La cardiologia non si è mai fermata: raddoppiati gli interventi

 
 

L’infarto non va in vacanza e nemmeno si è fermato con la pandemia. Del resto, le malattie cardiovascolari sono sempre la prima causa di morte nel mondo, a questo si aggiunga che la paura del COVID-19 ha tenuto lontano dai propri medici circa il 40% dei pazienti affetti da patologie cardiache. Un insieme di criticità a cui l’Uoc Cardiologia di Aoui, diretta dal prof. Flavio Ribichini, ha cercato di dare soluzioni sia nel triennio 2020-22 sia nell’organizzazione generale, con risultati e innovazioni che oggisi possono quantificare. Il reparto di Cardiologia ha 44 posti letto di degenza ordinaria e 8 in Unità Coronarica, sono circa 30 i cardiologi e 70 infermieri, tutti con competenza avanzata necessaria alla sorveglianza e al monitoraggio H24 dei pazienti.

RICOVERI E INTERVENTI. L’obiettivo della Regione di recuperare i livelli pre-Covid non è stato un problema per Cardiologia Aoui Verona. Il 2022 ha chiuso con un aumento dei ricoveri del 20% circa rispetto al 2019.

Complessivamente, negli ultimi 5 anni è stato raddoppiato il numero di ricoveri, passando da 1.700 a oltre 3.000 l’anno. E’ il risultato sinergico di due meccanismi: l’eccellenza di cure altamente specializzate e l’attenzione ai bisogni del paziente che trova una attenzione olistica, su ogni aspetto della malattia cardiovascolare.

In parallelo sono anche aumentati gli studenti alla Scuola di Specialità in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare diretta dal professor Ribichini, sono 100 giovani tra medici specializzandi, dottorandi e stranieri che seguono i corsi Master il cui lavoro si traduce in decine di pubblicazioni scientifiche ogni anno. Gli specializzandi arrivano da tutta Italia, tanto che oggi meno del 40% è veronese.

 

ELETTROFISIOLOGIA E CARDIOSTIMOLAZIONE. Si tratta delle cure contro le aritmie, sia ipercinetiche (da frequenza elevata) sia ipocinetiche (da bassa frequenza). Ad aumentare significativamente sono le prime: aritmie ipercinetiche, cioè fibrillazione atriale o extrasistole ventricolari. Negli ultimi 5 anni, c’è stato infatti l’aumento dell’80% delle ablazioni (interventi sul cuore con radiofrequenze), dovuto al progressivo innalzamento dell’età della popolazione. Questi interventi vengono fatti fatti senza utilizzo di raggi X ma con tecnologia 3D.

Stabile invece il numero di pacemaker per le aritmie a battito lento. La novità in questo caso consiste nell’utilizzo di impianti di ultima generazione senza fili. Stabili anche i defibrillatori per arresto e scompenso cardiaco.

GESTIONE EMERGENZA PANDEMICA. Anche nei periodi in cui la pandemia aveva portato alla sospensione dell’attività ospedaliera programmata (12 marzo-5 maggio 2020; 10 novembre 2020-7 febbraio 2021; 29 marzo-26 aprile 2021; 14 dicembre 2021-8 febbraio 2022), Cardiologia Verona non ha mai interrotto un giorno i propri servizi. La Cardiologia AOUI ha mantenuto tutti i servizi di ricovero per interventi di alta complessità interventistica, e soprattutto, non ha mai sospeso l’attività di trattamento invasivo dell’infarto miocardico acuto con angioplastica primaria. La sospensione delle attività ambulatoriali è stata risolta con un numero telefonico per le consulte dei pazienti, ed un sito web dedicato e tutt’ora attivo per i medici extra-ospedalieri per teleconsulti. Queste iniziative furono messe in rilievo dal TG-1 Nazionale la sera del 6 Aprile del 2020.

