Oggi in discussione¹ alla VII Commissione della Camera il ddl 2313 che mappa i luoghi di prigionia e deportazione in Italia dal ’22 al ’45 e finanzia percorsi didattici: obiettivo, far maturare la coscienza civica dove operò il regime. La risposta alle polemiche della ministra Roccella su Auschwitz
Non solo Auschwitz. La memoria del fascismo passa anche – e soprattutto – per i campi di prigionia, internamento e concentramento operativi in Italia tra il 1922 e il 1945. È questo il senso del disegno di legge 2313 “Disposizioni sulla redazione della Mappa della memoria per la conoscenza dei campi di prigionia, di internamento e di concentramento in Italia, nonché sulla promozione dei viaggi nella storia e nella memoria presso i campi medesimi”, già approvato all’unanimità dal Senato e ora in dirittura d’arrivo alla Camera, dove è stato assegnato alla Commissione Cultura ed è proprio oggi all’ordine del giorno per l’approvazione definitiva in Aula.
Il provvedimento stanzia complessivamente 1,5 milioni di euro per costruire una memoria storica fondata sui luoghi della deportazione italiana: 300mila euro per il 2025 destinati alla mappatura dei siti e 1,2 milioni affidati al Ministero dell’Istruzione per finanziare i viaggi degli studenti di ogni ordine e grado presso questi luoghi della memoria.
L’obiettivo dichiarato è “far maturare la coscienza civica delle nuove generazioni”, portando i ragazzi a confrontarsi direttamente con i luoghi dove il regime fascista rinchiuse, deportò e perseguitò migliaia di persone sul territorio nazionale.
Tre articoli per non dimenticare. Il disegno di legge si articola in tre punti essenziali. Il primo articolo prevede la redazione della vera e propria “Mappa della memoria” attraverso ricerche storiche e documentali, pubblicazioni e percorsi di visita dedicati ai campi operanti durante il ventennio fascista. Un lavoro di ricostruzione capillare affidato alla Struttura di missione anniversari ed eventi sportivi nazionali e internazionali, attualmente alle dirette dipendenze del Ministero per le Politiche giovanili e lo Sport, che tra i suoi compiti istituzionali ha anche la valorizzazione dei luoghi della Memoria.
L’articolo 2 istituisce il fondo di 1,2 milioni di euro destinato al Ministero dell’Istruzione per “promuovere e incentivare, nel rispetto dell’autonomia scolastica, i viaggi nella storia e nella memoria” presso i campi italiani. Il Ministero avrà 90 giorni dall’approvazione della legge per predisporre un decreto attuativo che definisca le modalità di utilizzo delle risorse, destinate a studentesse e studenti di ogni ordine e grado.
Il precedente: 2 milioni per Auschwitz. Il provvedimento si affianca alla legge 46/2025, anch’essa approvata all’unanimità e da poco entrata in vigore, che ha istituito presso il Ministero dell’Istruzione un fondo di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027 destinato ai viaggi della memoria nei campi di concentramento nazisti, riservato agli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado.
La motivazione è identica: educare le nuove generazioni rispetto alle “estreme sofferenze del popolo ebraico durante la persecuzione nazista della Shoah”, come previsto dalla legge 211/2000 che ha istituito il Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani.
Non gite, ma viaggi della memoria. La terminologia utilizzata nei testi normativi è chiara e non casuale: si parla di “viaggi della memoria”, “visite” ai campi, mai di “gite scolastiche”. Una scelta lessicale che sottolinea la valenza educativa e civica di queste esperienze, distinguendole nettamente dalle tradizionali uscite didattiche.
La risposta alle polemiche di Roccella. Il ddl 2313 rappresenta anche una risposta implicita ma chiara alle dichiarazioni della ministra Roccella pronunciate due settimane fa durante un convegno: «Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz cosa sono state? A che cosa sono servite? Sono state davvero gite? Sono servite, secondo me, sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano esattamente all’inverso. Cioè servivano a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, in un passato storico, e in un’area precisa: il fascismo». Parole che hanno sollevato polemiche e reazioni tra cui quella del Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin che ha risposto così: «Certamente ad Auschwitz non si va in gita, si va per fare memoria di una tragedia immane che ha colpito il popolo di Israele e deve rimanere un monito per tutti noi di fronte anche alla crescita dell’antisemitismo».
Con l’approvazione unanime, con il sostegno trasversale di tutte le forze politiche – prima al Senato, ora attesa alla Camera – il Parlamento sembra rispondere che la memoria del fascismo non può essere relegata oltre confine, ma deve fare i conti con la storia italiana, con i luoghi dove il regime operò concretamente sul territorio nazionale, internando, deportando, perseguitando.
Una rete di memoria sul territorio. La Mappa della memoria consentirà finalmente di avere un quadro completo e sistematico dei campi operativi in Italia fino al 1945, molti dei quali ancora poco conosciuti o del tutto dimenticati. Un patrimonio storico che rischia di scomparire senza un’azione di tutela, valorizzazione e trasmissione alle nuove generazioni.
Tra i Campi di concentramento e prigionia sconosciuti ricordo quello di Montorio (Verona), che è stato individuato, dall’Associazione montorioveronese.it nel luglio 2017 in seguito ad una specifica ricerca e grazie alle interviste a testimoni oculari. Dal settembre dello stesso anno, a seguito della sottoscrizione di un patto di sussidiarietà tra le le Associazioni montorioveronese.it e Figli della Shoah ed il Comune di Verona, per la valorizzazione del sito, sono iniziate le “visite guidate” ad opera dei volontari delle due associazioni.
I viaggi della memoria nei siti italiani permetteranno agli studenti di confrontarsi con una pagina buia della storia nazionale che si è consumata nei loro stessi territori, nelle loro regioni, a pochi chilometri da casa. Una prossimità geografica che può rendere ancora più forte e diretto l’impatto educativo, trasformando la storia in esperienza concreta e tangibile.
Alberto Speciale
¹ Edit 30/10/2025 – Esito parere Commissione del 29/10/2025: La seduta comincia alle 14.35. Disposizioni sulla redazione della Mappa della memoria per la conoscenza dei campi di prigionia, di internamento e di concentramento in Italia, nonché sulla promozione dei viaggi nella storia e nella memoria presso i campi medesimi. C. 2313, approvata dal Senato. (Seguito esame e conclusione). La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 ottobre 2025. Giorgia LATINI, presidente, avverte che l’onorevole Perissa ha cessato l’incarico di relatore, che viene assunto dall’onorevole Roscani e comunica che sono pervenuti i pareri delle Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio). Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire al relatore il mandato a riferire favorevolmente all’Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l’autorizzazione a riferire oralmente.










































