Lessinia, Zardini (PD): Addio a un quinto dell’area protetta

 
 

Il Consiglio regionale sta per ridurre di un quinto la superficie del Parco della Lessinia. Su richiesta dei sindaci, i consiglieri regionali di maggioranza hanno approvato un provvedimento che taglia 1.700 ettari di area protetta su 10 mila. Le motivazioni ufficiali sono il contrasto alla fauna selvatica, tra cui i cinghiali, che crea danni agli agricoltori della zona.

«Per controllare le specie come i cinghiali non serve ridurre l’area protetta e danneggiare la biodiversità», denuncia il deputato veronese Diego Zardini. «Basterebbe approvare le modifiche al Piano ambientale e redigere la Valutazione ambientale strategica. Documenti che attendiamo dalla Regione Veneto da molti anni e non si capisce perché non li abbia ancora portati a termine. Perché la Lega non vuole risolvere il problema dei cinghiali con gli strumenti già possibili ma propone invece si ridurre il Parco? Quale scopo nascondono? Tenuto conto che la Regione Veneto ha una percentuale di superficie protetta sotto la media nazionale, le aree protette andrebbero aumentate, valorizzate e sostenute».

La maggioranza in Consiglio regionale è comunque «coerente con se stessa: negazionista e contraria all’ambiente», rimarca Zardini. «A novembre i consiglieri leghisti si sono resi ridicoli di fronte al mondo, quando l’aula del Consiglio è stata invasa dall’acqua pochi minuti dopo il voto con cui si negava l’effetto dei cambiamenti climatici. La notizia è purtroppo rimbalzata sui giornali di tutto il pianeta. Ora propongono di togliere la protezione dai “vaj”, zone di straordinaria valenza ecologica, importantissimi corridoi ecologici verso la pianura che favoriscono la diffusione delle specie rare, trasformandoli in zone contigue, non verso l’esterno del Parco ma verso l’interno».

 
 

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