RICONOSCIMENTI RAGGIUNTI. Questa gestione dell’emergenza pandemica ha dato a Verona il riconoscimento di centro pilota per l’organizzazione delle cure cardiovascolari delprogetto europeo promosso da Euro PCR (la maggior organizzazione scientifica europea in area di cardiologica interventistica), che oggi supportato da un sostegno Ue denominato We Care che si propone di diffondere l’importanza di non sospendere le cure cardiovascolari per evitare che si ripeta, il picco di mortalità registrato nel 2020 come conseguenza dell’interruzione dei servizi ospedalieri di medicina Cardiovascolare. Effetto che a Verona non si è registrato perché il reparto era in funzione.

Inoltre, dal 2020, Cardiologia di Verona è al primo posto in Veneto, e tra i primi tre in Italia, nel trattamento della stenosi aortica con sostituzione mini-invasiva (TAVI), essendo per altro, l’unico centro della provincia accreditato ad eseguire questi tipi di interventi. Dal 2023, Verona sarà anche il primo centro ad impiantare anche valvole cardiache percutanee in sede tricuspidalica svolgendo a pieno il ruolo di centro Hub (di riferimento) per tutta la provincia di Verona e molti ospedali limitrofi anche extra-regionali.

 

LISTE DI ATTESA. Se si vuole prenotare una prima visita o un esame ambulatoriale, purtroppo si aspettano mesi e a volte anche anni, questo perché i servizi ambulatoriali AOUI garantiscono il 100% delle prese in carico dei pazienti che sono stati ricoverati, e servono da screening per i pazienti di alta complessità che necessitano un ricovero per interventi.

Erano presenti alla conferenza stampa. Il direttore generale Aoui Callisto Marco Bravi, il direttore Uoc Cardiologia professor Flavio Ribichini, il cardiologo Luca Tomasi esperto in elettrofisiologia, la coordinatrice infermieristica Michela Montagnoli, e le cardiologhe Bruna Bolzan e Valeria Ferrari.

“L’invecchiamento della popolazione porta all’aumento delle patologie cardiache e quindi del lavoro della nostra Unità operativa in cui come Azienda crediamo molto – spiega il direttore generale Callisto Bravi -. La Cardiologia richiede non solo grandi risorse, basti pensare che una valvola cardiaca costa 19 mila euro e noi ne impiantiamo circa 200 l’anno, ma anche grande expertise. I risultati che presentiamo oggi certificano un’organizzazione efficiente, il continuo aumento dei numeri genera la maggiore capacità degli operatori. Più interventi si fanno, sempre più si affinano le tecniche. E il beneficio è per il paziente che, anche grazie alle nuove tecnologie, viene dimesso prima e sta subito meglio”.

“I problemi cardiovascolari aumentano come conseguenza della popolazione più anziana, oggi curiamo pazienti di 90 anni che vent’anni fa non c’erano – chiarisce Flavio Richini -. In questi 5 anni si è praticamente raddoppiato il numero dei ricoveri, da 1700 a oltre 3000 l’anno, anche perché è stato migliorato il livello organizzativo con l’efficientamento dei processi nei trattamenti di altissima complessità. Anche durante la pandemia non abbiamo mai sospeso i servizi di emergenza, angioplastica primaria, elettrostimolazione e gli interventi interventi salvavita. Nel 2020 e 2021 nessun paziente è rimasto fuori dalle liste d’attesa. Oggi, ottimizzando le risorse umane che sono rimaste le stesse, abbiamo più lavoro di prima e questo ha aumentato l’attrattività dalle altre regioni. Abbiamo incrementato anche le tecniche mininvasive. L’altro aspetto di cui andiamo fieri e a cui teniamo molto è la nostra Scuola di specializzazione, con un aumento di studenti e ci tratteniamo i migliori. A Cardiologia abbiamo tre missioni: cura del paziente, ricerca con pubblicazioni di qualità e formazione dei giovani medici”.

 
 

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