoro, per assistere poi ad un rinvio, senza che il magistrato li abbia nemmeno sentiti. Vogliamo parlare poi di tutti coloro che intentano cause per avere giustizia e vedono le loro aspettative frustrate dal procrastinarsi di processi che durano anni e anni? E la presunzione di innocenza intanto, dov’è andata a finire?

Cesare Beccaria, due secoli e mezzo orsono, scriveva che i processi dovevano essere rapidi, la pena eventuale commisurata alla gravità del reato e certezza della sua espiazione. Per la Giustizia italiana tutto questo resta un miraggio e i provvedimenti governativi che obbligano le toghe a ferie più brevi, le modifiche alle procedure, lo snellimento in atto, forse risultano poco graditi e allora si inviano messaggi, neanche tanto criptici. Di Pietro e Davigo docent.

 
 

1 COMMENTO

  1. Giusto parlare di come funziona la Giustizia,
    ma lo si deve fare anche quando tocca gli altri partiti.
    Avete, voi del partito, il vizio di dimenticare; da noi qualche pecora nera sicuramente c’è e allora bisogna far silenzio e aspettare le indagini ma in Parlamento si deve fare qualcosa non parlarne per poi mettere in un cassetto e riprendere il discorso se viene toccato un nostro eletto.

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