La Fiera delle Armi se ne va da Verona e innesca polemiche

 
 

La fiera EOS – European Outdoor Show abbandona Verona per trasferirsi a Parma. Un evento da oltre 40.000 visitatori, con un impatto economico enorme su alberghi, ristoranti, trasporti e servizi. Una perdita pesante per l’economia locale e per l’immagine di Verona.

Zavarise e Rossi, consiglieri comunali di opposizione, intervengono: “Mentre la città perde una manifestazione internazionale, la sinistra festeggia. Festeggiano le sigle dell’estrema sinistra, e festeggia anche una consigliera comunale in carica, Jessica Cugini, che sui social inneggia al successo di chi ha sempre cercato di sabotare questa fiera.

Il riferimento è alle manifestazioni guidate da una lunga lista di gruppi ideologizzati: Circolo Pink, Rifondazione Comunista, Laboratorio Autogestito Paratod@s, Potere al Popolo, Fronte della Gioventù Comunista, Resistenza Antifa, Osservatorio Migranti e altri”.


Zavarise e Rossi quindi denunciano: “Molti di questi gruppi ricevono spazi, fondi pubblici e legittimazione proprio dal Comune. E oggi si vantano di aver fatto scappare un evento internazionale.”

I due consiglieri ricordano che “EOS è una fiera perfettamente legale, regolata da un codice etico. Una fiera che promuove attività sportive, venatorie, outdoor, e crea lavoro vero, per imprese e famiglie veronesi”.

“Chi siede in Consiglio comunale -continuano gli esponenti di Lega e Verona Domani- ha il dovere istituzionale di difendere la città, non di applaudire chi ne danneggia l’economia. È imbarazzante e grave che una consigliera della maggioranza si schieri con chi ha condotto un’azione di sabotaggio organizzata.”

Zavarise e Rossi accusano l’amministrazione Tommasi: “Verona sta diventando un laboratorio ideologico anti-impresa, anti-sicurezza e anti-legalità. Si confonde il dissenso con l’attivismo oltranzista. Si alimenta una cultura dell’illegalità, come già accaduto con le occupazioni abusive in via Villa 12, sempre guarda caso con la presenza della consigliera Cugini e alcune di queste stesse associazioni.”

Zavarise e Rossi chiedono al sindaco Tommasi di prendere le distanze pubblicamente da queste posizioni, e di interrompere ogni finanziamento a chi lavora contro Verona: “La città non può essere sabotata da chi siede nelle istituzioni. O si difendono crescita e lavoro, o si diventa complici di un declino ideologico.”

Gli esponenti di opposizione concludono: “Oggi perdiamo una fiera. Domani perderemo investimenti, turisti, imprese. E qualcuno applaude. Noi no. Noi difendiamo Verona.”

A stretto giro la replica della Capogruppo di Sinistra in Comune Jessica Cugini.

“Apprendo che i consiglieri Rossi e Zavarise biasimano la mia reazione di gaudio nell’accogliere la notizia che la fiera d’armi Eos lascia Verona, per cercare un clima di maggiore serenità che le è mancato nelle ultime due edizioni.

Spero che, come già accaduto a Brescia e Vicenza, e ora Verona, Eos trovi una forte resistenza anche a Parma. Viviamo in tempi di guerra, in cui non si può avere alcuna neutralità davanti a chi fabbrica e vende armi. 

Davanti a chi, accanto alle armi sportive e venatorie mette quelle da difesa personale, offrendo stand ad aziende che producono fucili di precisione, da cecchini. Aziende, e penso ad esempio a Beretta, che sedette al tavolo di trattativa tra Comune e Fiera, che hanno armato dittature come quelle di Gheddafi, che vendono pistole e munizioni (pensiamo a Beretta ma anche a Fiocchi, presente a Eos) che finiscono nelle mani dei coloni israeliani nei territori palestinesi occupati.

Anche Israele, che riceve armi anche dall’Italia e con il quale chiediamo di interrompere ogni rapporto di accordo militare e relativo commercio d’armi.

Mi sembra di ricordare poi che l’appello a far tacere le armi e a chiedere che questa fabbrica di morte cessi, non sia arrivato solo dalla sinistra. Le amministrazioni possono avere un ruolo importante, quello di essere quelle Case (comunali) in cui le armi non trovano cittadinanza”.