Le bordate di Bertucco non risparmiano i dirigenti AMIA

 
 

“Maurizio Alfeo, 240 mila euro lordi all’anno; Ennio Cozzolotto 97 mila; Marco Gruberio 96 mila; Diego Testi 100 mila. Con questo po’ po’ di dirigenza strapagata, che sul bilancio dell’azienda ha pesato anche nel 2018 per più di mezzo milione di euro, Amia non riesce a presentare un piano industriale che risponda alle legittime richieste di chiarezza dei lavoratori e dei sindacati, preoccupati per l’incancrenirsi di una situazione di paralisi che dura da ormai 3 anni. Il tutto dopo aver schiuso l’esercizio 2017 con quasi 360 mila euro di buco e avvicinandosi a chiudere l’esercizio 2018 con quasi due milioni di buco. Ma queste persone una coscienza non ce l’hanno? Non sarebbe per loro più dignitoso dimettersi?”

Denari che pesano oltremodo sulle casse di AMIA ma che per Bertucco non sono nemmeno ben “investiti”.

“Tutto ciò che questo fior fiore di dirigenti sono stati in grado di partorire all’incontro di stamane con i sindacati, è l’idea di un non meglio dettagliato “service” che coinvolgerebbe 23 lavoratori Amia che finirebbero sul conto spese di Agsm sollevando così l’azienda dei rifiuti dal pagare 800 mila euro l’anno di stipendi. Una toppa che non vale tutti i soldi che i veronesi spendono per pagargli stipendi e benefit. Scena muta, da parte dei vertici, su come uscire dalle secche del project financing che paralizza da ormai 3 anni lo sviluppo dell’azienda. E scena muta anche sull’ipotesi famosa della gara a doppio oggetto che sarebbe alternativa al project.

Io credo che a fronte di tutta questa inefficienza servano dei segnali, anche simbolici, forti. Non è giusto che a pagare siano sempre i lavoratori. Lo sciopero che ormai solo il Prefetto può fermare è la logica conseguenza di questa incapacità gestionale sulla quale ha pesanti responsabilità anche il Comune che non a caso stamane al tavolo di trattativa era assente”.

 
 

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