“La Memoria in marcia” lunedì 1° maggio a Peschiera, nel 25° anniversario della strage di Capaci

 
 

23 maggio 1992, strage di Capaci.

Quel giorno persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, la scorta: i poliziotti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

A Peschiera del Garda, nel piazzale antistante la Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato intitolato proprio a quei poliziotti “morti di dovere”, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni civili e militari e della signora Tina Montinaro, moglie del capo scorta del giudice Falcone, ha avuto inizio, con la partenza della teca in cui è conservata la “Quarto Savona Quindici”, il tour “La Memoria in marcia”. La vedova Montinaro, in occasione della ricorrenza del 25° anniversario della strage, in veste di presidente dell’associazione “Quarto Savona Quindici” (nome della sigla radio della Fiat Croma blindata della Questura di Palermo su cui viaggiavano, prima di saltare in aria, i poliziotti di scorta al giudice), ha promosso, in collaborazione con la Polizia di Stato, un tour della “legalità”, appunto “La Memoria in marcia” che, dopo aver fatto tappa in diverse città italiane, si concluderà il prossimo 23 maggio a Palermo. Qui, il “monumento itinerante” verrà posizionato nel giardino, distante circa 300 metri dal luogo della strage, ove fu ritrovata l’autovettura dopo la violentissima esplosione.

La teca, con quel che resta della “Quarto Savona Quindici”, è arrivata alla Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Peschiera del Garda, per volontà della vedova Montinaro, il 23 maggio 2014 e da quel giorno è divenuto uno dei monumenti più visti del Lago di Garda. Il suo arrivo fu celebrato con una cerimonia promossa dal direttore della scuola Gianpaolo Trevisi, alla quale parteciparono, oltre agli agenti allievi ed alle istituzioni civili e militari cittadine, anche il regista-attore Pif, il cantante degli Stadio Gaetano Curreri e l’attuale vice direttore generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie, prefetto Luigi Savina, a quel tempo questore di Milano. Quel terribile cubo simbolico, è divenuto ispirazione per svariati progetti sulla legalità a cui hanno aderito nel corso di questi tre anni numerosissimi giovani delle scuole primarie e secondarie: è proprio questo il senso della “Memoria in marcia”: promuovere tra i ragazzi quei valori e quegli ideali in cui credevano Antonio, Vito e Rocco e quanti, come loro, hanno fatto del proprio lavoro una missione di vita.

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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