“La bici o la ragazza?” Sabato di bullismo e vetri rotti in località Campanello (Castelnuovo D.G.)

 
 

DÌN-DÓN.

 


Località Campanello
. Sabato pomeriggio.
Alla Centrale Operativa dei Carabinieri di Peschiera del Garda arriva una rissa fra alcuni giovani; segnalazione e immediato invio sul posto di un’autoradio del Nucleo Operativo e Radiomobile, supportata da altre due pattuglie della Compagnia di Intervento Operativo del IV° Battaglione “Veneto” di Mestre, presenti nell’area gardesana per l’esecuzione di servizi finalizzati al contrasto delle violazioni alle misure ANTICOVID.


I 6 DELLA RISSA

Protagonista un gruppo di sei ragazzi autori della rissa i quali, avendo notato la presenza dei Carabinieri, tentavano di allontanarsi ma immediatamente venivano raggiunti ed accompagnati in caserma per la loro identificazione, anche perché le primissime dichiarazioni che fornivano risultavano da subito poco chiare e contraddittorie.


LA DINAMICA

Un altro gruppetto di giovani, B.E.G. classe 1998, G.R. classe 1999 e G.K. classe 2003, tutti residenti a Castelnuovo del Garda, si avvicinavano ai militari e riferivano che poco prima erano stati aggrediti e picchiati da quei ragazzi che stavano per essere accompagnati in caserma. Uno dei tre, G.R., aveva una evidente ferita su un braccio che sanguinava e varie escoriazioni sul viso e al corpo, poi giudicate guaribili in giorni 10 s.c. presso il pronto soccorso di Peschiera del Garda.


LA BICICLETTA

I tre spiegavano che il tutto era iniziato nel momento in cui G.K. veniva avvicinavano da due ragazzi i quali, dopo aver espresso dei giudizi particolarmente positivi sulla sua bicicletta, manifestavano chiaramente la volontà di impossessarsene a tutti i costi, avanzando strane proposte d’acquisto alle quali il giovane più volte rispondeva rifiutando. Uno dei due, visto il diniego, spostava l’attenzione su una amica di G.K. che era li presente, facendole degli apprezzamenti espliciti. Nell’occasione, quasi a volerlo provocare, gli chiedeva se tenesse più alla sua bicicletta o alla ragazza. A questo punto G.K., avendo ben compreso di essere stato preso di mira, chiedeva più volte di essere lasciato in pace, tuttavia, uno dei due prepotenti richiamava a se la presenza di altri ragazzi e, anche loro con aria di sfida, lo minacciavano dicendogli che si sarebbe ritrovato a breve in ospedale.
Di li a poco giungevano sul posto B.E.G. e G.R., che erano nei paraggi intenti a svolgere attività fisica. Questi, avvicinatisi ed avendo compreso quello che stava accadendo, si fermavano per dare manforte al loro amico G.K.. Uno dei bulli del gruppetto si faceva avanti e minacciava i tre ragazzi dicendo loro che si sarebbe messa molto male se non avessero consegnato la bicicletta. Ad un ulteriore diniego, venivano spintonati verso il pontile e minacciati con bottiglie di vetro rotte che gli aggressori avevano prelevato dai cestini dei rifiuti. I tre ragazzi venivano, quindi, rincorsi e percossi, senza aver possibilità alcuna di scampo.


IN UFFICIO

Negli Uffici della Compagnia Carabinieri di Peschiera del Garda, i militari, fatto il quadro della situazione e raccolti più elementi di responsabilità penale, traevano in arresto, per tentata rapina aggravata in concorso, M.D. classe 1999 residente a Mantova, K.A. classe 1999 residente a Mantova, C.G. classe 2001 residente a Mantova, G.M.J.R. residente a Verona, ed i due minori D.S. classe 2003 e R.M. classe 2004 entrambi residenti a Mantova, tutti con precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio e contro la persona. I predetti, inoltre, venivano contravvenzionati per violazioni alle misure ANTICOVID.


IL GIUDIZIO

Il P.M. di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Venezia disponeva che i due minori venissero affidati ai loro genitori e trasferiti presso le rispettive abitazioni di Mantova in regime di arresti domiciliari in attesa della convalida che si terrà nei prossimi giorni, mentre quello della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Verona disponeva la traduzione dei quattro maggiorenni presso la Casa Circondariale di Montorio fino alla mattinata odierna quando, a seguito di convalida, sono stati rimessi in libertà.

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

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