L’Unione Europea invece che investire in welfare, cultura, cooperazione e disarmo ci sta facendo entrare vertiginosamente in una economia di guerra. Già 100 mozioni AVS sono state depositate in diversi Comuni d’Italia per chiedere al Governo di interrompere il sostegno al piano di riarmo europeo ‘ReArm Europe’.Il Comune di Verona si renda capofila di una mobilitazione per una pace disarmata, in nome dell’ultima Arena di Pace tenutasi alla presenza di papa Francesco, le cui ultime parole sono state: «Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo».
Abbiamo visto nei mesi scorsi mesi come il Parlamento europeo abbia dato il via libera a un piano “guerrafondaio” che prevede una spesa di 800 miliardi: 150 come nuovo debito comune che la Commissione emetterà per finanziare eventuali prestiti a lungo termine, a cui gli Stati membri potranno ricorrere per aumentare le loro spese in armi e 650 spesi direttamente dai singoli Stati con la possibilità di indebitarsi superando i limiti delle regole fiscali europee. Con la possibilità dei Paesi europei di aumentare la propria spesa fino all’1,5 per cento del loro PIL nei prossimi quattro anni.
È per questo che crediamo, come Sinistra Italiana Verona, che gli enti locali debbano ritornare protagonisti anche nelle questioni internazionali, come è stato nel richiedere giustizia per la Palestina e il popolo palestinese, ma anche per la pace, contro guerra e armamenti.In questi mesi AVS è riuscita a coinvolgere cento Comuni d’Italia – di cui almeno 20 capoluoghi di Provincia – depositando/approvando una mozione che chiede esplicitamente al Governo di interrompere il sostegno al piano di riarmo europeo definito ‘ReArm Europe’”.
Nella provincia veronese tale mozione è già stata depositata presso il Comune di Nogara, Zevio e San Zeno di Montagna. Presso il Comune di Nogara e Zevio ne è scaturita una discussione pubblica all’interno dei rispettivi consigli comunali. A Verona la mozione depositata è stata riscritta e ora attende.
Lo rende noto Luca Perini, Segretario provinciale di Sinistra Italiana Verona, che aggiunge: “Piuttosto che spendere soldi in armamenti vogliamo che l’Italia lavori in sede europea per promuovere il rilancio della multilateralità e la collaborazione globale per un futuro comune e di pace. Servono urgenti iniziative diplomatiche con il coinvolgimento dell’ONU per una tregua nel conflitto russo-ucraino, finalizzata al raggiungimento di una pace stabile e duratura. Lo abbiamo detto più volte che oggi è disfunzionale e sbagliato affermare che l’unica soluzione è armarsi, e combattere, precludendo ogni soluzione diplomatica. La pace è una conquista della politica che si costruisce nel tempo. La guerra e le armi rappresentano il fallimento totale della politica. Bisogna dire un no chiaro alle armi e agli armamenti”.
Jessica Cugini, Consigliera comunale per Sinistra Italiana, afferma: «Nel marzo del 2024, la Giunta comunale, con deliberazione n. 262 del 15 marzo 2024, ha dichiarato il Comune di Verona “Città per la Pace e i diritti umani” e ha aderito al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani che dal 1986 promuove e coordina le attività di centinaia di comuni, province e regioni per la pace e i diritti umani, condividendone i principi fondamentali. Che «Tacciano le armi, cessi il fuoco, si fermi l’industria bellica, non si pronuncino parole d’odio» è stata la frase sottoscritta, all’indomani della scomparsa di papa Francesco, dal nostro sindaco e vescovo insieme ad altre città simbolo della Pace, Firenze, Assisi e Lampedusa. Fermare le armi è stato l’ultimo monito del più grande oppositore delle armi, l’ex vescovo di Roma, papa Francesco. Crediamo dunque che questa mozione, che da quell’appello prende il titolo, sia la doverosa continuità, in un tempo in cui si chiede la fine del genocidio a Gaza, ma si continua ad armare Israele. Lo standard è solo uno: la pace disarmata e la fine delle fabbriche di morte, fabbriche che devono essere riconvertite”.
Infine, Perini conclude “Dalle parole devono seguire i fatti: a partire da una discussione pubblica e trasparente con la propria città all’interno dei consigli comunali. Partiamo dalle mozioni che impegnano i Sindaci, ma anche non meno importanti sono le azioni simboliche che gli stessi enti locali posso adottare: dalla bandiera della Pace a quella della Palestina affissa nei palazzi comunali. L’auspicio è che quanto prima anche il Comune di Verona si adoperi in tal senso””.