La Corte dei Conti blocca la TAV Brescia-Verona: le reazioni di D’Arienzo e Businarolo

 
 

“Una tempesta in un bicchiere d’acqua”. Così Vincenzo D’Arienzo, deputato PD, commenta lo stop della Corte dei Conti dell’istruttoria relativa alla tratta TAV Brescia/Verona.

“I documenti ci sono tutti tanto che il CIPE ha deliberato ancora sei mesi fa, in particolare su le risorse che servono e la verifica sugli impatti di finanza pubblica.
La sospensione dell’istruttoria per il controllo preventivo di legittimità della Corte dei Conti rientra nelle normali dinamiche verificatorie. Oltre che garanzia perché tutto sia in ordine, rilevo che la decisione della Corte dei Conti sia dovuta ogni qual volta ci sia un dubbio” prosegue D’Arienzo. “E’ più che giusto controllare bene e tutto, ma esultare perché si compie una verifica ulteriore è davvero imbarazzante”.

“La tratta in questione è stata finanziata con 1.892 milioni di euro sul totale di 2.499 milioni dell’intera opera e l’inizio dei lavori era previsto entro la prossima primavera. Ci sono i tempi per farlo e auspico – conclude il deputato PD – che il Ministero chiarisca quanto prima le questioni sollevate affinché Verona possa avere questa importantissima infrastruttura ferroviaria che ci consentirà di guardare ancora più da vicino l’Europa”.

“Solo chi continua a mettere la testa sotto la sabbia può essere sorpreso dal blocco della Corte dei Conti sulla tratta Tav  Brescia – Verona – asserisce invece il deputato del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo -. Che c’erano delle criticità lo sapevamo già da tempo, come del resto ha ricordato Luigi Di Maio nel recente incontro a San Bonifacio. Sulla vicenda, il Movimento 5 Stelle di Verona e Brescia ha recentemente presentato un esposto che segnalava, tra le altre cose, il parere assolutamente negativo da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Nessuno stupore dunque, che ora emerga tra le criticità, proprio quella carenza documentale che avevamo evidenziato da tempo. I cantieri, pertanto, slitteranno a data da determinarsi. È facile prevedere, senza fare le Cassandre, che questo è destinato ad essere solo il primo intoppo. Il progetto è insostenibile, oltre che inutile per il territorio” – conclude Businarolo.

 
 

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