La speculazione sulle strutture ricettive alberghiere porterà allo spopolamento

 
 

“E’ incredibile la superficialità con la quale l’amministrazione accoglie la “flessibilità” offerta dalla Regione Veneto sulle nuove superfici alberghiere. Non abbiamo fatto in tempo a sanare le ferite impresse al territorio dalle politiche di deregolamentazione degli anni scorsi sui capannoni industriali e sui centri commerciali, che già il centrodestra veneto promuove un nuovo assalto al territorio con ricadute sicuramente negative sul centro storico e sui quartieri della città.

La domanda implicita nella proposta della Regione è infatti questa: “Volete voi a Verona trasformare il vostro centro storico sul modello di Venezia?” dove si è assistito ad un grave spopolamento. Sconcerta che la risposta del Comune sia un entusiastico “Sì!”.

Da’ ragione alle associazioni degli albergatori Michele Bertucco, preoccupate per il costante fiorire di strutture ricettive in un mercato di per se’ già saturo.

“Non siamo più negli anni Settanta quando l’unica forma di ricettività era l’albergo. Dai B&B alle locazioni brevi alle locazioni turistiche, le formule si sono moltiplicate. Sempre in virtù dell’incapacità della Regione di regolare i processi, questo mercato parallelo della ricettività, a suo tempo nato per dare la possibilità di integrare il reddito ad alcuni cittadini in situazioni abitative particolari, è diventato un vero e proprio ginepraio che in buona parte affonda le sue radici nella parte grigia dell’economia sommersa.

Soltanto nella Variante 23 ci sono nuove superfici turistiche per 72.850 metri quadrati, prevalentemente concentrate a Verona Sud e sulla Statale 11 nel territorio della Terza Circoscrizione. A queste occorre aggiungere le nuove superfici turistiche promosse con lo strumento in deroga dello Sblocca Italia in centro storico, come il Piano Folin (albego da 160 stanze), e alle officine ex Safem. L’ex Manifattura Tabacchi, dove sono previsti altri due alberghi, formalmente è ancora dentro la variante 23, ma i pratica il progetto va per conto suo essendo stato dichiarato di interesse strategico regionale. Un’altra partita di alberghiero riguarda l’ex Tiberghien.

Di quale altra flessibilità ha bisogno la città? C’è davvero un sogno di centinaia e centinaia di nuove stanze d’albergo nella città patria del turismo mordi e fuggi? In quali condizioni questa amministrazione intende ridurre gli albergatori e i residenti del centro storico?”

 
 

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