M5S Verona: Gennari no Tav, Businarolo sulla videosorveglianza in Valpolicella

 
 

Alessandro Gennari, candidato sindaco M5S, all’indomani dell’annuncio da parte di Ferrovie dello Stato dell’avvio dei cantieri tra Brescia e Verona entro l’anno, commenta: «L’alta velocità a Verona? Si può fermare quello che rischia di essere uno scempio, per quanto riguarda i cantieri e il rischio per la salute. Siamo l’unico movimento presente alle elezioni comunali che su questo tema ha una visione netta e senza compromessi. Seguirò l’esempio di tanti sindaci a Cinque Stelle che si stanno impegnando con ogni strumento a cambiare quella che è un’opera inutile e potenzialmente devastante. Nella nostra città i cantieri sarebbero estremamente impattanti: si creerebbe una situazione analoga, se non peggiore, rispetto a quella di Italia ’90. Con un’aggravante: si andrebbe a scavare nelle poche aree verdi rimaste, tra cui la fascia delle risorgive. C’è il rischio, inoltre, che lo scavo per la ghiaia possa essere effettuato nelle vicinanze delle falde. Sono convinto che il sindaco debba essere innanzitutto il garante della salute dei suoi cittadini: ai veronesi non servono opere colossali che distruggono il territorio, ma più collegamenti ferroviari. Un chilometro di Tav costa 80 milioni di euro. Pensiamo a quante opere indispensabili per il nostro territorio potremmo realizzare con quelle risorse: dalla variante alla statale 12 al collegamento ciclabile del “ring scaligero”, per non parlare della metropolitana leggera di superficie per collegare l’aeroporto alla città».

Del tema si è parlato venerdì scorso, nella sala civica della settima circoscrizione, con Erasmo Venosi, consulente per i comitati No-Tav, Manuel Brusco, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, il senatore Vito Crimi e il deputato Mattia Fantinati.

«Il consiglio che mi sento di dare agli amministratori – ha detto Crimi – è “mai fermarsi”. I risultati arrivano, come hanno dimostrato gli attivisti in Val di Susa. Continueremo ad opporci alle opere inutili, costosissime e che non portano nessun beneficio ai cittadini. Da bresciano ho sotto gli occhi l’esempio della Brebemi, costata uno sproposito e tutt’ora deserta. Il Tav è un’opera che risale nell’ideazione a trent’anni fa e che non risponde più alle esigenze attuali».

«Il Tav non è solo un problema a livello ambientale – ha ripreso Fantinati – ma anche dal punto di vista economico. È un’opera che non sta semplicemente in piedi: tutti i calcoli effettuati tengono conto di una crescita costante – che negli ultimi anni non c’è stata – del Pil, correlata a una ancora maggiore crescita delle merci. Sono previsioni che sono state smentite sia dalla congiuntura economica che dal progresso tecnologico, così come ha perso progressivamente importanza il corridoio est-ovest, su cui dovrebbe viaggiare l’alta velocità in transito sulla pianura padana a favore di quello nord-sud».

Il M5S ha preso posizione, con Francesca Businarolo, anche sul tema della sicurezza: i comuni della Valpolicella litigano e sfumano finanziamenti per 47mila euro, destinati ad una rete di telecamere; quanto arrivato, dovrà essere restituito alla Regione.

Fumane, Marano, Negrar, Pescantina, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio: queste amministrazioni hanno perso un finanziamento di 47.100 euro per l’acquisto di telecamere, già approvato e stanziato da Venezia, e dovranno anche restituire i soldi già percepiti, che, per alcuni municipi, come quello di San Pietro in Cariano, sia aggirano sui 14mila euro. Il motivo? Il bando richiedeva che vi fosse una convenzione per la Polizia locale (attualmente riunita in un consorzio tra questi centri) in atto per altri cinque anni. L’accordo, però, non è stato rinnovato, col risultato che, nonostante le pressioni da parte dei cittadini, attivi sui social network e riuniti in comitati, salta un’occasione importante in una zona della provincia in cui la presenza di forze dell’ordine è già ridotta (per rimanere alla polizia locale: gli agenti a disposizione dei comuni sono una ventina, quando dovrebbero essercene uno ogni mille abitanti, ossia 65). I motivi addotti dalle amministrazioni, interrogate sulla vicenda – nel caso di Pescantina e di San Pietro in Cariano – dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, sono svariati: dai costi, all’organizzazione del corpo intercomunale.

«Fin dal nostro insediamento – dichiara Samuele Baietta, consigliere comunale a Pescantina – abbiamo messo il massimo impegno avanzando serie proposte per una sicurezza maggiore dei nostri concittadini. Tra le nostre proposte, l’istituzione di un’associazione comunale contro i furti, finora respinta dalla maggioranza».

«Spiace constatare – echeggia Lucia Brugnoli, consigliere comunale di San Pietro in Cariano – che la nostra giunta si occupi più di elargire denaro pubblico ad associazioni minori, circoli del tempo libero e tornei per far piacere ad alcuni loro sostenitori anziché occuparsi di questioni serie quali la sicurezza dei propri cittadini che sono vittime di furti continui nelle proprie case. Il risultato è sotto i nostri occhi, dovremo risarcire alla Regione  una cifra di 14.130,00 euro».

«È davvero un peccato che un’occasione del genere sia andata perduta – aggiunge Francesca Businarolo, deputato M5S – a causa della negligenza di alcune amministrazioni. Nella zona, la questione sicurezza è stata all’ordine del giorno per anni e si sarebbe dovuto intervenire, dimostrando di mettere davanti le necessità dei cittadini alle beghe da campanile».

 
 

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