La sortita dei duecento volantini raffiguranti l’arcobaleno nero con l’effige del Duce e la fantomatica Palestra di Fascismo è già finita. Il maldestro tentativo di far passare Verona per quello che non è, imbucando il materiale in cassette delle lettere in zona Borgo Trento, è già naufragato, con l’individuo che li ha ideati, reo confesso ma incredibilmente ancora non pentito del gesto sconsiderato.
A margine della bolla di sapone, dopo che la politica di sinistra aveva duramente attaccato il centrodestra, interviene il parlamentare leghista Vito Comencini secondo cui “gli esponenti del centrosinistra veronese – La Paglia, Bertucco, Benini, Vallani e Ferrari –, alimentando l’ennesimo caso mediatico sulla “Verona fascista”, dimostrano di essere nemici della nostra città. Chiediamo al candidato sindaco di quell’area Damiano Tommasi di prendere ufficialmente le distanze da questo becero modo di fare campagna elettorale”.
“Alla fine l’autore dei volantini distribuiti in Borgo Trento si è giustificato dicendo che la sua voleva essere una sorta di denuncia contro presunte formazioni neofasciste. Un metodo che appartiene a tutti gli effetti a tristi episodi che hanno aperto nel passato grosse ferite per i veronesi e rivelatisi soltanto delle grandi macchinazioni infondate”.
Alla Lega si unisce il gruppo civico VERONA DOMANI guidato da Matteo Gasparato e Stefano Casali. “Cara Sinistra, volete davvero proporvi di governare così?
Il “Manifesto fascista” si è rivelato un tentativo mal riuscito di gettare fango sul centrodestra veronese.
In realtà – e non ci vuole molto a capirlo – si sta recando un grave danno alla città e a tutti i cittadini. Il Partito Democratico ha iniziato da poco la campagna elettorale e se queste sono le premesse c’è da preoccuparsi. Visto il grave episodio riportato sulla stampa locale e nazionale che ha messo in luce un problema che ancora una volta è manipolato e fomentato da una parte della sinistra che per avere un po’ di visibilità è disposta a tutto! Auspichiamo che da oggi vengano utilizzati metodi più corretti senza ledere l’immagine di Verona e dei veronesi”.
Anche per il Sindaco si è cercato “di strumentalizzare e gettare discredito su Verona, dipingendola diversa da come invece è realmente”. Dichiarazioni alle quali replica il consigliere del Partito Democratico Federico Benini che si chiede se “Sboarina per non dare alibi a quelli che secondo lui ‘screditano la città’ non può semplicemente dire ‘io sono antifascista?’”.
Lo scrive su Facebook e poi va aggiungendo:
“Se davvero la preoccupazione del Sindaco, che se ne esce soltanto adesso, è quella di tenere al riparo la città da questo genere di polemiche, la strada maestra è di dichiarare la propria adesione ai valori costituzionali di antifascismo e troncare i legami con la destra estremista che si connota per iniziative che si richiamano esplicitamente al fascismo e al nazismo contribuendo a degradare l’immagine della città”.
“Il maldestro tentativo di far passare Verona per quello che non è”
Siamo (siete) sicuri?
Che questo volantino sia stata una mossa fatta senza valutare le conseguenze, direi che è un dato di fatto. Che tutte (e dico tutte) le parti politiche lo abbiano cavalcato, è altrettanto un dato di fatto.
Che a Verona non esistano organizzazioni di destra dalle quali il Sindaco non si è mai dissociato, è altrettanto un dato di fatto.