La Sentenza: Il fatto non sussiste. Bene non benissimo

 
 

Non serve romanzare più che tanto il lieto fine, è sufficiente rivisitare il cammino giudiziario di Matteo Gasparato, Presidente del Consorzio Zai e leader del movimento civico Verona Domani, per fissare poche informazioni che chiariscono definitivamente la vicenda e la mandano in archivio alla voce brutti ricordi.

“Ringrazio famiglia, amici e amministratori che hanno sempre creduto nella mia innocenza. Ora torno a vivere”.

Lapidaria la dichiarazione del diretto interessato, che si scrolla di dosso sei anni di accuse, fastidi e gogne mediatiche per un capo d’imputazione che prima lo accusava di aver usato inopinatamente la carta di credito del Consorzio Zai per pagare pranzi e cene a scopi personali, poi lo assolve perché il fatto non sussiste.

31, 26, 5

Oggi numeri da giocare al lotto, ieri la quantificazione decrescente delle cene che Matteo Gasparato avrebbe pagato, diminuite nei diversi gradi di giudizio, fino ad arrivare all’assoluzione piena.

E pensare che solo qualche mese fa la Procura ingaggiava il braccio di ferro con i legali difensivi e chiedeva 5 anni di condanna. Tutto ridimensionato, o meglio, azzerato.

Agrodolce è il sapore della derubricazione, che soddisfa il finale ma si sporca con la sproporzionata dose di tensione e tempo perso che ha solcato gli appuntamenti con le aule penali.

Bene non benissimo.

M.C.

 
 

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