Libero Cecchini: le iniziative ad memoriam dell’Ordine Architetti di Verona

 
 

Un tributo, un segno di ringraziamento all’architetto e al libero pensatore che ha ridisegnato il volto moderno di Verona, dalla ricostruzione del dopoguerra – compresa quella dei ponti storici sotto la guida del soprintendente Piero Gazzola – al pieno sviluppo urbano: così si motiva da parte dell’Ordine Architetti P.P.C. della Provincia di Verona, unitamente all’associazione culturale “Architetto Libero Cecchini”, l’intitolazione a Libero Cecchini della sala consiliare nella sede M15 dell’Ordine, agli ex Magazzini Generali di Verona, a poco più di un anno dalla scomparsa, 20 aprile 2020.

A ricordare Cecchini, un’incisione nella “sua” pietra, con un monito-testamento per quanti hanno fatto dell’architettura la propria professione: “Inserirsi nelle pieghe del paesaggio”, sigillata dalla firma e timbro dell’Ordine su quel n. 17, la sua iscrizione all’Albo degli Architetti veronesi, nel lontano 1945.

Opera di Matteo Cavaioni, già collaboratore di Cecchini, l’incisione fissa la passione dell’architetto per i materiali e per il paesaggio, in un’attenzione continua all’identità dei luoghi, alla memoria, alla storia urbana del contesto e al suo divenire moderno e innovativo. Amava definirsi un “paesaggista dell’urbanistica”, Cecchini, a sottolineare come nelle sue opere di restauro, architettura, design, urbanistica e scultura ci fosse una forte connessione tra progetto e contesto: in quella necessità di riconoscere l’alto valore delle preesistenze, storiche e paesaggistiche, a cui il progetto stesso deve sempre sottostare.

La cerimonia di intitolazione è stata occasione per lanciare in anteprima due iniziative culturali e di divulgazione – in via di completamento – che, a un anno dalla scomparsa, l’associazione culturale “Architetto Libero Cecchini”, nata a Verona nel 2009 in occasione del 90° compleanno dell’architetto, sta predisponendo per mantenere viva la figura e l’operato: più di 600 progetti in oltre settant’anni di professione tra opere pubbliche, ville, complessi residenziali tra la città, il lago di Garda e la Lessinia. Da un lato, un sito web dove si potranno consultare gli innumerevoli disegni e progetti dell’archivio Cecchini, visualizzabili on-line secondo una catalogazione sistematica e scientifica; quindi l’idea, nata dalla tesi di master in Digital Exibit (IUAV) dell’architetto Elisabeth Foroni, di un museo virtuale che raccoglie le immagini, i disegni e le interviste che ripercorrono il percorso umano e professionale di Libero.

Accanto a queste iniziative, le tante mostre allestite negli anni, dalla più completa negli spazi degli Scavi Scaligeri nel 2011, a quelle tematiche, fino al settembre 2019 per i 100 anni dell’architetto con l’esposizione “Libero 1:100”, promossa in collaborazione e nella sede dell’Ordine Architetti P.P.C. di Verona.

«Non c’è Verona fuori dalle mura costruite da Cecchini, scrivevamo alla notizia della scomparsa di Libero. Oggi, quello dell’Ordine è un piccolo segno, tangibile, di ringraziamento per l’eredità che ha lasciato a Verona – sottolinea Amedeo Margotto, presidente degli Architetti veronesi – e a noi professionisti. Lo avevamo festeggiato, insieme alla città, nel settembre 2019 per i suoi 100 anni, quale presenza costante e riferimento umano e professionale per generazioni di architetti. Libero ha incarnato, nella sua poliedricità di vedute e di approccio, la figura “dell’architetto e dell’artista-scultore”, capace di forgiare pensiero e materia, storia, modernità e identità, metodo e tecnica, ispirazione poetica e capacità organizzativa. Nei suoi innumerevoli progetti restano incisi i tratti della sua personalità e della sua visione dell’architettura: l’amore innato per i materiali, per la pietra, per la scultura e il suo paesaggio».

Libero Cecchini

«Le iniziative culturali e divulgative proposte dall’associazione – spiega Vittorio Cecchini, architetto, figlio di Libero e presidente dell’associazione omonima – in sinergia con l’Ordine degli Architetti di Verona diventano ulteriore stimolo per promuovere l’immane archivio che Libero ci ha lasciato. Senza conoscenza non ci può essere valorizzazione: ecco perché l’obiettivo è quello di farlo conoscere ai giovani architetti, di cui ha sempre voluto circondarsi, mai considerandosi superiore ma aperto, sempre e fino agli ultimi giorni, a nuovi stimoli ed esperienze».

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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