La maledizione dell’Aeroporto di Brescia-Montichiari

 
 

…TST…o TSO; qual è il risultato?

È notizia di ieri che si è svolto in data venerdì 15 luglio, a Palazzo Pirelli, un convegno sul tema: “Lo sviluppo dell’Aeroporto di Brescia-Montichiari nel contesto del sistema aeroportuale del Nord Est”.

Quando la politica locale, che per decenni non si è interessata dello scalo di Brescia, lo vuole dichiarare “strategico” per pensare al futuro, non ci resta che piangere.
Il convegno discute il tema “…non più solo cargo, per il quale Montichiari è oggi il quarto aeroporto in Italia e non più solo traffico postale (primo scalo italiano), ma con la prospettiva di ospitare nuovamente rotte passeggeri per gestire l’eccesso di domanda prevedibile a breve sugli altri scali lombardi di Bergamo, Linate e Malpensa”.

C’è da non crederci!
Ad appena un anno dello smantellamento del terminal passeggeri sotto gli occhi indifferenti di tutti – soprattutto della politica e dell’economia locale – proprio quelle che hanno organizzato il convegno farsa!
Per meglio capire facciamo un passo indietro e torniamo al 2012 quando il Catullo ha rischiato di chiudere (fallire) per sempre e la soluzione che i nostri eroi hanno trovato era quello di regalare (senza gara) la società di gestione aeroportuale del sistema del Garda alla SAVE di Venezia.
Decisione impugnata da ONLIT e la stessa ANAC, a cui si era rivolta, ha decretato che l’operazione era illecita, ma poi la Procura di Verona ha ritenuto che non c’erano i presupposti per intervenire.
Mentre la Corte dei Conti veneziana ha condannato il Comune di Villafranca da cui è iniziata la capitolazione degli aeroporti a favore di SAVE.

Così ci siamo dovuti “ingoiare” il nuovo Partner Industriale che doveva fare faville con investimenti e sviluppi che la stampa locale ha osannato per anni, oggi ci continuiamo a chiedere: dove sono gli investimenti promessi in questi otto anni? Dove è quello sviluppo promesso con una regia centrale sugli aeroporti del Nord-Est?
La risposta è semplice: non è stato fatto un bel niente.

Ricordiamo molto bene che uno dei motivi per l’ingresso di SAVE era proprio quello di rilanciare lo scalo di Montichiari ma a tutt’oggi lo scalo con la gestione SVAE non ha mai visto un volo passeggeri atterrare: molto bravi (a parole) questi Veneziani al punto che lo scorso anno ci volevano convincere che non servisse più il terminal passeggeri a Brescia e che sarebbe stato più strategico utilizzarlo come magazzino (incredibile!) e tutti gli addetti ai lavori hanno fortemente criticato.

Tutti sanno che non ci sono aeroporti “all cargo” nel mondo e avere un terminal passeggeri era fondamentale per il rilancio dello scalo considerando anche il fatto che sia Linate che Bergamo sono sulla via della saturazione e al limite della capacità ambientale ma per SAVE la soluzione di trasformare il terminal passeggeri era inevitabile e strategico.
Oggi, con una spudoratezza difficile da uguagliare, la politica locale si accorge che serve operare anche i passeggeri a Montichiari e che serve un terminale per questo fine.

Noi ci chiediamo dove stavano questi signori quando con una arroganza senza uguali SAVE prendeva la decisione di trasformare l’esistente terminal (costato alle casse della Catullo SpA diverse decine di miliardi di vecchie lire) in magazzino.
Siamo alle solite ma per fortuna non ci sono più Tosi e Sboarina ma c’è Tommasi a cui ci appelliamo perché qualcosa di nuovo e valido per il territorio si realizzi.

Non è piu possibile che si continui in questo modo con i nostri scali aeroportuali, che sono un patrimonio per tutto il territorio del Garda.
Fino ad oggi siamo stati completamente in mano a SAVE a cui facevano da sponda il sindaco uscente, il Presidente della Camera di Commercio ed il Presidente di Confcommercio e tutto è andato come voleva SAVE che mai è coinciso con gli interessi del territorio.

Caro Sindaco Tommasi, serve prendere delle decisioni importanti sulla gestione dei nostri aeroporti prima che sia troppo tardi.
Dobbiamo prendere come esempio quello che hanno fatto con gli aeroporti di Bergamo, Bologna, Venezia e Treviso che hanno reso i loro scali produttivi e strategici per la crescita sia economica che occupazionale.

Quindi serve un TSO per chi ha operato a danno del territorio o altrimenti anche l’ultima T si allineerà alla TS di questi ultimi quindici anni…

Gerardo Grote

 
 

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