Lo SPI CGIL condanna la proposta delle fasce orarie per gli anziani

 
 

Esiste il dovere di sollecitare comportamenti responsabili e corretti da parte di tutti; il dovere di dare alla popolazione indicazioni chiare, semplici e univoche evitando di rinfocolare in continuazione il conflitto istituzionale tra Regioni e Governo centrale, ed esiste il dovere di rispettare la dignità delle persone anziane che con la loro “produttività” hanno costruito questo Paese. Lo diciamo chiaramente: non ci possono essere scorciatoie sulla pelle degli anziani per coprire le carenze di chi doveva operare in questi mesi a livello regionale nella sanità e nell’assistenza domiciliare”.

Così il Segretario provinciale dello Spi Cgil Adriano Filice boccia la proposta delle “fasce orarie protette” per gli anziani, indegna di un paese civile ed offensiva perché non finalizzata a dare una risposta concreta ai bisogni urgenti e gravi degli anziani ma, al contrario, diretta ad allontanare, nascondere, segregare le fragilità per altri fini, ad esempio allentare la morsa delle restrizioni dalle categorie cosiddette “produttive”, ciò in linea con la terribile ed inaccettabile ripartizione tra categorie sociali “produttive” e “improduttive” già data con disarmante franchezza (e solo in parte rettificata) dal Presidente della Liguria Toti.

Proposte dirette a limitare la libertà degli anziani ritengo siano indegne è vergognose, tanto più che già oggi ci sono anziane e anziani condannati a stare a casa per solitudine e mancanza di assistenza” continua Filice. “Parlare della condizione degli anziani solo per limitarne la libertà è inaccettabile”.

In un Paese civile, ricorda lo Spi Cgil, la prevenzione si fa con i servizi socio assistenziali territoriali, chiamati a prendere in carico le fragilità prima che queste si presentino davanti al medico di rianimazione in qualità di dilemma etico. Purtroppo le gravi insufficienze accumulate nel corso degli anni dai servizi di domiciliarità e di residenzialità veneti non sempre riescono a scongiurare questo tragico epilogo.

Le pensionate e i pensionati hanno sempre dato prova di grande responsabilità e di grande dignità” conclude Filice. “Le stesse qualità ci attenderemmo da coloro che hanno responsabilità di governo che non possono un giorno dire ‘liberi tutti’ e ‘decidiamo noi a casa nostra’ e il giorno dopo chiamarsi fuori perché ‘sulle chiusure deve decidere governo nazionale’. Noi pensionati abbiamo dato l’esempio con le nostre vite e con il nostro impegno insegnando che la libertà dell’individuo passa dal rispetto delle vite degli altri, a cominciare da quelle dei più fragili”.

 
 

1 COMMENTO

  1. Credo sarebbe un gesto di civiltà lasciare le prime ore di apertura ad anziani e persone con patologie.

    Questo senza moduli o coercizioni

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