Per l’estate 2025 il quadro non si discosta di molto da quello del 2024, anzi, ci sono segnali di un leggero ribasso, anche per la provincia di Verona: è quanto emerge dalla consueta indagine sulle previsioni dei consumi per la stagione delle vacanze condotta da Confcommercio Veneto e Unioncamere Veneto su un campione di 600 residenti nella regione.
Spesa pro capite e settori
La spesa media regionale per categoria è stimata in 762 euro per la voce ristorazione/sagre/eventi enogastronomici, dunque per le iniziative di socializzazione attorno alla tavola imbandita; 434 euro per l’abbigliamento, calzature e accessori; 203 euro per viaggi e vacanze. Per quanto riguarda cosa i veneti acquisteranno, rispetto all’anno scorso cresce la ristorazione (+3%) e l’acquisto di libri (+3%), mentre rallentano i computer, gli smartphone e l’elettronica più in generale.
I saldi dal 5 luglio
Per quanto riguarda gli sconti che partiranno da domenica 5 luglio, il budget è sostanzialmente sovrapponibile a quello dell’estate 2024. Il 64% degli intervistati in Veneto dice che spenderà come l’anno scorso (70% per Verona), l’8% di più (10% per Verona), il 28% di meno (20% per Verona). La gente spenderà più o meno lo stesso di un anno fa per comprare vestiti (228 euro a persona); un po’ meno per le scarpe (182 euro); decisamente meno per le borse e gli accessori (168 euro).
La geografia dei consumi
Due veneti su tre dicono che acquisteranno in periferia; ma nei centri storici la propensione all’acquisto cresce di 6 punti rispetto al 2024, raggiungendo il 37%. Nel 60% dei casi per le compere si terrà conto della qualità del prodotto, nel 40% si guarderà di più al taglio sul prezzo. I negozi fisici, specialmente dei centri storici, restano preferiti rispetto all’on line, 69% contro 31%: è da rilevare che in maniera significativa (+12%) i ragazzi d’età compresa tra i 18 e i 29 anni preferiscono più il negozio del web.
Cara inflazione
Anche quest’anno, come già lo scorso, ben l’84% (l’82% per la provincia di Verona) del campione intervistato fa sapere che l’aumento del costo della vita e la perdita del potere di acquisto della moneta sono elementi di preoccupazione e anche di contrazione dei consumi (1 punto percentuale in più del 2024 a livello regionale).
Tempo di vacanze
Aumenta la percentuale di veneti che passeranno un periodo di ferie, pari al 64%, ma Verona esprime un dato sensibilmente inferiore, il 58%: il 26% dei veronesi resterà in Veneto (contro il 31% del dato medio regionale), il 62% andrà fuori Regione (contro il 60% delle sette province), il restante 31% sceglierà l’estero (a fronte del 34% di media).
Come destinazione, cresce il mare, scelto dal 46% degli intervistati del Veneto (+3% sul 2024), seguito dalla montagna al 32%, dai laghi all’11% e dalle città d’arte al 9% (-5%). Sulla tipologia d’alloggio cresce la propensione all’affitto degli appartamenti turistici, scelti dal 22% (+7% sul 2024) e agli hotel (sempre in testa col 33%, +4%); in leggero calo sono i bed&breakfast (17%) e gli ostelli (1%); in diminuzione consistente le case dei parenti o degli amici (17%). Quanto alle modalità di prenotazione dei viaggi, si rileva un calo dell’on line (comunque prima scelta al 69%, ma con un -4% sul 2024) cui fa da contraltare un lieve aumento per le agenzie di viaggio (14%, +2%). Anche quest’anno l’elemento determinante per la scelta delle proprie vacanze si conferma la ricerca di tranquillità, una buona qualità di vita, possibilità di relax e ambiente salutare.
“I dati dello studio condotto a livello regionale e provinciale da Confcommercio e Unioncamere confermano la notevole cautela che caratterizza in questo periodo il comportamento dei consumatori, sempre più attenti e selettivi nelle scelte, in cerca di promozioni e sconti”, commenta il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena. “Una politica largamente adottata soprattutto dal ceto medio”
“L’attuale scenario contraddistinto da incertezze e timori per i conflitti internazionali e il ritorno dei dazi rende sempre più decisiva la componente del turismo quale elemento di sostegno dell’economia e in special modo del terziario di mercato”, aggiunge il direttore generale di Confcommercio Verona Nicola Dal Dosso. “Un turismo che va incentivato puntando su una promozione capace di intercettare flussi utili a generare valore aggiunto al nostro territorio, a partire da quel segmento MICE, collegato al business, per il quale vi sono ampi margini di crescita”.