L.O.V.E.: palazzo Orti Manara ospita la collezione Chiantera dedicata alla lirica

 
 

Una città straordinaria, una sede magnifica, una collezione unica: sono i cerchi concentrici che portano da Verona a palazzo Orti Manara all’esposizione dei cimeli lirici raccolti dalla famiglia Chiantera negli anni, omaggio a quella che è una peculiarità veronese celebre in tutto il mondo. Giovedì 22 aprile si presenta – nel rispetto di tutto i protocolli antipandemici vigenti – il nuovo Museo della Lirica, nato dall’impegno dell’associazione Museo della Radio e di Cerea Banca 1897, ospitato in palazzo Orti Manara.

«Il nome poteva fermarsi a LOV (Lyric of Verona/Lirica di Verona), ma era giusto completarlo con EXPERIENCE, per formare LOVE e dichiarare apertamente l’AMORE che nutriamo per Verona e per la cultura»: così spiega Francesco Chiantera, presidente dell’associazione e curatore museale. «Il criterio della selezione espositiva si è concretizzato in un percorso unico, fatto di cimeli, gioielli, dischi, arredi, vestiario e documenti, dedicati ai più noti artisti del bel canto; L.O.V.E. è, appunto, un’esperienza unica, estetica e didattica, autofinanziatasi e con il solo supporto esterno di Cerea Banca, che ringrazio per aver creduto in questo progetto, pur in un momento incerto come quello che la pandemia ci sta facendo vivere. Un modo, anche questo, per guardare avanti in modo costruttivo, perché appena la situazione sanitaria lo permetterà, il museo aprirà pubblicamente i battenti, regalando a Verona una ulteriore offerta culturale, immancabile nella città capitale mondiale della lirica».

Palazzo Orti Manara – Immerso nel centro storico di Verona e affacciato su stradone Porta Palio, che ricorda la corsa del palio che si svolgeva durante il Medioevo, sorge palazzo Orti Manara, magnifico esempio neoclassico veronese, progettato nel 1784 dall’architetto Luigi Trezza. L’imponente facciata è caratterizzata da quattro cariatidi, opera degli scultori settecenteschi Zoppi e Sartori; nell’atrio un’incantevole fontana invita ad entrare e a salire le scale che portano al piano primo, ove si apre il salone d’onore, con tre grandi finestre ad arco che danno sul cortile interno. Le ricche rifiniture del soffitto a travi dipinte, gli affreschi alle pareti, le cornici e i busti sull’architrave delle porte e ai lati riportano ad un periodo che aveva in Verona una delle tappe imprescindibili del grand tour di ogni giovane benestante europeo. Le sale adiacenti presentano lasciti del passato nei pavimenti in battuto alla veneziana, negli intonaci di calce e nelle porte di legno massiccio a bugnato; uno degli ambienti è impreziosito dalla cappa di un camino decorata con pietra rosa locale, testimonianza risalente alla costruzione dell’intero palazzo.

La collezione L.O.V.E. –  Tutta la selezione comprende arredi di scena originali dal Metropolitan NY, teatro S. Carlo di Napoli, Politeama Greco di Lecce e altri prestigiosi palcoscenici; si possono ammirare documenti d’epoca come foto private e uniche di Callase Martini, i telegrammi fra gli artisti Zenatello, Ederle e Martini, la poltrona personale di Giovanni Zenatello, il disco di Maria Meneghini Callas, il disco firmato da Beniamino Gigli e il suo premio unico, donato dalla famiglia, abiti di Nino Ederle e cimeli usati a NY, tra cui l’elmetto Apollo, abiti di Gigli e altro materiale inedito, in un museo che vivrà grazie ai concerti a supporto, con i grammofoni ultracentenari che suoneranno le arie immortali della lirica.

In copertina: vestiario di scena di Nino Ederle (dono della famiglia) 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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