L’inedito storico e le opportune sedi. FAV, è ancora bagarre

 
 

Continua il botta e risposta tra Sovrintendente Cecilia Gasdia e maggioranza di centrosinistra a Palazzo Barbieri. All’indomani del Consiglio Comunale convocato per cercare un confronto (che non c’è stato), con la Sovrintendente, al successivo siluro della stessa Gasdia, replicano Michele Bertucco e Jessica Cugini, con una nota che riportiamo integralmente.

“Alla lettura dei giornali quotidiani, rimaniamo senza parole davanti alla reazione di lesa maestà della sovrintendente Cecilia Gasdia. Crediamo anche noi, come scrive la sovrintendente infatti, che siano “stati ampiamente superati i limiti imposti da un rapporto improntato al rispetto e alla correttezza reciproca”. Il cambio di assetto di Arena di Verona srl, senza alcun preavviso al presidente di Fondazione Arena e sindaco della città Damiano Tommasi e senza alcun passaggio nel Consiglio di Indirizzo dello stesso ente è una grave lesione di rispetto e correttezza, è vero, lo confermiamo.

Questo sì (riprendiamo le stesse parole della sovrintendente) “rappresenta in primo luogo un grave danno di immagine arrecato alla Fondazione Arena di Verona, prima ancora che alla governance della città”.

Un danno d’immagine che per altro segue al suo incarico, avvenuto contro la volontà di quello che è il rappresentante della città, oltre che il presidente della Fondazione. Nomina, la sua, avvenuta senza unanimità, giocando una partita che, lo abbiamo detto e scritto più volte, non ha tenuto conto del bene della città, delle richieste dei sindacati che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori di Fondazione Arena. Nomina che ha risposto a dinamiche lontane da Verona, che hanno a che fare con le forze politiche che siedono oggi al governo e con rappresentanti che giocano (nonostante il ruolo istituzionale che ricoprono) su più tavoli, anche se pare non si possa evidenziare. Non a caso la vicenda è stata oggetto di notizia sui quotidiani nazionali che hanno sottolineato un inedito storico.

Proprio per tutto questo crediamo che quel che è accaduto dovesse essere “oggetto di discussione nelle opportune sedi”, che sono, e non potrebbero essere altrimenti, quelle delle istituzioni cittadine. Per un confronto su Fondazione Arena non vi è infatti sede più opportuna del Consiglio comunale di Verona, che rappresenta il luogo deputato all’esercizio della trasparenza e della democrazia, oltre che della rappresentanza, visto che è stato democraticamente eletto e rappresenta la volontà delle cittadine e cittadini scaligeri.

È qui che la sovrintendente Gasdia, in questa “opportuna sede”, doveva venire a riferire del proprio operato. Operato messo in discussione in primis dalle stesse Organizzazioni Sindacali Cgil Sic, Cisl Fistel, Uilcom Uil e Fials Cisal che, con preoccupazione, ne avevano chiesto la convocazione.

Il Consiglio era stato convocato, come sa bene Cecilia Gasdia, sull’onda della preoccupazione verso il futuro di Fondazione Arena. Lo stesso sindaco Tommasi ha infatti sottolineato come il Consiglio di indirizzo sia stato “esautorato nella scelta dei vertici di Arena di Verona srl così come sulle scelte future, sul direttore generale e direttore artistico” e come, a oggi, abbia lui stesso difficoltà a ricevere i documenti da lui richiesti. Una mancanza, questa sì, di “rispetto istituzionale”, visto la carica che ricopre”.

 
 

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