La sanità che vogliamo

 
 

Sanità pubblica o privata, sostenibilità e declino del Servizio Sanitario, managerialità in sanità, professionisti e cittadini, loro partecipazione alle scelte di una classe politica sempre più criticata: questi i temi che sono stati discussi in un convegno organizzato dal gruppo di lavoro sanità e sociale della provincia di Verona del Movimento 5 stelle il 1 dicembre 2017 alle ore 14.30 presso il Cinema Teatro Stimate.

Relatori principali del convegno il professor Ivan Cavicchi dell’Università di Tor Vergata, autore del libro la Quarta Riforma, il presidente dell’ordine dei medici di Verona Dott. Roberto Mora, il segretario provinciale della federazione dei medici di medicina generale Fimmg Dott. Guglielmo Frapporti, il Dott. Giampaolo Cordioli, medico ospedaliero in pensione, il Dott. Antonio Gallo, cardiologo ospedaliero, la dott.ssa Chiara Corsini, specializzata in medicina ambientale clinica, i parlamentari Francesca Businarolo e Alberto Zolezzi ed il consigliere regionale, sempre del Movimento 5 Stelle, Manuel Brusco.

Il Dott. Cordioli ha evidenziato come una maggiore spesa non determina una migliore sanità, né che la sanità privata sia migliore della pubblica mostrando ad esempio come la mortalità per parto delle donne In Italia è 1/17000 mentre in Usa 1/1800, a fronte di una spesa sanitaria in rapporto al Pil negli Usa molto più alta che in Italia.

Il Dr Gallo ha dimostrato che in Veneto negli ultimi 15 anni, nella sanità privata vi è stato un considerevole aumento dei ricoveri in Day Hospital e Riabilitazione, mentre si sono ridotti nel pubblico, ed un aumento importante degli interventi chirurgici che sono maggiormente rimborsati dal Ssn.

La dott.ssa Corsini ha evidenziato come in politica sanitaria non si può dividere la politica ambientale da quella sanitaria in senso stretto.

La portavoce alla Camera, Businarolo, ha illustrato la Legge da lei proposta e recentemente approvata che tutela i dipendenti che segnalano casi di corruzione, evidenziando come potrebbe contribuire a far emergere casi di malasanità, come quello dell’Ospedale di Mantova, presentato in un interrogazione parlamentare dal collega Zolezzi

Manuel Brusco, portavoce in Regione, ha illustrato come sia in atto uno smantellamento degli ospedali pubblici con decisioni che seguono criteri politici e non sanitari. La Regione non ha realizzato il promesso Piano socio-sanitario regionale, se non nei tagli di posti letto.

Ha spiegato come siano insufficienti gli interventi attuati dalla Regione per il problema inquinamento da Pfas.

Il professor Cavicchi, già consulente del governo Usa per la riforma sanitaria, ha spiegato come la sanità pubblica in Italia sia in pericolo, per la riduzione di finanziamenti, con una diminuzione di circa 60.000 lavoratori della sanità negli ultimi anni.

Questa riduzione di spesa sanitaria avviene nonostante in Italia sia già la più bassa d’Europa. Sono stati tagliati 40.000 posti letto sinora e da 8 anni non si rinnova il contratto dei sanitari.

Si sta attaccando la sanità pubblica con ricadute sulle aspettative di vita delle fasce a basso reddito. Cavicchi sostiene che se si vuole assistere un numero di anziani sempre maggiore è ovvio che la spesa sanitaria deve aumentare a meno di non lasciare le persone senza l’assistenza sanitaria necessaria.

Si deve allora investire perché le malattie non avvengano, cioè nella prevenzione, attraverso politiche anche industriali che non producano malattie (es.: Pfas).

Va superato il modello organizzativo degli Ospedali, pensato nel secolo scorso e che non può più reggere ora. Si devono intensificare le cure intermedie e l’assistenza domiciliare in modo da assicurare le cure a domicilio il più possibile.

Il presidente uscente dell’Ordine dei Medici di Verona dottor Mora ha evidenziato come le spese in sanità siano orientate male, fornendo l’esempio del Polo Confortini di Verona, che è il più grande d’Europa con le sue 36 sale operatorie, che non hanno mai funzionato appieno perché, spendendo tutti i soldi per realizzare gli edifici, non si hanno più soldi per pagare il personale che poi dovrebbe farli funzionare.

Il segretario della Fimmg di Verona, Dr Frapporti ha sottolineato la difficoltà che affrontano le famiglie con persone ammalate non autosufficienti croniche a casa, che costituiscono il più grande ospedale della provincia ed alle quali sono destinate pochissime risorse rispetto agli ospedali veri e propri.

Frapporti e Mora hanno ribadito i motivi dello sciopero dei medici, legato proprio alla constatazione di come la spesa sanitaria sia tutta rivolta all’altissima specializzazione ed alle strutture.

Si attirano così malati da fuori Regione, i quali contribuiscono a ripianare i bilanci delle Aziende Ospedaliere venete, mentre i malati cronici a domicilio non hanno le cure sufficienti ed i contributi regionali per chi accede alle case di riposo sono insufficienti, e le famiglie sono costrette dunque a pagare rette che arrivano a 3000 euro mensili.

Mora mostra inoltre l’esempio della Bassa, dove a fronte di circa 170.000 abitanti la Regione ora promette solo 24 posti letto di Ospedale di Comunità a Bovolone, cancellando gli altri posti previsti a Zevio, Nogara ed Isola della Scala, e dove solo 16 infermieri sono impegnati nell’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata).

 
 
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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