Interrogazione a Di Maio: “Clausola nel concorso per portare dipendenti nelle sedi sottodimensionate”
Pensioni che vengono erogate con mesi di ritardo (in media cinque), pratiche per l’erogazione della Naspi che non partono, verifiche interne che dimostrano come gli standard di servizio non vengono rispettati. Cosa sta succedendo nella sede Inps di Verona? La risposta i lavoratori la sanno bene: l’ente di previdenza sociale, a Verona, soffre di una carenza di personale senza precedenti. In cinque anni è calato del 20 per cento, scendendo da 307 a 247 unità. Non solo: non si è visto alcuna assunzione dei circa 325 assunti grazie all’ultimo concorso. Il motivo: nessuno sceglie Verona come destinazione.
La questione è ora finita in parlamento, con un’interrogazione di Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle. “La situazione è insostenibile – spiega Businarolo – gli operatori Inps veronesi, sono oberati da carichi di lavoro insostenibili e da procedure inadeguate che necessitano di continui aggiornamenti, mentre i collegamenti informatici funzionano a singhiozzo e non sono in grado di reggere il traffico di dati. Ma anche gli strumenti “offline” mancano: dalla stampante che rimane senza toner, alla difficoltà di reperire comune materiale da cancelleria”. L’ultimo problema riguarda il servizio di telefonia: la migrazione da un gestore all’altro (da Fastweb a Vitrociset) ha causato un blocco delle linee telefoniche verso l’esterno, un disagio ancora da sistemare del tutto.
La situazione è resa ulteriormente più difficile da questione di organizzazione interna: “I dipendenti di area B si trovano a svolgere lo stesso lavoro di quanti hanno il contratto di Area C, nonostante le notevoli differenze di stipendio. Un problema anche per l’utenza, dato che questa situazione mette ulteriormente a rischio i servizi. Infine, va sottolineata la peculiarità turistica della nostra provincia. Gli stagionali che lavorano sul Garda aumentano la richiesta di Naspi, ma espletare questo numero di pratiche risulta impossibile”.
L’interrogazione è finita sul tavolo del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Luigi di Maio. “Siamo alla vigilia dell’introduzione dello strumento del reddito di cittadinanza – sottolinea Businarolo – uno strumento che ha grandi potenzialità, ma ci devono essere le condizioni per farlo funzionare. Ecco perché, accanto ai Centri per l’impiego, è necessario ‘aggiustare’ anche gli sportelli Inps. Verona non può essere, da questo punto di vista, la periferia dell’impero: servono concorsi che prevedano espressamente la disponibilità a lavorare nelle sedi sottodimensionate”.